ursula von der leyen boris johnson

DEAL O NO DEAL, QUESTO È IL PROBLEMA! – IL DIALOGO TRA UE E REGNO UNITO CONTINUA A OLTRANZA MA IL TEMPO STRINGE: QUALI SONO I TEMI CONTROVERSI? SEMPRE I SOLITI! LA PESCA, CON BORIS CHE VUOLE RECUPERARE PIENA SOVRANITÀ SULLE PROPRIE ACQUE NO PERMETTENDO AI PESCATORI EUROPEI L’ACCESSO, E IL MERCATO UNICO, DOVE LONDRA VUOLE ASSOLUTAMENTE ACCEDERE, SENZA PERÒ RISPETTARE LE REGOLE UE (GRAZIE ARCA…)

BORIS JOHNSON E IL VACCINO

Beda Romano per “il Sole 24 Ore”

 

Si sta rivelando veramente sofferto l'accordo di partenariato con cui regolare i rapporti post-Brexit tra Unione europea e Regno Unito, che Bruxelles e Londra stanno negoziando da ormai 11 mesi. Ieri sera il negoziato è stato sospeso per colloqui al vertice. Il nervosismo si tocca con mano, così come le tensioni diplomatiche a pochi giorni dalla fine del periodo di transizione.

brexit

 

Ultima prova di forza o primo segnale di fallimento? Ieri sera l'interrogativo rimaneva senza risposta. «Dopo una settimana di intense trattative a Londra, abbiamo concordato oggi (insieme alla controparte britannica, ndr) che le condizioni per un accordo non sono soddisfatte, a causa di significative divergenze sulla parità di condizioni di accesso al mercato unico, su un meccanismo di soluzione delle controversie e sulla pesca - ha scritto ieri sera su Twitter il capo-negoziatore comunitario Michel Barnier -. Abbiamo deciso di sospendere i colloqui per informare i nostri superiori sullo stato di avanzamento dei negoziati».

 

michel barnier

Il premier Boris Johnson e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen discuteranno dello stato dei lavori oggi pomeriggio. «Un accordo è ancora possibile nel fine settimana, ma è molto incerto.

 

Gli inglesi vogliono averla vinta» in ambiti sui quali i Ventisette non possono transigere, riassumeva ieri sera un esponente comunitario. I nodi sono quelli citati dallo stesso Michel Barnier: le regole sulla pesca nel Mare del Nord, l'accesso al mercato unico, la soluzione delle controversie tra le parti.

ursula von der leyen boris johnson

 

In estrema sintesi, i punti più controversi sono i primi due. Sul fronte della pesca, il Regno Unito vuole recuperare piena sovranità sulle proprie acque e non vuole permettere ai pescatori europei di accedervi.

 

Sul versante del mercato unico, la situazione è opposta. La Gran Bretagna vorrebbe accedere al mercato unico, ma senza rispettare le regole europee. I Ventisette si stanno opponendo per paura di subire una concorrenza sleale da parte britannica (l'interscambio annuo vale poco meno di 800 miliardi di euro).

brexit boris johnson

 

Il Regno Unito ha lasciato formalmente l'Unione europea il 31 gennaio scorso. Da allora è scattato un periodo di transizione che sta permettendo al paese di continuare a beneficiare del mercato unico e dell'unione doganale. Un accordo di partenariato è necessario prima della fine di questo periodo di transizione, fissata per il 31 dicembre, in modo da evitare enormi disagi all'inizio dell'anno prossimo.

 

I tempi quindi stringono. Downing Street parlava ieri di «momento difficile» nel negoziato. Negli ultimi giorni, alcuni paesi membri hanno espresso preoccupazione per l'accordo che si sta negoziando in questi giorni. Temono, possibilmente a torto, di rimanere all'oscuro di dettagli cruciali e di trovarsi davanti a un fatto compiuto da parte del capo-negoziatore Barnier.

 

boris johnson

«Siamo alle battute finale della trattativa (...) È normale che i Ventisette guardino ai dettagli», spiegava ieri un esponente comunitario. Confermava un diplomatico nazionale: «Siamo vicini millimetri alle linee rosse negoziali». In una conferenza stampa ieri mattina qui a Bruxelles, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha detto che dell'intesa andrà valutato «l'equilibrio complessivo». Ha aggiunto che è necessario «uno sforzo di trasparenza per garantire l'unità dei Ventisette» che finora a dire il vero è rimasta sorprendentemente intatta.

 

Lo sguardo corre in particolare alla Francia che sempre ieri ha detto di essere pronta a bocciare l'accordo nel caso fosse insoddisfacente. Parigi farà la «propria valutazione» su un possibile testo di intesa, ha detto ieri alla stazione radio Europe 1 il sottosegretario di Stato per gli affari europei Clément Beaune. «Lo dobbiamo ai francesi, lo dobbiamo ai nostri pescatori e ad altri settori economici», ha aggiunto l'uomo politico, ripetendo che il rischio di un mancato accordo «esiste» e che «dobbiamo prepararci» a questa evenienza.

boris johnson trollato dai russi

 

Dietro alla presa di posizione si nasconde il timore di fare troppe concessioni a Londra pur di chiudere entro il 31 dicembre. Al tempo stesso, il capo-negoziatore Barnier è stato finora lodato da tutti per il modo in cui ha gestito le trattative e il rapporto con i Ventisette. Si è rivelato preciso, trasparente ed efficace. È quindi probabile che dietro alla minaccia di un voto contrario vi sia anche il desiderio di Parigi di mettere il Regno Unito sotto pressione. Delle due parti, la Gran Bretagna è certamente quella che più ha da perdere dinanzi a un mancato accordo. Anche in occasione dell'intesa di divorzio, firmata a fine 2019, le tensioni sono salite nell'ultimo miglio.

boris johnson e david cameronla campagna da 350 milioni a settimana all europa boris johnson Happy Brexit Day - il volantino choc in un condominio di londraboris johnson michael gove

 

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