alessandro di battista davide casaleggio

DIETRO IL CASINO SU CASALEGGIO CI SONO DUE MANONE: LE RIVALI DELLA PHILIP MORRIS CHE VOGLIONO ALZARE LE TASSE SUI SUOI PRODOTTI, E I NEMICI DEL GURU JUNIOR, CHE SI ERA SCHIERATO CON DI BATTISTA E CONTRO I VERTICI M5S CHE VOGLIONO ABOLIRE IL LIMITE DEI DUE MANDATI E LA FAMIGERATA DEMOCRAZIA DIRETTA - LA STELLA CALANTE DI CASALEGGIO EMERGE ANCHE DALLO SCHERZO DI ''PROPAGANDA LIVE''…

1. QUELLE «MANINE» CHE PUNTANO A FARE FUORI IL CAPO

Paolo Bracalini per "il Giornale"

 

È tutto un grande muoversi di manine dentro il M5s. Non ci sono solo quelle che spingono alcuni emendamenti di particolare interesse dei 5s, ma anche quelle che fanno uscire dossier e notizie ad hoc per colpire gli avversari interni. Negli ultimi tempi il bersaglio della grande faida grillina è uno e uno solo: Davide Casaleggio. È chiaro che i vertici vogliono farlo fuori, con lui è rimasta una minoranza ma l' ala governista non ne può più nè di lui nè di Rousseau. Casualmente, proprio mentre l' ex guru va in disgrazia nelle logiche da setta del M5s, escono notizie che lo danneggiano pubblicamente.

 

DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

La più è quella legata al contratto di consulenza tra la Casaleggio Associati e Philip Morris, un contratto non indifferente, circa 2 milioni di euro, pagati con cadenza mensile a botte di 50mila euro. Non male per una piccola società di consulenza essere ingaggiata da un colosso come la multinazionale del tabacco Usa. La vicenda, perfettamente legale, è complicata dal fatto che il M5s si è occupato del settore, tagliando le tasse sulle sigarette elettroniche.

 

La multinazionale, che ha fatto sapere di aver querelato il quotidiano Il Riformista che ha fatto lo scoop, spiega che «Philip Morris Italia non finanzia partiti, fondazioni o movimenti politici», inoltre il livello di tassazione vigente in Italia è in linea con quello previsto in altri Stati Membri dell' Unione Europea e non rappresenta un' eccezione» e comunque l' emendamento incriminato «ha avuto il supporto di una vasta maggioranza» non solo quella dei grillini», infine tale riforma della tassazione «si applica ai prodotti di tutti gli operatori economici, dalle grandi aziende ai piccoli produttori», quindi non ne beneficia solo Philip Morris ma anche i concorrenti. Sul fascicolo aperto dalla Procura, invece, l' azienda dice di «accogliere con favore la notizia, speriamo possa provare al più presto l' infondatezza delle accuse. Philip Morris Italia è a completa disposizione per collaborare con le autorità».

 

É significativa la coincidenza di questo caso con la guerra intestina volta a far fuori Casaleggio, considerato un alfiere del ritorno di Di Battista come leader e difensore del limite dei due mandati, che invece i Cinque stelle ormai innamorati del potere vogliono assolutamente abolire (uno scontro finito con la mancata partecipazione di Casaleggio agli ultimi stati generali del Movimento). Dal M5s infatti sono arrivate pochissime voci in sua difesa, anzi si è coalizzato un gruppo di parlamentari per promuovere una modifica al rialzo della tassazione sulle sigarette elettroniche, un chiaro segnale per prendere le distanze da Casaleggio.

philip morris 2

 

E anche un altro dell' orbita Cinque Stelle, addirittura il loro ex candidato alla guida della Consob poi nominato direttore dell' Agenzia delle dogane e dei monopoli, sembra scaricare la ditta. Parliamo di Marcello Minenna, già assessore al Bilancio della Raggi per qualche mese. In audizione alla commissione Finanze della Camera, «interrogato» dall' ex grillino (non a caso) Raffaele Trano a proposito di una norma per aumentare la tassazione al tabacco riscaldato, che sarebbe comparsa in una bozza della manovra e poi sparita nella versione finale trasmessa alle Camere, risponde: «Ho rilevato anche io che si verificano delle manine che cancellano delle norme». Manine di quali proprietari, in questo caso? Misteri a cinque stelle.

 

Che l' astro di Casaleggio sia in fase molto calante lo racconta anche un episodio, uno scherzo ma non troppo. Molti parlamentari M5s infatti stanno partecipando alla burla organizzata da Propaganda Live su La7 per votare su Rousseau, con il tasto «mi fido», un finto attivista infiltrato dalla trasmissione. Un modo per farsi beffe di Casaleggio e della sua democrazia diretta. L' idea sembra sia partita da un gruppo di parlamentari lombardi che stia coinvolgendo anche altri deputati e senatori M5s.

 

 

2. PHILIP MORRIS E 5 STELLE IL CORTOCIRCUITO TRA I SITI E QUELL'EVENTO CON RAGGI

Jacopo Iacoboni per "la Stampa"

 

philip morris vicino bologna

Nessuno, il 19 settembre, ci fece caso. Al parco degli acquedotti a Roma la sindaca Virginia Raggi prendeva parte a un evento contro l' inquinamento da mozziconi di sigaretta. Facce giovani e tanti militanti M5S, la campagna chiamata #cambiagesto era promossa e finanziata da Philip Morris Italia, e la prima cittadina si fece fotografare felice con i gadget pubblicitari aziendali. Tutto normale, a pensarci oggi? «È fondamentale - esordì Raggi - ricordare una campagna che sta partendo, si chiama cambiagesto. Abbiamo sottoscritto un protocollo con Ama, perché ci possa aiutare, vi possa aiutare durante questi eventi».

 

Nei giorni in cui la Procura di Milano ha aperto un fascicolo (per ora senza indagati) sulla natura della consulenza di Casaleggio Associati alla Philip Morris, l' azienda ha annunciato di aver querelato "Il Riformista" sostenendo di non finanziare partiti e attività politiche. Davide Casaleggio aveva già detto alla Stampa che lui non firma decreti o leggi, e non ha mai fatto ingerenze sul M5S. Sulla separazione o meno tra la consulenza e le leggi del M5S, dal punto di vista giudiziario si esprimeranno i magistrati.

 

DAVIDE CASALEGGIO VIRGINIA RAGGI

Alcuni fatti appaiono però politicamente imbarazzanti. Le foto della sindaca di Roma con i gadget aziendali arancioni di #cambiagesto fanno parte di una campagna che aveva creato un sito ad hoc (cambiagesto.it). Un' analisi open source mostra che il dominio era ospitato allo stesso blocco di indirizzi Ip consecutivi dove si succedono, tra gli altri: il sito blogdellestelle.it, il sito parlamentari5stelle.it, il sito dell' Associazione gianrobertocasaleggio.com: ossia i due siti politici del M5S, e il sito dell' Associazione che organizza ogni anno la convention di Ivrea.

 

Siti di consulenze e siti di attività politica venivano gestiti dalle stesse persone? Un secondo dominio, non ufficiale, chiamato "I furiosi", faceva invece da influencer virale contro il fumo tradizionale, e a favore di prodotti come quelli di Iqos, non riconnesso al nome Philip Morris: anche questo dominio è allo stesso blocco Ip di cui sopra.

mimmo paresi, davide casaleggio, alessandro di battista, virginia raggi

"I furiosi" - di cui ieri singolarmente è sparito tutto: il sito, il canale You tube, il gruppo facebook - interloquiva (attraverso l' account twitter, e anche questo oggi risulta inesistente) con l' account ufficiale di Philip Morris: spingevano insieme in botta e risposta online l' hashtag #Iqos. "I furiosi" è registrato da un architetto e web designer (M. B.) che nel curriculum vanta: «Con lo pseudonimo di DOtm ho lavorato essenzialmente in questi anni per Casaleggio associati, o direttamente o per i loro clienti». Per Philip Morris sostiene di aver fatto «il sito ufficiale in italiano e la campagna digitale per Iqos».

Fabio Pietrosanti, esperto di cybersecurity e diritti digitali, annuncia che farà un esposto all' Agcom, per verificare se ci sia una violazione della legge che vieta di fare pubblicità non dichiarata a prodotti di aziende di tabacco, dietro la forma di community virali sul web.

 

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA