putin moldavia

DOVE CI SONO ELEZIONI, C'E' L'INGERENZA RUSSA - PUTIN HA SPESO 15 MILIONI DI DOLLARI PER COMPRARE IL VOTO DEGLI ELETTORI MOLDAVI E INFLUENZARE LE PRESIDENZIALI, CHE SI TERRANNO IL 20 OTTOBRE. I CITTADINI DOVRANNO ANCHE DECIDERE SE INSERIRE O MENO IN COSTITUZIONE L'OBIETTIVO DI ADERIRE ALL'UNIONE EUROPEA, E "MAD-VLAD" VUOLE OSTACOLARE IL PROGETTO - NELLA COMPRAVENDITA DI VOTI SONO STATE COINVOLTE QUASI 130MILA PERSONE - PERNO DELL'OPERAZIONE È IL BUSINESSMAN MOLDAVO-ISRAELIANO (FILO-RUSSO), ILAN SHOR...

Estratto dell’articolo di Davide Cancarini per www.ilfattoquotidiano.it

 

putin moldavia

La volontà della Russia di influenzare la vita politica delle ex repubbliche sovietiche è cosa nota. Ma scoprire come concretamente questo è messo in atto non può che colpire. Gli occhi del Cremlino sono da mesi puntati sulla Moldavia, dove il 20 ottobre si terrà una giornata elettorale dalla portata storica: i cittadini moldavi saranno infatti chiamati alle urne per le elezioni presidenziali e un contestuale referendum per decidere se inserire nella costituzione nazionale l’obiettivo di aderire all’Unione Europea.

 

ILAN SHOR

L’ultima notizia che arriva dalla repubblica dell’Europa orientale è che Mosca avrebbe investito, solamente durante il mese di settembre, almeno 15 milioni di dollari per comprare i voti di decine di migliaia di cittadini moldavi in vista della chiamata alle urne ormai prossima.

 

I dettagli dell’operazione orchestrata dalla Russia sono stati forniti dalla polizia di Chisinau, che ha dichiarato come quasi 130mila persone sarebbero state coinvolte in questo schema di compravendita di voti. L’operazione sarebbe stata messa in piedi anche grazie al contributo del controverso politico e uomo d’affari moldavo di origine israeliana Ilan Shor, condannato lo scorso anno per aver partecipato al furto di un miliardo di dollari dalle banche moldave.

 

MOLDAVIA E TRANSNISTRIA

Quest’ultimo è uno degli oppositori più accesi all’eventuale adesione all’UE del suo Paese e il suo ruolo, oltre che di persone a lui vicine, sarebbe stato quello di favorire l’ingresso in Moldavia del denaro servito poi a portare avanti lo schema corruttivo, realizzato anche grazie all’utilizzo di Telegram.

 

Chiaro l’obiettivo dell’iniziativa segreta: far naufragare il referendum tenendo lontana la Moldavia dalle influenze europee e contestualmente ottenere l’elezione di candidati favorevoli alla Federazione russa. [...]

 

transnistria.

Il clima attorno alla tornata elettorale è incandescente: lo scorso giugno gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada hanno messo in guardia dall’attivismo russo per influenzare le elezioni presidenziali e incitare alle proteste, soprattutto mediante l’utilizzo di fake news e attraverso la propaganda online, in caso di mancata vittoria di un candidato filorusso. L’attuale presidente, la filoeuropea Maia Sandu, dovrà vedersela con altri dieci candidati alla carica di leader del Paese, tra cui alcuni apertamente favorevoli a Mosca e altri la cui idea è quella di un bilanciamento tra ovest ed est.

 

ILAN SHOR

I sondaggi danno in vantaggio Sandu, ma se all’apparentemente scontato ballottaggio del 3 novembre dovesse arrivare una figura politica favorevole al Cremlino, la partita potrebbe farsi davvero serrata.

 

Sulla Moldavia pesa anche la sua posizione geografica. Il Paese condivide infatti un lungo confine con l’Ucraina e al suo interno vi è la presenza di due entità territoriali, la repubblica autoproclamatasi indipendente della Transnistria e la Gagauzia, ufficialmente facenti parte della repubblica moldava ma i cui governi spingono per l’indipendenza, guardano a Mosca e hanno storicamente rapporti a dir poco difficili con Chisinau.

 

Negli scorsi mesi la tensione è salita soprattutto in Transnistria, dove sono di stanza un numero di soldati russi che dovrebbe aggirarsi attorno alle duemila unità: a fine febbraio il parlamento locale ha chiesto aiuto alla Russia per interrompere il presunto blocco economico imposto dalla Moldavia. [...]

maia sandumaia sanduMAIA SANDU

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”