matteo salvini antonio tajani giorgia meloni autonomia

DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA, CHE FINE FA L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA? DOVRA’ ESSERE CORRETTA IN AULA: LA LEGGE PRESENTA DEI BUCHI E ANDREBBE RIVISTA PER ESSERE APPLICATA. MA IL GOVERNO POTREBBE TENTARE DI EVITARLO SOSTENENDO CHE LA SENTENZA È AUTOAPPLICATIVA - E IL REFERENDUM ABROGATIVO RESTA IN PIEDI? IL QUESITO PREVEDE L’ABROGAZIONE DELL’INTERA LEGGE E FORMALMENTE RIMANE IN PIEDI. MA LA LEGGE CALDEROLI, DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE, NON È PIÙ LA STESSA LEGGE - PER LA VALIDAZIONE, IL REFERENDUM DEVE PASSARE ALL’ESAME DELLA CASSAZIONE (CHE DECIDERÀ SE SONO MUTATI I PRINCIPI ISPIRATORI E I CONTENUTI NORMATIVI ESSENZIALI) POI ALLA CORTE COSTITUZIONALE PER IL GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ. IN CASO DI RISCRITTURA IN PARLAMENTO, DOVREBBE DI NUOVO PASSARE ALLA CASSAZIONE CHE…

Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”

 

1 La sentenza della Consulta riscrive l’elenco di materie che si possono trasferire alle Regioni?

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

La Corte non riscrive ma interpreta l’articolo 116 comma 3 della Costituzione, sostenendo che il regionalismo differenziato non può intaccare materie e funzioni unitarie perché già di competenza Ue o perché è costituzionalmente corretto che rimangano allo Stato. Rileggendo il testo costituzionale riformato nel 2001, soprattutto alla luce della crescita dell’Unione europea, quell’elenco di materie — dalla scuola all’ambiente, dai trasporti al commercio con l’estero — risulta oggi non realistico.

 

2 Ci sono materie che la sentenza esclude del tutto dal novero di quelle delegabili alle Regioni?

Sì perché non c’è più spazio per differenziare.

 

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

3 Quali sono?

Le norme generali sull’istruzione non sono trasferibili perché la formazione, «intimamente connessa al mantenimento dell’identità nazionale», deve essere uniforme su tutto il territorio. La tutela dell’ambiente perché già normata dall’Ue. Il commercio con l’estero perché competenza esclusiva della Ue. Porti, aeroporti e grandi reti di trasporto sono parti di un sistema «euronazionale», spesso finanziati direttamente da Bruxelles.

 

4 La devoluzione delle funzioni dovrà essere coniugata con la salvaguardia della sussidiarietà?

Sì, la Corte non ammette un’impostazione astratta sul conferimento delle funzioni.

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Ricorda che la sussidiarietà è un ascensore e la scelta del piano a cui fermarsi va fatta sulla base di una scelta pragmatica di equità ed efficienza.

 

5 Come rivedono i giudici il ruolo del Parlamento?

Ne esaltano la funzione privilegiando la sede parlamentare rispetto a quella governativa.

La Corte chiarisce che le leggi che conferiranno funzioni alle Regioni dovranno essere emendabili. Precisa poi che i Lep (Livelli essenziali di prestazione) non si possono costruire a partire da deleghe in bianco. Segnala peraltro che i Lep, appunto «essenziali», sono diversi da una garanzia minima.

giorgia meloni 11

 

6 Resiste la distinzione prevista dalla legge Calderoli, tra materie Lep e non Lep?

Esce molto ridimensionata. Le materie non Lep, in cui ci può essere devoluzione di funzioni senza fissare prima i Lep, per essere tali non devono incidere sui diritti.

 

7 La sentenza interviene sull’aspetto finanziario?

La Corte ha ritenuto fondata la tesi per cui le Regioni che conseguano un’autonomia differenziata non possano ritenersi esonerate dal principio dell’equilibrio di bilancio […]

roberto calderoli - foto lapresse

 

8 Per effetto dei rilievi dei giudici, la legge Calderoli si può correggere in Aula o va riscritta?

Deve essere corretta in Aula: i limiti ai trasferimenti […] vanno sanciti a livello legislativo. Dopo la sentenza, la legge presenta dei buchi e andrebbe rivista per essere applicata. Ma il governo nelle prossime settimane potrebbe tentare di evitarlo sostenendo che la sentenza è autoapplicativa.

 

9 Il referendum abrogativo rimane in piedi?

Resta una questione controversa. Il quesito referendario prevede l’abrogazione dell’intera legge dunque formalmente potrebbe rimanere in piedi. Ma è chiaro che la legge Calderoli, dopo la sentenza della Corte, non è più sostanzialmente la stessa legge.

 

CAOS AL SENATO AUTONOMIA DIFFERENZIATA

10 Quali sono i passaggi di validazione a cui è sottoposto il referendum?

Deve passare all’esame della Cassazione che deciderà se sono mutati i principi ispiratori e i contenuti normativi essenziali. Poi alla Corte costituzionale per il giudizio di legittimità. In caso di riscrittura in Parlamento, dovrebbe di nuovo passare alla Cassazione che consulterà il Comitato promotore già nei prossimi giorni rispetto alla sentenza della Corte costituzionale.

 

Le risposte sono state elaborate con Stefano Ceccanti, professore di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma e Annamaria Poggi, professoressa di Diritto costituzionale all’università di Torino.

roberto calderoli sul palco di pontida foto lapresse

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…