giorgia meloni albania migranti

DAGOREPORT – SUI MIGRANTI È LA SOLITA, TRAGICA, MELONI: ESONDA, S’ADONTA, VA ALL’ATTACCO, POI RINCULA! CHE LA SPARATA SUI GIUDICI CHE LA INTRALCIANO (“DIFFICILE LAVORARE E CERCARE DI DARE RISPOSTE QUANDO SI HA L’OPPOSIZIONE DI PARTE DELLE ISTITUZIONI”) FOSSE UNA STRONZATA, LO DIMOSTRA LO STESSO DECRETO LEGGE FIRMATO IERI DAL GOVERNO: MANCAVA UNA LEGGE CHE DICHIARASSE I “PAESI SICURI” – L’ESCAMOTAGE DEL MINI-DECRETO MELONIANO POTREBBE ESSERE INUTILE: IL DIRITTO COMUNITARIO PREVALE SU QUELLO ITALIANO – MORALE DELLA FAVA: FINCHÉ NON INTERVIENE LA COMMISSIONE UE, SARÀ UNO STILLICIDIO DI RICORSI E SENTENZE. E I CENTRI MIGRANTI IN ALBANIA, COSTATI 700 MILIONI DI EURO, RIMARRANNO SCATOLE VUOTE…

DAGOREPORT

il video di giorgia meloni per i due anni di governo

La strategia di Giorgia Meloni è sempre la stessa: alzare la cresta pubblicamente, andare all’attacco, far passare la buriana e poi abbassare il capino.

 

Così è stato anche sulla questione migranti, condita nel fine settimana dal presunto complotto ordito dalle toghe rosse e “rivelato” dalla mail del procuratore Marco Paternello (tagliuzzata ad hoc dalla Ducetta).

 

A dimostrare che le accuse del centrodestra ai magistrati siano pretestuose, però, è stato lo stesso Governo: la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare i trattenimenti dei 12 migranti spediti in Albania risale infatti a venerdì.

 

IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

E più che intralciare il percorso dell’esecutivo (la Meloni ha avuto l’ardire di sentenziare: “difficile lavorare e cercare di dare risposte a questa nazione quando si ha anche l’opposizione di parte delle istituzioni che dovrebbero aiutare a dare risposte”), è servita a fare chiarezza.

 

I magistrati sono infatti intervenuti venerdì ispirandosi a una sentenza della Corte di Giustizia europea, dunque rispettando le norme (in sostanza, era “impossibile riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute”), e il Governo ci ha messo una pezza solo ieri con un decreto legge, quindi con una “norma primaria”. La questione dei migranti e dei paesi sicuri, infatti, era finora regolata da un decreto ministeriale della Farnesina, considerato dunque una norma secondaria.

 

ALBANO E ROMANA - MEME BY EMILIANO CARLI

Insomma, la Meloni e i suoi erano rimasti “scoperti”, e solo con l’intervento della magistratura la questione è stata regolata. Anche se ciò non potrebbe bastare. L’escamotage del decreto legge (appunto, una “norma primaria”) non tutela il Governo da nuovi ricorsi e altre battaglie in Tribunale.

 

L’elenco dei paesi considerati sicuri, limato dopo un confronto serratissimo con il Quirinale, per tramite del sottosegretario Alfredo Mantovano, passerà anche il vaglio di costituzionalità di Mattarella, ma dovrà comunque sottostare al diritto comunitario. Pertanto, si aprirà comunque il vaso di pandora dei ricorsi, almeno finché non deciderà di intervenire, d’imperio, la Commissione europea.

 

il video di giorgia meloni per i due anni di governo 4

Cosa farà Ursula von der Leyen, che ha flirtato con le destre per tutta la campagna elettorale, puntando proprio sul dossier immigrazione?

 

Tecnicamente, aspetterà il giugno del 2026, quando sarà applicato il Patto migranti, e si dovrebbe stilare la lista definitiva dei Paesi sicuri per l’Unione. Ma forse, visto il casino di questi giorni, e le pressioni che le arrivano da ogni parte per risolvere la questione, Bruxelles potrebbe intervenire prima.

 

Ps. Qualcuno avverta Carlo Nordio che i giudici italiani avevano compreso benissimo la sentenza della Corte di Giustizia Ue, che secondo il ministro della Giustizia era di difficile lettura perché “molto complessa e articolata e anche scritta in francese”. Forse aveva esagerato lui con gli spritz…

 

NORDIO, SENTENZA CORTE EUROPEA NON COMPRESA DAI GIUDICI

Da www.ansa.it

 

CARLO NORDIO

Il nostro provvedimento "nasce da una sentenza della Corte di giustizia europea molto complessa e articolata e anche scritta in francese, probabilmente non è stata ben compresa o ben letta" dai giudici.

 

Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio nella conferenza stampa a Palazzo Chigi.

 

"I soggetti sono di cittadinanza incerta e la loro provenienza è dichiarata da loro stessi, non hanno documenti e non c'è nessuna prova che arrivino da determinati Paesi, il che significa devolvere all'arbitrio di queste persone la definizione dei parametri di sicurezza o meno dai quali dicono di arrivare", ha proseguito il ministro.

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3

IL DISAGIO DI MELONI E IL TESTO FANTASMA. STOP DI MATTARELLA SE IN CONFLITTO CON L’UE

Estratto dell’articolo di Ugo Magri e Francesco Olivo per “La Stampa”

 

[…] Man mano che i giorni passavano, d'altronde, era sempre più chiaro ai tecnici dei ministeri incaricati, con la supervisione di Palazzo Chigi, che non sarebbe stato semplice districarsi tra le maglie della giurisprudenza italiana e soprattutto europea.

 

SERGIO MATTARELLA CON ALFREDO MANTOVANO IN VATICANO

Il testo del decreto che avrebbe dovuto rimediare alla sentenza del Tribunale di Roma che di fatto impediva i trasferimenti dei migranti nei nuovi centri in Albania è stato al centro di un giallo durato tutta la giornata e nemmeno i ministri sono riusciti a leggerne il contenuto, prima di votarlo. I fogli con il contenuto del decreto infatti sono rimasti davanti al sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, senza che fosse distribuito ai presenti, come avviene di solito.

 

giorgia meloni carlo nordio

La convocazione della riunione inviata ai ministri nel primo pomeriggio già rivelava le difficoltà: «Il Consiglio dei ministri è convocato in data 21 ottobre alle ore 18,30 a Palazzo Chigi. Seguirà ordine del giorno». Questo ordine del giorno però nessuno lo vedrà fino alle 19 inoltrate. «Stiamo limando il testo», è stata la risposta per tutta la giornata delle strutture incaricate della scrittura di questo testo delicatissimo.

 

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

A coordinare i lavori c'è il sottosegretario Mantovano, il più adatto non solo per le competenze giuridiche (è un magistrato), ma anche per il dialogo fluido con gli uffici del Quirinale. Una certa confusione sulla redazione del testo, infatti, si deve anche al timore diffuso nel governo di entrare in conflitto con la presidenza della Repubblica e soprattutto con il diritto europeo.

 

Di interlocuzioni ce ne sono state, come è d'abitudine, tra Quirinale e palazzo Chigi. Ma Sergio Mattarella non può promulgare un decreto legge in base a semplici pourparler degli uffici giuridici: ha bisogno di valutare fino alle virgole il testo definitivo. Anche se ieri sera gli fosse arrivato, il presidente non avrebbe nemmeno fatto in tempo a leggerlo in quanto impegnato fino alle 23 con l'emiro del Qatar.

 

sergio mattarella alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di parigi

Di qui la prudenza del Colle cui ieri si aggiungeva un filo di scetticismo, motivato dall'impossibilità di aggirare le regole europee che, com'è noto, prevalgono sulla legge ordinaria italiana.

 

Se il decreto appena varato si limiterà, come viene anticipato, a stabilire quali siano i Paesi "sicuri", ai fini pratici nulla cambierà perché i tribunali continueranno ad applicare la sentenza della Corte di giustizia Ue (che ha fissato criteri più stringenti per i rimpatri). In questo caso è difficile che Mattarella vi ravveda conflitti con la Costituzione.

 

Anche se si tratterà di un decreto inefficace, magari addirittura inutile, tutto fa pensare che vi metterà la firma. Se invece accerterà nelle prossime ore che il testo finale del decreto contiene forzature inaccettabili, promulgarlo per Mattarella diventerà un problema. A Palazzo Chigi ne sono informati.

VACANZE RAMANE - MEME BY EMILIANO CARLI DAL TRAMONTO ALL ALBANIA - MEME BY EMILIANO CARLI

il video di giorgia meloni per i due anni di governo

migranti in albania - vignetta by vukic

 

 

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