mes - giuseppe conte meccanismo europeo di stabilita'

DOVE CE L'HANNO MES? - NEL TESTO SULLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ, USCITO IERI DALL’ECOFIN, NON C’È TRACCIA DELLA FANTOMATICA “LOGICA DI PACCHETTO” CON CUI “GIUSEPPI” FECE DIGERIRE IL TESTO DELLA RISOLUZIONE PARLAMENTARE DELL’11 DICEMBRE - IL SEMESTRE EUROPEO SARÀ UN GROSSO CASINO PER NOI…

Giuseppe Liturri per “la Verità”

 

roberto gualtieri si congratula con giuseppe conte per l'informativa sul mes

Lunedì e martedì sono state due intense ed importanti giornate per capire cosa bolle in pentola per il nostro Paese a Bruxelles. Il nostro ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri, ha partecipato prima all' Eurogruppo e poi al Consiglio Ue (nella configurazione Ecofin, riservata ai ministri economico-finanziario). Come precisato da fonti del Mef, in queste riunioni non era calendarizzato alcun passo formale nel processo di approvazione della riforma del Meccanismo europeo di stabilità e del completamento dell' unione bancaria.

 

Ma, come annunciato nell' articolo pubblicato sabato 15, era prevista la discussione da parte dell' Eurogruppo e la successiva approvazione dal parte del Consiglio Ecofin, di un documento contenente raccomandazioni per la politica economica europea.

 

giuseppe conte

Non è un documento qualsiasi ma un passaggio essenziale del cosiddetto «semestre europeo». Inizia a dicembre, passa per la pubblicazione di orientamenti e raccomandazioni da parte del Consiglio, prosegue con la presentazione da parte dei Paesi aderenti dei rispettivi programmi di riforma e termina a luglio con l' adozione da parte del Consiglio delle raccomandazioni specifiche Paese per Paese. Un percorso a obiettivi pilotati che devono poi trovare attuazione concreta nella legge di bilancio di ciascun Paese che vede, a quel punto, il Parlamento ridotto a poco più di un ornamento.

 

IL COMUNICATO STAMPA DELL'EUROGRUPPO SUL MES PRIMA E DOPO L'INTERVENTO DI CONTE

Sabato avevamo avvertito che la bozza di quelle raccomandazioni conteneva l' esatta riproposizione delle conclusioni dell' Eurogruppo del 20 gennaio a proposito di Mes e unione bancaria: col primo il lavoro era al termine, con la seconda si proseguiva a lavorare fino al 2024.

 

meccanismo europeo di stabilita' 2

In palese contrasto con il testo della risoluzione parlamentare dell' 11 dicembre e con le continue rassicurazioni del presidente Giuseppe Conte circa le discussioni ancora in corso e la ormai famosa «logica di pacchetto». Oggi Conte stesso sarà in Aula per riferire sul prossimo Consiglio europeo. Nel frattempo, l' auspicio era che il ministro Gualtieri potesse ancora far rilevare, in qualche modo, che il Mes, l' unione bancaria, e il nuovo strumento di bilancio per la competitività e la convergenza (Bicc), facessero parte di un pacchetto da negoziare congiuntamente, anche per scongiurare avventati e pericolosi limiti posti ai titoli di Stato nelle banche.

 

senatori leghisti danno del pinocchio a conte

Niente da fare. Il testo è uscito dall' Ecofin così come vi è entrato: intonso. Il documento recita «Portare a termine i lavori sul pacchetto di riforme del Mes». Tutto il resto sono chiacchiere. Il treno dell' approvazione del Mes procede, al netto di alcuni dettagli di minore entità, e il completamento dell' unione bancaria avanza secondo una tabella di marcia incentrata sul tema della riduzione dei rischi (delle nostre banche, giammai quelli delle banche franco-tedesche).

charles michel ursula von der leyen david sassoli christine lagarde come le ragazze di porta venezia

 

Il semestre europeo sarà un percorso irto di ostacoli per noi. Infatti nella relazione sul meccanismo di allerta viene ribadito che è massima l' attenzione sui Paesi con alto debito pubblico che non fanno sufficienti progressi nella riduzione. Ed è facile capire a chi si riferiscano.

 

meccanismo europeo di stabilita' 1

Ma continuiamo a non toccare palla anche su altri temi in discussione. Ad esempio il citato Bicc. L' Eurogruppo aveva ricevuto dall' Eurosummit il compito di trovare una soluzione per il suo finanziamento. E questi cosa escogitano? Poiché il Bicc dovrebbe comunque fare affidamento sulle risorse del quadro finanziario pluriennale, hanno pensato bene di proporre la dotazione, su base volontaria, di risorse aggiuntive. Il tutto sulla base di un accordo intergovernativo (Iga) che ne disciplini il funzionamento. Insomma, l' ennesimo Trattato che ci vedrebbe probabilmente contributori netti.

Charles Michel

 

Parimenti a tinte fosche per il nostro Paese, aldilà delle belle parole del Commissario Paolo Gentiloni, è il quadro della revisione delle regole di bilancio. Il documento della Commissione, esaminato dal Consiglio Ue, è tutto un inneggiare alle virtù del Patto di stabilità e crescita e del «six pack» e «two pack», che hanno consentito anni di stabilità, crescita e bilanci pubblici sotto controllo.

 

Insomma, tutto il farraginoso armamentario - fatto di Pil potenziale, disavanzo di bilancio ciclico e strutturale, riduzione del rapporto debito/Pil a tappe forzate verso il 60%, obiettivo di bilancio di medio termine - che economisti di mezzo mondo considerano dannoso, pro ciclico, discrezionale e complesso nella sua applicazione, qui viene ancora portato ad esempio e non si pensa nemmeno di cambiarne una virgola.

 

Ma, nella remota ipotesi si voglia cambiare qualcosa (e perché cambiare qualcosa che funziona così bene?), si rimanda il tutto a una consultazione pubblica da concludersi entro la fine del 2020. Con buona pace dei propositi di quelli che pensavano di poter escludere dal deficit gli investimenti di cui il nostro paese ha drammatico bisogno. La strategia dei falchi del Nord Europa è nel solco del manzoniano «troncare, sopire».

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."