giuseppe conte luigi di maio

DAGOSPIA LO SCRIVE DA MESI MA NEL PD SONO LENTI A CAPIRE E SOLO ORA S'ACCORGONO CHE DI MAIO FA IL DOPPIO GIOCO CONTRO CONTE - I DEM ACCUSANO LUIGINO DI AVER FINTO DI ESSERSI SPESO PER UN ACCORDO NELLE MARCHE, CHE E’ MOLTO A RISCHIO, SABOTANDO INVECE DIETRO LE QUINTE CON L’OBIETTIVO DI DARE UN COLPETTO A CONTE…

Carlo Bertini per “la Stampa”

 

giuseppe conte luigi di maio

«Strano che nelle Marche la base dei 5 stelle vuole l'accordo, Conte vuole l'accordo, Di Maio pure, ma poi l'accordo non si fa...». Se dal ventre del Pd esce un commento così velenoso è perché c'è un personaggio sospettato di aver fatto il doppio gioco: Luigi Di Maio. Reo, a sentire i parlamentari Dem, di aver finto di spendersi a favore, sabotando invece dietro le quinte l'accordo nella regione più a rischio: per dare un colpo a Conte, il suo vero antagonista, che, se si perdessero le Regionali, ne uscirebbe assai indebolito.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

«Conte lo ha capito e ieri ha fatto quella uscita sul Fatto», spiegano i Dem, infuriati per uno stop ad intese in Puglia e Marche. «Nel Pd si è aperto il congresso e Zingaretti vuole vincere nelle Marche per non essere azzoppato nella regione rossa», dicono i grillini. E questo dimostra come tutti sappiano quale sia la posta in gioco dopo le Regionali. Anche Goffredo Bettini, mentore di Zingaretti, quando avverte di fare «attenzione alla tenuta della maggioranza», avverte che ci sarà una resa dei conti.

 

"Niente invasioni di campo" Del resto, se da Palazzo Chigi tengono a chiarire che non vi sia stata «nessuna invasione di campo da parte del premier, ma solo una moral suasion» - e dunque nessuna campagna elettorale per i candidati Dem - è perché questa uscita di Conte ieri per caldeggiare accordi locali nelle realtà dove si voterà il 20 settembre, «da noi ha creato un putiferio», ammettono i 5 stelle. Basta sentir cosa dicono in camera caritatis: «Se lui spinge per due candidati Dem, allora gli altri sono morti».

 

conte di maio

Tanto più che il premier è pugliese e quindi la sua spinta propulsiva per un accordo, lì è risuonata ancora più forte. Ma dietro alle alzate di scudi riversate nei due no secchi da Puglia e Marche, si cela sconcerto per quella che in casa M5S è stata letta come un'uscita «fuori tempo massimo» a favore dei candidati Dem. «Tanto più che nessuno di noi era stato avvisato».

 

Fatto sta che l'intenzione dell'inquilino di Palazzo Chigi era semplicemente quella di esercitare una «moral suasion» perché «l'alleanza di governo a livello nazionale funziona e sta lavorando bene». E l'aver messo l'accento sull'uso del Recovery fund non è casuale, visto che saranno anche le regioni a beneficiare di una iniezione di risorse da spendere in sanità e molto altro ancora. Ma nessuna campagna per il "voto utile" da parte di Conte. La resa dei conti I Dem sono infuriati con Di Maio, visto che con la bocciatura di qualsiasi accordo da parte dei grillini sfuma ogni possibilità di vittoria nelle Marche. E per effetto di trascinamento, anche di vittoria alle Regionali.

conte di maio franceschini

 

«Ora possiamo solo strappare un 3-3», ragiona un membro del governo, «ma se pareggiamo le Regionali vincendo in Puglia, Campania e Toscana, dove gareggiamo da soli senza il loro appoggio, allora il 21 settembre saremo noi a chiedere un rimpasto». Sono le voci più appuntite, ma che rendono l'idea degli umori battaglieri dei Dem: pronti a un braccio di ferro «per riequilibrare i pesi nel governo», che potrebbe lasciare morti e feriti sul campo. «Nel rimpasto loro non toccheranno palla», avvertono. Pur sapendo che i loro pezzi da novanta - da Zingaretti e Franceschini - escludono che ci sarà un cambio di ministri col rischio di aprire una crisi di governo. Ma sono gli stessi grillini i primi a metterlo in conto: «Ormai il punto non è se, ma quando si farà».  

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?