alessandro giuli l apostata meme by dagospia

DOPO IL “PENSIERO SOLARE”, “L’INFOSFERA” E GLI “ABERRIGENI”, SIAMO ARRIVATI AL “RAPTUS TEORETICO” – ALESSANDRO GIULI TORNA DAVANTI ALLE COMMISSIONI CULTURA DI CAMERA E SENATO, DOVE TUTTO COMINCIÒ (LÌ PARLÒ DI  "ONTOLOGIA INTONATA ALLA RIVOLUZIONE PERMANENTE DELL’INFOSFERA GLOBALE"). ED ESORDISCE COSÌ, “AL NETTO DI QUALCHE RAPTUS TEORETICO”. POI PERÒ PARLA ANCHE DELLE DIMISSIONI DI SPANO (SENZA FARSI CAPIRE): “SGOMBRIAMO IL CAMPO DA RETRO PENSIERI SU NOMENCLATURE CHE VANNO E VENGONO, STATO ETICO, TENTATIVO DI ORIENTARE LA CULTURA. IL CAMBIO DI SQUADRA È NATURALE, LO STAFF PRECEDENTE ERA…”

 

Estratto dell’articolo di Felice Florio per www.open.online

 

alessandro giuli alla camera foto lapresse 4

Alessandro Giuli torna davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato per concludere l’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero. L’appuntamento, rimandato a causa di alcuni impegni del neoministro, segue quel primo incontro la cui registrazione fu scovata da Open e che rese Giuli il ministro più chiacchierato per settimane.

 

Allora il successore di Gennaro Sangiuliano improntò un discorso a tratti indecifrabile, esordendo tra l’altro con una citazione errata di Hegel. Oggi, 7 novembre, l’esponente del governo Meloni opta per un intervento meno «teoretico». È una risposta, in realtà, alle repliche di deputati e senatori.

 

ALESSANDRO GIULI ANNUSA LA RIVISTA DELLA BIENNALE DI VENEZIA

Inizia Elisabetta Piccolotti di Alleanza verdi sinistra, che rimprovera a Giuli «di aver fatto una lunga prolusione – l’8 ottobre scorso – utile a inquadrare la sua filosofia, meno utile a comprendere quali siano le linee indirizzo della sua politica culturale». Valentina Grippo, membro di Azione, si dice «perplessa dalla difesa di ufficio» che l’attuale ministro ha fatto del suo predecessore. Cita i concorsi banditi all’ultimo per rimpiazzare i direttori dei musei in scadenza e altre criticità del dicastero.

 

[…]  Rossano Sasso, della Lega, pone tre domande al ministro, l’ultima delle quali prende spunto dalle elezioni americane: «Il segnale che c’è giunto è di un popolo che con il proprio voto si è ribellato alle élite. La vittoria di Donald Trump è la vittoria di chi si è ribellato anche al conformismo repressivo nel settore della cultura e repressione di chi con una furia iconoclastica ha portato l’ideologia woke, la cancel culture, persino nelle fiabe.

 

francesco spano - alessandro giuli - francesco gilioli - servizio di report

Un tentativo di indottrinamento, fin da piccoli, del politicamente corretto hanno prodotto delle derive progressiste come l’uso degli asterischi e dello schwa. Strumenti introdotti artificiosamente per decisione minoritaria delle élite. Credo nel primato della politica e a me, a differenza della collega che mi ha preceduto – Grippo – e non mi piacciono i ministri che non orientano».

 

[…] Matteo Orfini, del Partito democratico, si «avvale della facoltà di non rispondere» a quanto detto da Sasso. Evita la polemica, con il biasimo dei contenuti leghisti che traspare da un mezzo sorriso del Dem. «Stiamo riducendo il pluralismo culturale», continua Orfini, rivolgendosi adesso a Giuli.

GIULI L'APOSTATA - MEME BY DAGOSPIA

 

E conclude segnalando le mancanze della legge di Bilancio 2025 contro la precarietà dei lavoratori del mondo dello spettacolo. Il round di interrogazioni si chiude con le domande di Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, e Alessandro Amorese, entrambi di Fratelli d’Italia.

 

Tocca al ministro Giuli replicare: «Non stavo scappando da questo confronto», esordisce. Poi fa autoironia sull’intervento “oscuro” svolto un mese fa davanti alla stessa platea: «Abbiamo destinato 10,5 milioni al sostegno di attività di spettacolo dal vivo per l’inclusione sociale, per il riequilibrio territoriale, per le periferie. Uno dei punti che mi avete sentito citare con una particolare enfasi – l’8 ottobre – al netto di qualche raptus teoretico».

 

ALESSANDRO E ANTONELLA GIULI - FOTO LAPRESSE

A proposito delle sostituzioni avvenute nello staff ministeriale, ai due capi di gabinetto cacciati nell’arco di un mese e mezzo – prima Francesco Gilioli, con ombre mai chiarite, e poi Francesco Spano – Giuli abbassa molto i toni: «Sgombriamo il campo nelle nostre discussioni da retro pensieri su nomenclature che vanno e vengono, stato etico, tentativo di orientare la cultura. Il cambio di squadra è naturale, lo staff precedente era di altissimo livello, così com’è quello attuale».

 

[…] Circa la legge di Bilancio, che Giuli definisce «severa», rispetto alla spending review proposta dal ministero dell’Economia, «abbiamo ottenuto una riduzione del taglio di 147,6 milioni, il 4,3%. Se fate una comparazione con i tagli subiti dagli altri ministeri, la Cultura ha resistito».

servizio delle iene su alessandro giuli 4

 

 Quindi, sostiene il ministro, «è falso dire che siamo stati commissariati da Giancarlo Giorgetti». Anzi, integra Giuli, «stiamo facendo il massimo sforzo per le condizioni date. Questa legge di Bilancio evidentemente ha obbligato ciascun dicastero a delle oggettive azioni di razionalizzazioni, ma di fatto sono dei tagli, anche se c’è taglio e taglio e modo e modo di combattere. La legge è emendabile, ci sono degli emendamenti che piacciono al Ministero, spero ce ne siano altri».

 

ALESSANDRO GIULI - MEME BY MMAX

Sulla gestione Sangiuliano, il ministro chiarisce che non c’è stata «nessuna tabula rasa, mi sono insediato in un ministero che malgrado le tempeste mediatiche lavorava, eccome se lavorava». Rispondendo a Sasso, Giuli sembra mostrare delle affinità con il discorso del leghista: «I ribelli degli Stati Uniti di cui parlava e che hanno votato Trump sono anche molto attenti alle grandi promesse della transizione tecnologica.

 

Un dialogo con quel mondo è necessario: l’Italia ha un grande privilegio, di essere da sempre terra di mediazione. Il presidente della Repubblica è in Cina in questo momento, mentre i rivoltosi di una cultura che non accetta l’ideologia woke hanno votato per Trump.

 

Noi rappresentiamo la sede naturale della diplomazia culturale, un luogo di mediazione. Queste non sono linee direttive del ministero, ma sono semplicemente degli orientamenti culturali. Il mio ruolo è dare una sensibilità e assecondare il lavoro degli enti culturali».

le iene servizio su alessandro giuli e francesco spano 4

 

[…] La conclusione dell’intervento di Giuli è interrotta dalle proteste del grillino Pirondini, che lamenta animatamente l’elusione delle sue domande. «Mi dispiace, doveva essere un soliloquio perché dovevo rispondere alle vostre domande. Chi non è soddisfatto ha diritto di non esserlo, ritengo di aver risposto a tutto – ridacchia Giuli -. Considero la mia sinfonia finita».

ALESSANDRO GIULI - FOTO LAPRESSE alessandro giuli alla camera foto lapresse 5

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO