giuseppe conte mario draghi

IL DOPPIO GIOCO DI CONTE: FINGERE DI SOSTENERE DRAGHI E TENERE UN PIEDE FUORI DALLA MAGGIORANZA - PEPPINIELLO APPULO SI E’ INTESTATO LA STESSA STRATEGIA DI SALVINI: ESSERE UN PO’ DI LOTTA E UN PO’ DI PAGNOTTA - CON L’OBIETTIVO DI DIMOSTRARE A MARIOPIO DI ESSERE LUI, E NON DI MAIO, L’INTERLOCUTORE DEL M5S - MA A PALAZZO CHIGI LUIGINO E’ CONSIDERATO COME L'ESPONENTE GRILLINO CHE RISOLVE I PROBLEMI, MENTRE IL CONTIANO STEFANO PATUANELLI, MINISTRO DELL'AGRICOLTURA E CAPO DELEGAZIONE, È ORMAI GUARDATO CON MAGGIORE DIFFIDENZA…

Annalisa Cuzzocrea per “la Stampa”

 

mario draghi giuseppe conteu

«Il carobollette sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese, come possiamo dire di no a risorse aggiuntive?». Giuseppe Conte è andato a Palazzo Chigi a chiedere più fondi, ristori, in pratica un nuovo scostamento di bilancio cui secondo l'ex premier è inevitabile arrivare. «Anche se per ora - ammette - qualcosa si può recuperare a quadro invariato». Il presidente del Consiglio la pensa diversamente: «Caro Giuseppe, non ci sono i margini. E ora come ora neanche i presupposti».

 

conte di maio

Se c'è una cosa che Mario Draghi ha capito, in queste settimane tormentate dall'elezione del presidente della Repubblica, è che Lega e Movimento 5 stelle hanno in comune molto di più che un passato al governo insieme. Condividono una strategia che già ieri, al premier, è apparsa chiarissima: staranno con un piede dentro e uno fuori dall'esecutivo. Sosterranno le misure che riterranno convenienti al loro consenso elettorale, prenderanno le distanze da quelle più divisive.

 

Non è stato solo Conte infatti a chiedere un incontro a Palazzo Chigi questa settimana. Draghi doveva vedere anche Matteo Salvini, fermato dal Covid sulla soglia di Montecitorio nel giorno del giuramento di Sergio Mattarella. I due leader vogliono apparire, più di ogni altro, coloro che "pungolano" il governo sulle urgenze del Paese: a partire da quella energetica.

CONTE SALVINI

 

Non si tratta solo di conti. Nuove frizioni potrebbero arrivare già nel confronto sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura, ormai ineludibile non solo perché è una delle condizioni legate ai prestiti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche perché è stato lo stesso capo dello Stato - nel suo discorso ai grandi elettori - a ricordarne il ritardo. Su questo, Conte continua a ripetere uno slogan già noto: «No alle porte girevoli tra politica e magistratura».

 

giuseppe conte mario draghi

Da qui a capire come sarà declinato, passeranno giorni, tavoli, incontri. Probabili litigi. Tutto però, nel faccia a faccia di ieri tra il leader del Movimento e Draghi, sembra svolgersi alla luce della competizione scoppiata all'interno dei 5 stelle. Conte vuole dimostrare che è con lui che il premier deve parlare, non con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ma è un fatto che a Palazzo Chigi il capo della Farnesina sia considerato come l'esponente del Movimento che risolve i problemi, mentre il contiano Stefano Patuanelli - ministro dell'Agricoltura e capo delegazione - è ormai guardato con maggiore diffidenza.

 

MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE

Fa parte di una cabina di regia che il presidente del Consiglio sostiene di non voler assolutamente cambiare, ma non ha - con Draghi - lo stesso rapporto di fiducia di Di Maio. Forse per questo nel colloquio di ieri Conte ha toccato anche i temi esteri. A partire, con la crisi energetica, dall'assoluta «necessità di scongiurare una guerra sul confine russo-ucraino che, aggiunta alla pandemia, comprometterebbe il quadro di ripresa internazionale».

 

giuseppe conte luigi di maio

L'ex premier assicura che «il Movimento non ha voglia di giocare», e aggiunge: «Noi ci siamo, abbiamo in modo trasparente chiesto massima continuità di governo e anzi adesso dobbiamo accelerare e mostrare ancora più coraggio». Non vuole essere dipinto come colui che ha voluto fermare Draghi al Colle per ripicca o per vendetta. «Non ascolti quello che si dice di noi, non abbiamo alcuna intenzione di far cadere il governo, vogliamo rafforzare l'esecutivo e la sua premiership». Non c'è alcuna «preclusione personale» nei confronti del presidente del Consiglio, che anzi deve restare saldo al suo posto ed è l'unico che può guidare una coalizione così composita. Quelle del voto anticipato sono secondo Conte «polemiche di basso cortile».

 

Bisogna piuttosto pensare a rispettare «gli obiettivi del Pnrr, che già da quest' anno saranno più stringenti e costringeranno tutti i ministeri e i centri di spesa interessati a intensificare gli sforzi. Va assicurata una robusta ripresa economica e bisogna agire contro la possibilità di nuove politiche restrittive a livello europeo».

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI

 

Tradotto: lavorare per evitare il ritorno del patto di stabilità così com' era. Di Di Maio e della guerra intestina di questi giorni sia Palazzo Chigi che i vertici M5S sostengono non si sia parlato. Ma nel messaggio lanciato da Conte nella stessa piazza in cui - col vento tra i capelli, davanti a un tavolino traballante ricolmo di microfoni - si era presentato come «il punto di riferimento fortissimo dei progressisti», il capo politico ripete che nei 5 stelle «le correnti non sono permesse». E fa quindi capire che sì, ora si parla delle urgenze dei cittadini, ma la resa dei conti è imminente. Probabilmente con un'assemblea aperta agli iscritti già la prossima settimana.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO