giorgia meloni volodymyr zelensky matteo salvini

DAGOREPORT – COME MAI LA TURBO-ATLANTISTA MELONI SI È SCHIERATA CON VIKTOR ORBAN SULLE ARMI ALL’UCRAINA? A FRENARE LA SORA GIORGIA È SEMPRE LA SOLITA RAGIONE: HA UNA PAURA FOTTUTA DI SALVINI. IL “CAPITONE” QUESTA VOLTA CI HA MESSO DEL SUO: DI FRONTE ALL’IPOTESI DI TOGLIERE A KIEV LE RESTRIZIONI ALL’USO DELLE ARMI OCCIDENTALI IN RUSSIA, HA MINACCIATO L’USCITA DAL GOVERNO – IL “GIALLO” DELL’ARTICOLO CONTRO IL PREMIER UNGHERESE SUL SITO DEI CONSERVATORI DELLA SORA GIORGIA: TRAPPOLONE DEGLI ANTI-PUTINIANI DELL’EST?

DAGOREPORT

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Come mai la turbo-atlantista Meloni si è schierata con Viktor Orban sulle armi all’Ucraina? La sora Giorgia ha condiviso la posizione del “cavallo di troia di Putin in Europa” sull’eliminazione delle restrizioni all’utilizzo delle forniture occidentali.

 

Kiev chiede di avere luce verde da parte degli alleati, per essere in grado di colpire il territorio russo senza limitazioni, ma l’Ungheria e l’Italia si sono opposte. Persino il mite ministro degli esteri italiano, il popolare Antonio Tajani, la scorsa settimana ha strepitato contro l’alto rappresentante, Josep Borrell (pigolando “non siamo in guerra con la Russia”).

 

volodymyr zelensky giorgia meloni

La posizione della Meloni ha fatto imbestialire gli alleati americani e, con essa, la premier from Garbatella ha dato di nuovo prova del suo terrore per Salvini. La Ducetta non vuole scoprirsi a destra, servendo al “Capitone” l’occasione di cavalcare l’onda del “bellicismo” e guadagnare voti. È lo stesso meccanismo visto più e più volte in questi due anni e mezzo, ultimo il voto sul bis di Ursula Von der Leyen. La premier ha votato contro la conferma della Presidente della Commissione per non sentirsi dare della “traditrice”. E così, si è auto-esclusa dalle stanze dei bottoni di Bruxelles.

 

GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO

Ma sugli aiuti a Kiev, questa volta, c’è stato un salto di qualità. Durante il vertice del 30 agosto, quando la Meloni ha sottoposto a Salvini la questione delle armi a Kiev, il vicepremier leghista avrebbe posto un ultimatum alla Meloni, minacciando addirittura di uscire dal Governo: “Tu voti per far usare a Zelensky le armi occidentali in Russia, e io me ne vado”. A quel punto, la Ducetta ha dovuto fare pippa, e tornare Orban. Ecco spiegato anche il piccolo “giallo” delle due versioni della nota congiunta del vertice di 5 giorni fa, minimizzata da Salvini come “un semplice errore”: in quella di FdI si parlava di "condivisione sulla posizione del governo relativamente alla guerra in Ucraina", ma in quella diffusa dal Carroccio si leggeva di un "appoggio a Kiev, ma contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini".

 

giorgia meloni volodymyr zelensky kiev

Ps. A proposito di Orban: a Bruxelles si parla molto del “giallo” del killeraggio sul premier ungherese messo in atto dal sito dei Conservatori e Riformisti (il partito Ue guidato dalla Meloni): come racconta oggi “il Foglio” (articolo a seguire), il pezzo che definiva il “Viktator” come “cavallo di Troia di Putin in Ue” ha rischiato “di far saltare la solida amicizia tra la premier italiana e il leader magiaro”. Poi l’allarme è rientrato. Ma è suonato come un segno che la linea morbida verso l’ungherese inizia a stare stretta agli alleati della Melona, molti dei quali, soprattutto nell’Est Europa, sono fortemente anti-putiniani, a partire dai polacchi del Pis.

giorgia meloni in ucraina

 

ECR CONTRO ORBÁN: "SPIA DI PUTIN". MA POI CI RIPENSA

Estratto dell’articolo di Pietro Guastamacchia per “il Foglio”

 

“Viktor Orbán spia di Putin, anzi no, dietrofront: con Orbán non si rompe.” Sul sito del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr), la compagine Ue guidata da Giorgia Meloni, un editoriale intitolato “Orbán, il cavallo di Troia di Putin in Ue” rischia di far saltare la solida amicizia tra la premier italiana e il leader magiaro.

VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

La crisi, però, rientra in extremis: l’editoriale viene infatti rimosso ieri sera, e fonti Ecr si giustificano spiegando che “si trattava di un pezzo caricato per errore, poiché non aveva avuto l’ok del direttore editoriale”.

 

Le accuse a Orbán campeggiavano però da tre giorni sulla home page del partito presieduto da Giorgia Meloni, e qualcuno a Bruxelles già pensava a una svolta. In questi giorni, infatti, la ormai quasi certa vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue per Raffaele Fitto e le indiscrezioni su un portfolio di primissimo peso avevano riportato Meloni nel capitolo della collaborazione con von der Leyen, e una rottura con l’intransigente Orbán […]. Ma le cose hanno preso un’altra piega.

justin trudeau giorgia meloni volodymyr zelensky ursula von der leyen alexander de croo

 

L’articolo, a firma di Eugen Olariu, è dunque esploso come una bomba nelle mani dei conservatori, un attacco al vetriolo di oltre mille battute alla politica filorussa del premier ungherese: “Oggi le azioni dell’Ungheria, guidata da Viktor Orbán, creano tutti i presupposti per essere definita il ‘cavallo di Troia russo’ alle porte dell’Unione Europea”, spiega Olariu nell’articolo […] non […] più disponibile. Il giornalista rumeno poi rincara la dose spiegando che Budapest “facilita l’introduzione di spie sul territorio di uno Stato membro al fine di destabilizzare l’Unione Europea”.

 

viktor orban giorgia meloni 9

[…] La questione dell’articolo bollente arriva rapidamente nelle mani di Antonio Giordano, deputato di Fratelli d’Italia a cui Meloni ha affidato la segreteria del partito europeo, e dopo poche ore l’articolo scompare: “E’ stato caricato per errore tecnico”, insistono da Ecr, da cui non arrivano altri commenti.

 

giorgia meloni e matteo salvini come rosa bazzi e olindo romano meme by 50 sfumature di cattiveria

Con Orbán dunque non si rompe, soprattutto mentre il premier ungherese detiene la presidenza di turno dell’Ue. Crisi sfiorata, inoltre, perché Meloni dovrebbe ricevere l’amico ungherese proprio dopodomani al Forum di Cernobbio, e l’editoriale avrebbe con ogni probabilità rovinato l’atmosfera dell’incontro sul lago di Como. Articolo rimosso e problema risolto, o quasi, perché anche altri coinquilini di Ecr, meno amici di Orbán, hanno notato l’acrobazia e potrebbe presto chiedere spiegazioni su quale sia lo stato delle relazioni del loro gruppo con Budapest.

matteo salvini e giorgia meloni temptation island meme by emiliano carli giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban e giorgia meloni 1giorgia meloni volodymyr zelensky volodymyr zelensky giorgia meloni kiev

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)