giuliano ferrara mario draghi

DOPO DRAGHI, SENZA DRAGHI, OLTRE DRAGHI (MO’ SO’ CAZZI AMARI) - GIULIANO FERRARA, ORFANELLO DI MARIOPIO: “DRAGHI VA DIMENTICATO PERCHÉ INDIMENTICABILE E IRRIPETIBILE. IL DRAGHISMO VA CONSIDERATO PER QUELLO CHE È RAPIDAMENTE DIVENTATO, UN ALIBI E UNA GNAGNERA, UN CHIACCHIERICCIO MOLESTO. QUELLI CHE VENGONO PROVINO A FARE MEGLIO, E QUELLI CHE SI OPPORRANNO SI FACCIANO VENIRE UN’IDEA SOLIDA SU COME COMPETERE ED EMULARE”

 

Giuliano Ferrara per “il Foglio”

 

giuliano ferrara foto di bacco (3)

Dimenticare Draghi, che ha tenuto ieri un discorso indimenticabile.

 

Non è solo questione di un italiano perfetto, di un sorriso invitante ma non stupidamente emozionante, di un insieme di risultati della stagione breve e incredibilmente efficace di governo, e di una proiezione non retorica verso un futuro di difficoltà, di speranze, di slancio nazionale in Europa e in occidente.

 

Non è solo questione di imparzialità, di disinteresse personale, di autentico amore per il proprio paese nel mondo turbolento di pandemia, guerra, minacce allo sviluppo.

 

mario draghi al meeting di rimini 5

La missione compiuta di questo incredibile Grand Commis de l’État, il più politico di tutti i politici, il meno demagogico e il più laconico tra chi ci ha mai governato, sa di irripetibilità.       

 

Abbiamo mancato l’occasione di averlo alla guida dello stato per sette anni, e questo è imperdonabile e miserabile, anche alla luce della sua uscita di scena da primattore consumato. Un gesto di autolesionismo senza precedenti nella nostra storia.

 

Di cultura liberale e di istinto keynesiano, cattolico e laico per metodo, conoscitore per esperienza diretta della politica italiana e della grande politica europea e mondiale, tra i primi Draghi ha capito il passaggio di fase della pandemia, e poi della guerra, e ha tenuto ferma la barra del timone con intelligenza e generosità fino al momento in cui lo spirito di divisione ha reso necessario il ritorno a una mediocre normalità.

 

mario draghi al meeting di rimini 4

Non lascia alcuna agenda ma risultati. E un segno di apertura e bellezza della politica destinato all’archivio appena aperte le urne elettorali. Che consegna a chi gli succederà un compito doveroso, perché la base della democrazia è nelle elezioni, ma quasi impossibile.     

 

Dimenticare Draghi significa fare tesoro dei suoi interventi e delle sue politiche per il debito buono, della sua integrità e autorevolezza nel perseguire gli scopi di una missione di unità nazionale, della sua determinazione a far funzionare il governo nell’interesse generale, anche dell’opposizione, senza sfuggire ai controlli e senza subirne l’effetto paralizzante.

 

AGENDA DRAGHI MEME

Ora avremo un Parlamento più forte perché non pletorico, con deputati e senatori scelti essenzialmente dai partiti in mancanza di una legge elettorale seria, seriamente proporzionale o seriamente maggioritaria, e un governo e una maggioranza scelti da quel popolo che nel 2018 ci diede una legislatura pazza e un po’ ubriaca, della quale si è fatto il meglio con la solita sfrontata flessibilità del trasformismo all’italiana; per finire in gloria con un esecutivo di livello internazionale e una politica mai vista fino a oggi, promossa dal capo dello stato e attuata da un banchiere di grido, a parte stagioni eccezionali interrotte dalla irruzione della demagogia e del giustizialismo della magistratura militante e dei suoi mandanti esterni.      

 

Chiunque vinca avrà molto da fare. Chiunque perda avrà moltissimo da fare. Dopo Draghi, senza Draghi, oltre Draghi c’è da ricostruire un profilo decente della politica italiana. Una combinazione di decisionismo riformatore e di dialogo costituzionale per la quale a oggi non sembrano attrezzate le coalizioni e i cosiddetti poli che si contendono i voti.

tweet sulle dimissioni di mario draghi 11

 

Ma resta questa idea che sia possibile un’azione non stupidamente e bestialmente autarchica, che sia nelle cose il legame di interdipendenza con alleati e partner, che sia necessario un surrogato istituzionale dell’unità nazionale tradita.

 

Draghi va dimenticato perché indimenticabile e irripetibile. Il draghismo va considerato per quello che è rapidamente diventato, un alibi e una gnagnera, un chiacchiericcio molesto. Quelli che vengono provino a fare meglio, e quelli che si opporranno si facciano venire un’idea solida su come competere ed emulare.

mario draghi 5

giuliano ferrara foto di bacco (4)

MARIO DRAGHI MEME BY ANNETTA BAUSETTIsergio mattarella mario draghi ARTICOLO DI HANDELSBLATT SULLA CADUTA DI MARIO DRAGHI mario draghi daniele franco 4 tweet sulle dimissioni di mario draghi 1

GIULIANO FERRARAgiuliano ferrara foto di bacco (1)

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...