edi rama saied massolo meloni gualtieri

DOVE SONO I PATRIOTI ALLE VONGOLE? ROMA UMILIATA SULL’EXPO, LA MELONI NON CI METTE LA FACCIA – CHE FINE HANNO FATTO I VOTI PROMESSI? PASSI LA FRANCIA DI MACRON, CHE DA MESI SI ERA PROMESSA A RIAD. LA TUNISIA DI SAIED, NONOSTANTE GLI ACCORDI SUI MIGRANTI E I FONDI EUROPEI, NON HA VOTATO PER L'ITALIA. E COSÌ ANCHE L'ALBANIA DI EDI RAMA, ALTRO SODALE DELLA SORA GIORGIA - IL PRESIDENTE DEL COMITATO PROMOTORE GIAMPIERO MASSOLO PARLA DI “DERIVA MERCANTILE” – “IL FOGLIO”: “È CHIARO PERCHÉ MELONI NON C'ERA A PARIGI. NON SI PARTECIPA ALLE BRUTTE FIGURE. DI QUALI ALTRI SEGNALI ABBIAMO BISOGNO PER COMPRENDERE CHE ROMA È UN’EMERGENZA NAZIONALE? CAPITALE PUTRIDA, PATRIA FALLITA" - LE BORDATE A GUALTIERI

QUEI VOLTAFACCIA DI ALBANIA E TUNISIA L’IRA DI MASSOLO: «È SUCCESSO QUALCOSA»

Francesco Bechis per il Messaggero - Estratti

 

gualtieri meloni expo 2030

«È una serataccia». Metà pomeriggio, Palazzo Chigi. Sono passate da poco le cinque quando il tabellone del Bureau international des Expositions (Bie) di Parigi dà forma allo scenario peggiore. Riad prima, Roma terza, con 17 voti. Una doccia gelata.

 

Giorgia Meloni non parla. Ci pensa il ministro degli Esteri Antonio Tajani a rompere il silenzio, con diplomazia: «Avevamo competitor fortissimi, lo sapevamo». E fair play: «Saremo presenti anche a Riad, con un padiglione che farà effetto anche lì». «Deve prevalere l'esigenza di andare avanti, di migliorare la Capitale», dice Andrea Abodi, l'unico ministro inviato a Parigi (e anche questo è stato un segnale). Il silenzio pubblico della premier, a ben vedere, parla eccome. «Serataccia», commentano sbrigativi dal suo staff. Si è spesa non poco, la leader del governo, nel perorare la causa dell'Expo Capitale.

giampiero massolo premio guido carli 2023

 

 La rete diplomatica in Europa e oltre: Africa, Asia, Stati Uniti. Le passeggiate romane con gli ispettori del Bie, le telefonate con Ursula von der Leyen. Il blitz a Parigi lo scorso giugno, l'ultimo, con un'accorata arringa davanti ai 182 delegati del Bureau: «Votate Roma». Una serata chiusa con una fiabesca festa all'ambasciata italiana, tra giochi d'acqua, quartetti d'archi, la voce di Elisa che squarcia la brezza primaverile. Anche allora, al governo tutti davano la partita per Expo 2030 più che in salita. Battere la concorrenza saudita è sempre stata una chimera.

 

bin salman renzi

Eppure nessuno aveva preventivato un risultato così deludente. I conti scritti a matita dai diplomatici italiani fotografavano un consenso per l'Italia tra le 40 e le 50 preferenze. Quanto sarebbe bastato per costringere i sauditi al ballottaggio e giocarsi tutto in finale. 

 

(...)

 

 «Mi viene da pensare che qualcosa sia successo nell'ultimo miglio», si sfoga il presidente del Comitato promotore Giampiero Massolo, «ma non accuso, non ho prove». L'irritazione è palpabile: «Se si afferma il principio della deriva mercantile, oggi nell'Expo, poi magari un mondiale o le olimpiadi, non vorrei si arrivasse alla compravendita dei seggi al Consiglio di Sicurezza. L'Italia e l'Europa non ci devono stare». I conti non tornano neanche alla premier, che nei tanti bilaterali degli ultimi mesi si è sempre spesa chiedendo il sostegno ad Expo. Che fine hanno fatto i voti promessi? C'è un giallo europeo, in questa conta ex-post. Passi la Francia di Emmanuel Macron, che da mesi e senza troppo pudore si era promessa a Riad. Ma gli altri? Possibile che i Paesi Ue abbiano voltato le spalle all'ultimo a Roma, che proprio la Commissione Ue ha definito una «candidata europea»?

edi rama giorgia meloni 1

 

I numeri non mentono: con diciassette preferenze, le defezioni sono state diverse anche fra i vicini di casa. E pensare che in tanti, dall'Olanda di Mark Rutte alla Germania di Scholz, avevano giurato: «Siamo con voi». «Qualcosa è successo», dice ora Massolo e gli stessi dubbi agitano i piani alti del governo.

 

C'è un nodo diplomatico. Quale dei tanti Paesi africani interessati dal Piano Mattei, la roadmap di investimenti energetici del governo Meloni, ha cambiato idea nell'urna dopo tante promesse? E cosa li ha convinti? I sospetti si concentrano, fra gli altri, sulla Tunisia di Kais Saied. Il Paese magrebino per cui si batte da mesi l'Italia targata Meloni, tra accordi sui migranti e fondi europei, non ha votato per l'Italia, riferiscono fonti diplomatiche. E così anche avrebbe fatto l'Albania di Edi Rama, il presidente "fratello d'Italia" che pure ha molto scommesso sui legami con il centrodestra di governo italiano. Realpolitik, si dirà. Ma la delusione è cocente. Nel pomeriggio da Palazzo Chigi dettano la linea comunicativa: puntare tutto sul Pnrr e la quarta rata approvata dall'Ue. Sono 16 miliardi di euro, meno dei cinquanta di indotto previsti per l'Expo. Ma questi arriveranno di sicuro.

matteo renzi mohammed bin salman

 

 

UMILIAZIONE ALL’EXPO

Salvatore Merlo per il Foglio - Estratti

 

Saranno anche stati i soldi di Riad, come diranno in tanti oggi per giustificarsi, ma l’umiliazione subita da Roma votata soltanto da diciassette paesi per l’assegnazione del Expo 2030 certifica la crisi della capitale più lurida e disfunzionale dell’occidente, nonché la nullità assoluta di chi la amministra. Nemmeno gli europei ci hanno votati. Nemmeno i nostri amici albanesi. E come dargli torto? 

 

(...)

kais saied giorgia meloni

 

A Roma si consuma il falò del degrado politico e amministrativo. E allora è chiaro perché ieri sera Giorgia Meloni non si è voluta presentare a Parigi dove assegnavano l’Expo 2030. Non si partecipa alle brutte figure. C’era Roberto Gualtieri, a Parigi, tuttavia, lui che sarebbe il sindaco di Roma, il prodotto di una politica senza slancio, un sindaco venuto fuori per accordicchi al ribasso, perché nessuno si voleva caricare l’immobile disastro di Roma sulle spalle: il prescelto di un’elezione comunale depotenziata politicamente e umanamente. Di quali altri segnali abbiamo bisogno per comprendere finalmente che Roma è un’emergenza nazionale? Capitale putrida, patria fallita.

gualtierikais saied giorgia meloni ROBERTO GUALTIERI DOPO LA SCONFITTA DI ROMA NELLA CORSA A EXPO 2030edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…