joe biden vaccino vaccini coronavirus usa

LA DIPLOMAZIA DEI VACCINI – BIDEN PER ORA NON HA UN PIANO PER ESPORTARE I VACCINI, MA PRIMA O POI DOVRÀ CEDERE ALMENO UN PO’ DELL’ENORME SURPLUS CHE STA ACCUMULANDO - ANCHE PERCHÉ NEL FRATTEMPO CINA E RUSSIA STANNO SFRUTTANDO (E BENE) GLI ANTIDOTI CONTRO IL COVID PER IL LORO “SOFT POWER” - PANEBIANCO: “DOBBIAMO SPERARE CHE CON BIDEN L' AMERICA DAVVERO SIA ‘TORNATA’ E DOBBIAMO ANCHE SPERARE CHE LA COMPETIZIONE CON LA CINA IN ASIA NON PORTI BIDEN A SEGUIRE LE ORME DI TRUMP E A DISINTERESSARSI DEL MEDITERRANEO”

joe biden

1 - IL DILEMMA DI BIDEN E LA GUERRA DELLE DOSI ESPORTARLE PER BATTERE MOSCA E PECHINO

Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

 

Gli Stati Uniti hanno il 4% della popolazione mondiale, il 27% della produzione dei vaccini contro il Covid, e ordinazioni per 1,21 miliardi di dosi con cui immunizzare 330 milioni di abitanti. Le loro esportazioni di fiale però sono zero, anche se il surplus è evidente.

 

È il dilemma che Biden dovrà risolvere presto, se non vuole perdere la partita della diplomazia dei vaccini a favore di Cina e Russia, proprio mentre cerca di costituire una grande alleanza globale per contrastare Pechino e Mosca.

 

joe biden dice che putin e' un assassino

I dati raccolti dal Duke Global Health Innovation Center parlano da soli. Gli Usa hanno il 4% della popolazione mondiale, ma hanno già opzionato il 37% della produzione di vaccini contro il Covid di Moderna, ossia 300 milioni di dosi; il 28% di Novavax, 110 milioni; il 20% di Johnson & Johnson, 200 milioni; il 19% di Pfizer, 300 milioni; e il 13% di AstraZeneca, 300 milioni. In totale fa 1,21 miliardi di dosi per 330 milioni abitanti.

CORONAVIRUS - VACCINO USA

 

Il primo produttore mondiale è la Cina, con 169,4 milioni di dosi confezionate da Sinovac, Sinopharm, CanSino e AstraZeneca; seguita dagli Usa con i 136,1 milioni fatti da Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson; la Ue con 96,2 milioni di Pfizer e AstraZeneca; l' India con 68 milioni di AstraZeneca e Covaxin; il Regno Unito con 19,3 milioni di AstraZeneca; la Russia con 11,8 milioni di Sputnik.

 

CORONAVIRUS - VACCINO USA

L' India però esporta il 65% della sua produzione, la Cina il 62%, la Ue il 48%, contro lo 0% degli Usa. Le dosi di Sputnik sono una frazione di quelle americane, meno del 10%, eppure Putin cerca di venderle ovunque.

 

Per riuscirci utilizza anche la disinformazione, come hanno denunciato il dipartimento di Stato e la fondatrice della Reboot Foundation Helen Lee Bouygues: «Mosca usa per i vaccini gli stessi strumenti impiegati per influenzare le elezioni. Diffonde informazioni false per boicottare le dosi prodotte negli Usa, incrinare la fiducia nelle democrazie occidentali, e promuovere le sue fiale».

 

joe biden xi jinping

Biden non esporta i vaccini, incluso AstraZeneca che non è ancora autorizzato sugli americani, per ragioni politiche. La prima è che ha vinto le elezioni promettendo una gestione più efficace della pandemia, e ora deve mostrare i risultati, anche per far ripartire l' economia. La seconda è che Trump era andato alla Casa Bianca con lo slogan «America First», e Joe non può dare l' impressione di dare la precedenza agli stranieri.

scatole di vaccino pfizer distribuite negli usa 1

 

 La pressione però sale, perché Cina e Russia sfruttano in modo efficace la diplomazia dei vaccini, e ciò complica la costruzione dell' alleanza per contrastarle. Washington è tornata a finanziare con 4 miliardi di dollari Covax, il piano dell' Oms per la vaccinazione globale; ha promesso 4 milioni di dosi AstraZeneca a Messico e Canada, in cambio di aiuti con l' ondata dei migranti; e ha offerto agli alleati asiatici del Quad di aiutarli ad aumentare la loro produzione. Presto potrebbe liberalizzare le licenze, ma non basta. La speranza ora è che le immunizzazioni negli Usa, che procedono al ritmo di 2,5 milioni al giorno, raggiungano presto un numero di cittadini tale da consentire l' inizio dell' esportazione del surplus.

JOE BIDEN E VLADIMIR PUTIN

 

2 - IL RITORNO (UTILE) DEGLI USA

Angelo Panebianco per il "Corriere della Sera"

 

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dato dell' assassino al capo della Russia Vladimir Putin e la cosa ha fatto, ovviamente, un grande rumore. In base agli usi vigenti sono due casi in cui si può comprendere perché chi governa una grande potenza abbia deciso di dare pubblicamente dell' assassino a un capo di governo straniero.

 

Può essere, in primo luogo, che questo capo di governo sia il feroce dittatore di un piccolo Paese. Accusarlo di essere un assassino equivale allora a un avvertimento: non darmi ancora fastidio o la pagherai cara.

PUTIN E XI JINPING

 

Il secondo caso è quello in cui il capo di governo straniero guidi un' altra grande potenza e chi gli ha dato dell' assassino si appresti a dichiarargli guerra. Ma se la guerra è esclusa - come, fortunatamente, lo è al momento fra Stati Uniti e Russia - allora la scelta di bollare con la parola «assassino» il capo di governo di un' altra grande potenza non è immediatamente decifrabile (come ha osservato Sergio Romano, Corriere del 19 marzo).

Facilmente, infatti, le due potenze si troveranno in futuro impegnate in negoziati su temi di interesse comune.

CORONAVIRUS - VACCINO USA

 

Può essere che si renda anche necessario qualche incontro fra i due capi di governo: come si può pubblicamente stringere la mano a uno al quale, altrettanto pubblicamente, si è dato dell' assassino?

 

Diventa lecito porsi qualche domanda sia sulle motivazioni di Biden sia sulla strategia americana in un' epoca caratterizzata da due circostanze: la ripresa in grande stile della competizione fra le grandi potenze, nonché l' accrescimento delle capacità di manovra di molte medie potenze come la Turchia o l' Iran (per restare nel quadrante geopolitico che più interessa a noi europei).

RUSSIA E CINA - DIPLOMAZIA DEL VACCINO

 

Una volta esclusa la gaffe, possiamo riconoscere che le motivazioni di Biden fossero più d' una. Voleva appellarsi alla parte del pubblico americano che crede nella superiorità morale degli Stati Uniti. Voleva poi avvertire Putin che, con la sconfitta di Donald Trump, l' epoca delle provocazioni russe impunite è finita. Voleva infine chiarire agli europei, Germania in testa, che, d' ora in poi, sarà per loro costoso tenere il piede in due staffe (caso del gasdotto Nord Stream 2 e non solo).

 

il vaccino russo

Le si approvi o no, sono comunque motivazioni comprensibili. Ma come si inquadra ciò nella partita di «Risiko» in corso nell' attuale, fortunatamente pacifica, competizione geopolitica fra le grandi potenze? Con quali carte l' America di Biden partecipa al gioco?

 

C' è un rischio che non può essere taciuto. Come tante volte è accaduto nella storia, la grande potenza un tempo dominante e che si percepisce in declino potrebbe commettere errori su errori nel tentativo di recuperare in fretta la precedente posizione di forza.

vladimir putin

 

È lecito chiedersi se dopo le Amministrazioni di Obama e di Trump, che, in modo diverso, avevano preso atto del declino americano, Biden non rappresenti l' epoca dell' illusione: una sorta di «estate indiana», una breve fase in cui l' America sembra recuperare il passato ruolo egemonico ma che precede un ulteriore, definitivo, indebolimento di potenza, al tempo stesso drastico e rapido.

 

joe biden xi jinping

Lo può pensare chi ritiene che gli Stati Uniti non abbiano più la forza per contrastare due grandi potenze (Cina e Russia) contemporaneamente. Senza considerare che scegliendo la strada del containment , del contenimento, nei confronti di entrambe, si corre il rischio di spingerle l' una nelle braccia dell' altra, favorendo la formazione di una forte alleanza antiamericana e antioccidentale.

 

MEME SUL VACCINO RUSSO

Ma, volendo essere ottimisti, immaginiamo invece che la strategia americana sia lucida, che la nuova Amministrazione stia facendo un calcolo realistico delle proprie forze e di quelle delle altre potenze.

 

E che scommetta giusto pensando che Russia e Cina non possano facilmente dare vita fra loro a una stabile alleanza essendo molte, e antiche, le ragioni della reciproca diffidenza. Forse è solo una forma di wishful thinking (scambiare i propri sogni per realtà) ma a noi europei, e italiani in particolare, conviene credere nella lucidità e nella razionalità delle scelte statunitensi.

 

SELFIE DURANTE IL VACCINO

La ragione è che abbiamo bisogno degli americani. Ne abbiamo bisogno noi italiani in particolare dato che, a causa di errori occidentali e di una prolungata italica inerzia, il Mediterraneo è diventato un mare pericoloso, con i russi e i turchi che stazionano davanti alla porta di casa nostra. La maggioranza dei nostri connazionali sembra inconsapevole dei rischi.

 

In un Mediterraneo ove russi e turchi, fra loro in competizione, si danno arie da padroni ci sono per noi varie conseguenze negative. Non solo sono compromessi i nostri vitali interessi energetici e più in generale economici nell' area. Non solo altri (non noi) possono aprire o chiudere a piacimento i rubinetti che regolano i flussi migratori verso l' Italia e il resto d' Europa. Oltre a ciò, l' alterazione degli equilibri militari crea rischi per la sicurezza e per la nostra integrità territoriale. Magari non subito ma in prospettiva.

recep tayyip erdogan

 

Una volta esaurite le giaculatorie «europeisticamente corrette», una volta dichiarato, come prevede il rituale, che l' Europa dovrà fare questo o quello per favorire la pace nel Mediterraneo, la cooperazione fra i popoli eccetera, è agli americani che ci si deve rivolgere per tentare di arginare la sgradita e ingombrante presenza di russi e turchi nel nostro giardino di casa.

 

distribuzione vaccino usa 12

Se questa è la finalità, l' Europa può essere solo uno junior partner degli Stati Uniti, non può sostituirli. Come mostrano anche i risultati fin qui poco brillanti dell' operazione navale Irini, lo sforzo europeo di bloccare l' afflusso di armi in Libia. A proposito della quale, per inciso, non ci si può illudere che basti il nuovo governo di unità nazionale per sconfiggere il caos.

 

Dobbiamo sperare che con Biden l' America davvero sia «tornata». E dobbiamo anche sperare che l' inevitabile massiccio investimento geo-strategico degli Stati Uniti nella competizione con la Cina in Asia non porti Biden a seguire le orme di Trump, a disinteressarsi del Mediterraneo. Con un occhio a quanto accade in questo mare per noi europei (e italiani per primi) non è tanto importante che Putin venga riconosciuto da tutti come un tipo poco raccomandabile. Egli comunque lo è.

 

erdogan 2

Come lo è il turco Erdogan. È importante, piuttosto, che su questo mare e fra le sue sponde si ricostituisca un equilibrio che in anni recenti si è spezzato a vantaggio dei tipi poco raccomandabili.

vaccino russo coronavirus

 

joe biden che cade

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMANTE “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA