giuseppe conte sergio mattarella

DOPO LA FASE DUE, NON C'È IL CONTE-TER - L'AVVERTIMENTO DI MATTARELLA: SE IL GOVERNO VA IN CRISI, C'È SOLO IL VOTO A SETTEMBRE, SENZA ASPETTARE IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI. CHE COSÌ SAREBBERO 945 PER UN'ALTRA LEGISLATURA, PER LA GIOIA DI MOLTI… - IL RAGIONAMENTO VALEVA PRIMA DEL CORONAVIRUS E VIENE RIBADITO ORA A RENZI E AGLI ALTRI CHE PICCONANO L'ESECUTIVO OGNI GIORNO

1. SE CADE CONTE PER IL QUIRINALE C'È SOLO IL VOTO SENZA ASPETTARE IL REFERENDUM

Marzio Breda per il ''Corriere della Sera''

 

Dopo la fase 2 il marasma, con rigenerazione e salvezza finale.

Ovvero la caduta del governo Conte già prima dell' estate e l' apertura di un negoziato a tutto campo da cui nascerebbe un esecutivo «di salute pubblica» al quale affidare la ripartenza economica dell' Italia. Ecco lo scenario che alcuni profetizzano da settimane, tra Montecitorio e qualche salotto politico-mediatico dove si coltiva il sogno di insediare a Palazzo Chigi gli ottimati, cioè i migliori o presunti tali. È una scommessa che vede il presidente della Repubblica, arbitro costituzionale di ogni crisi, nelle vesti di ormai rassegnato esecutore di questa soluzione. Le cose non stanno così.

 

sergio mattarella giuseppe conte 3

Certo, anche Mattarella è in ansia per le sfide che attendono il Paese. Teme che l' assedio al premier, logorato da una parte della stessa maggioranza (e qui Renzi svetta accanto a qualche pokerista dei 5 Stelle) e bombardato compulsivamente da un' opposizione in cerca di spazi, costringa il governo ad accontentarsi di una modesta strategia di galleggiamento. Il rischio è che, in quest' atmosfera da cupio dissolvi , non vengano arginate le prospettive di una recessione e tutto sfoci in una resa di Giuseppe Conte. Magari per un banale incidente di percorso in Parlamento.

 

Sarebbe la crisi al buio che tanto preoccupa il capo dello Stato. Il quale non ha sulla scrivania una pistola giocattolo, con il tappo di sughero. Ha l' arma dello scioglimento delle Camere. È vera e carica.

 

E lui è pronto a usarla subito anche perché ha sempre detto che, esaurita ogni formula politica, Conte sarebbe stato l' ultimo premier di questa legislatura. Basta porsi qualche domanda per averne conferma. Ci sono i numeri per una maggioranza alternativa? C' è un candidato premier accettabile da un largo fronte? C' è un programma serio e condiviso? E, soprattutto, c' è il tempo per far maturare un' intesa (come minimo un paio di mesi tra consultazioni sul Colle e trattative), mentre l' Italia è stretta sotto una doppia emergenza?

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

 

A questi interrogativi la risposta inevitabile è una sola: no. E non c' è neppure lo scudo del referendum sul numero dei parlamentari (con successiva nuova legge elettorale) dietro il quale si riparano coloro che vagheggiano l' esecutivo di unità nazionale. Se poi davvero la deadline del governo Conte 2 fosse a giugno, come si sostiene, Mattarella ci manderebbe alle urne a settembre, nel quadro istituzionale che c' è adesso. Cioè con l' esecutivo dimissionario a traghettarci al voto. Con i sommovimenti tra i due fronti suggeriti dagli ultimi sondaggi, nessuno può dare per scontato come andrebbe a finire.

 

 

2. L’AVVERTIMENTO DEL COLLE AI PARTITI: IN CASO DI CRISI, VOTO A SETTEMBRE

Ugo Magri per ''La Stampa''

 

Più monta l’insofferenza di Matteo Renzi, e più gli sguardi della politica si rivolgono al Colle: in caso di crisi, come reagirebbero lassù? Il capo dello Stato sarebbe disposto a promuovere un governo di salute pubblica sorretto dall’intero arco parlamentare? O invece lascerebbe ai vari leader l’onore e l’onere di trovare un accordo, pronto a sciogliere le Camere qualora non se ne dimostrassero capaci? Delle due risposte, la seconda sembra quella più vera. Non perché Sergio Mattarella bruci dalla voglia di riportarci a votare, magari con la mascherina.

nicola zingaretti giuseppe conte

 

Semplicemente l’uomo sa di non possedere la bacchetta magica. Ritiene difficilissimo ricomporre i cocci, una volta che venisse rotto l’equilibrio attuale.

 

Due anni fa si era spinto all’estremo limite dei suoi poteri presidenziali ipotizzando di lanciare in campo un tecnico, Carlo Cottarelli. Ma era il tentativo (disperato) di evitare che la XVIII legislatura morisse ancora in fasce. Oggi nessuno può pretendere da Mattarella una nuova missione impossibile. Perfino sostituire il premier, lasciando il resto così com’è, verrebbe considerata al Quirinale una manovra ad altissimo rischio.

 

Non perché l’azione di Conte sia immune da pecche (pochi giorni fa Mattarella gli aveva sollecitato decreti meno confusionari), ma in quanto nessuno può prevedere come reagirebbero i grillini una volta persa la guida del governo. Niente di più facile in quel caso che la maionese impazzisca, la crisi si avviti e all’arbitro non resti altro che fischiare il «game over».

 

sergio mattarella carlo cottarelli

Ecco come mai, a chi chiede se il presidente ci farebbe votare alla prima data utile, la risposta di chi lo frequenta è sì: senza altre via d’uscita, Mattarella convocherebbe le urne anche ai primi di settembre, senza aspettare il referendum confermativo che è stato rinviato all’autunno. E se per effetto del voto anticipato venisse eletto un Parlamento con gli attuali 945 seggi, pazienza: in attesa di tagliare gli onorevoli e i senatori, non si potrebbe certo sospendere la democrazia.

 

Sono in fondo tutti ragionamenti che sul Colle si udivano già a gennaio, prima del coronavirus. Anche allora si paventava una crisi senza sbocco con conseguenti ineluttabili elezioni. C’è una differenza, però: rispetto a tre mesi fa, la pandemia ha cambiato molte carte in tavola. Per dirne una, ha reso ancora più centrale la figura del premier a danno dei suoi avversari. Negli ultimi sondaggi, maggioranza e opposizione risultano testa a testa. Se si votasse sull’onda dell’emergenza, nessuno sa come andrebbe a finire.

 

conte di maio

Il suggerimento implicito del Colle è dunque che ciascun leader calcoli bene le proprie mosse in uno scenario dove nulla è scontato e le buone notizie si alternano con quelle cattive. Ieri è piovuta dalla Germania la decisione della Corte costituzionale tedesca sui poteri della Bce. Secondo i consiglieri del Colle, le luci di quella decisione prevalgono sulle ombre, bisogna pensare positivo; eppure i mercati si sono molto agitati. È la prova che la «fase 2» va conquistata giorno per giorno. Al resto si penserà poi.

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO