giorgia meloni gennaro sangiuliano matteo renzi

LA DUCETTA NEL PALLONE – NEL PASTICCIACCIO SANGIULIANO-BOCCIA GIORGIA MELONI HA SBAGLIATO TUTTO. PRIMA HA MOSTRATO IL SUO LATO COATTO (“NON MI FACCIO BUTTARE GIU’ UN MINISTRO DA DAGOSPIA”), POI SI È FATTA INFLUENZARE DALLE VOCI CHE CIRCOLAVANO NEL SUO “CERCHIO TRAGICO” (SENZA ALCUNA PROVA) CHE MATTEO RENZI FOSSE IL “BURATTINAIO” DIETRO A MARIA ROSARIA BOCCIA – “IL FOGLIO”: “PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO GOVERNA LA PREMIER È STATA COSTRETTA A SUBIRE GLI EVENTI. CON IL CAMBIO DEL MINISTRO DELLA CULTURA, MELONI CERTIFICA IL DISASTRO POLITICO E COMUNICATIVO. TROPPO CAOS E INPUT NEGATIVI INTORNO A LEI…” – IL GELO DI SALVINI E TAJANI

1. I DUBBI DI MELONI, L’INCUBO DI UN RENZI BURATTINAIO DELLA BOCCIA

Estratto dell’articolo di Franco Bechis per www.open.online

 

gennaro sangiuliano giorgia meloni

Non è stata Giorgia Meloni a spingere Gennaro Sangiuliano alle dimissioni arrivate venerdì 6 settembre. Anzi, pur essendone ovviamente sollevata per l’imbarazzo allontanato dal governo, la premier nelle ultime 24 ore aveva semmai frenato i due alleati, Antonio Tajani e Matteo Salvini che l’avevano consigliata calorosamente di accettare le dimissioni che Sangiuliano aveva offerto mercoledì scorso.

 

Anche se il finale di questa storia era già scritto, a Palazzo Chigi si sarebbe voluto capire qualcosa di più di quanto successo ed escludere che a muovere la grande accusatrice Maria Rosaria Boccia ci potesse essere una manina o addirittura un grande burattinaio.

 

LE DIMISSIONI DI GENNARO SANGIULIANO - VIGNETTA BY VUKIC

Ipotesi dell’esistenza di una regia politica intorno alla Boccia sono circolate con insistenza in queste ore fra le fila della maggioranza, anche se nessuno aveva elementi certi. Il “burattinaio” più gettonato e sussurrato nelle fila della maggioranza e soprattutto in quelle di Fratelli di Italia era il leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

 

A contribuire a questa ricostruzione ci sono i frequenti rapporti della Boccia con la giornalista Rai Monica Marangoni, moglie del consigliere parlamentare Cristiano Ceresani che fu capo del legislativo di Maria Elena Boschi durante il governo Renzi. E in più i rapporti stretti con il coordinatore campano di Italia Viva ed ex deputato Catello Vitiello che li ha confermati in una intervista piena di lodi alla stessa Boccia.

 

Insieme a Renzi il chiacchiericcio sulla presunta regia del Sangiuliano gate ha sfiorato anche un grand commis dei beni culturali come Salvatore Nastasi detto Salvo, attuale presidente della Siae, ritenuto renziano anche se i rapporti con il leader di Italia Viva si sono molto raffreddati in questi mesi.

 

MATTEO RENZI GIORGIA MELONI

Ma l’inchiesta politica sul grande burattinaio non ha dato risposte immediate, e il passo decisivo l’ha compiuto proprio Sangiuliano, che è stato irremovibile nella sua decisione nel colloquio venerdì con la Meloni. E a quel punto la premier non si è più opposta, considerando oltretutto che con la rapida sostituzione del ministro con Alessandro Giuli si sarebbero evitati altri imbarazzi nell’imminente G7 campano per la cultura […]

 

Avere tolto dal congelatore imposto da Palazzo Chigi le dimissioni potrebbero essere convenienti anche per lo stesso Sangiuliano, che oggi ha le mani più libere sulla Boccia (e infatti ha già annunciato una denuncia alla signora) e può mettere il tempo necessario per fare stemperare i clamori della vicenda e immaginare il suo futuro professionale.

 

LE CARTE SEGRETE - MEME BY USBERGO

Il ministro uscente della Cultura, infatti, è in aspettativa non retribuita come direttore della Rai e ovviamente rientrerà in azienda perché vive del suo lavoro. È necessario seppellire il più possibile lo “scandalo” perché l’ipotesi in viale Mazzini sarebbe quella di collocare Sangiuliano alla direzione della Tgr, la testata di informazione regionale di viale Mazzini che oggi è guidata da Alessandro Casarin.

 

La poltrona potrebbe essere libera a breve perché Casarin (che è vicino alla pensione) si è candidato da tempo per un posto in consiglio di amministrazione della Rai e la Lega è orientata a farne il proprio rappresentante in quel consesso. […]

 

2. I DUBBI DI FDI, IL GELO DEGLI ALLEATI, L'ANSIA DEL COLLE

Estratto dell’articolo di Simone Canettieri  per “Il Foglio”

    

maria rosaria boccia con gennaro sangiuliano

[…]  Giorgia Meloni vede sfumare il sogno che tante volte aveva annunciato e accarezzato: finire il suo mandato a Palazzo Chigi con la squadra che scelse nell’ottobre del 2022. Con il cambio del ministro della Cultura – sostituito dal presidente del Maxxi ed ex vicedirettore del Foglio Alessandro Giuli – la premier certifica anche il disastro nella gestione dell’affaire Boccia-Sangiuliano. Disastro politico e comunicativo.

 

Una vicenda bollata lunedì “come gossip”, al netto di  possibili reati, e diventata una slavina quattro giorni dopo. […]

 

Meloni cambia drasticamente strategia dopo le lacrime di Sangiuliano al Tg1. Un altro capolavoro di autolesionismo frutto di un’intervista condotta dal direttore Gian Marco Chiocci (che da giornalista di destra, dopo Gianfranco Fini con la casa di Montecarlo, in maniera più o meno volontaria, ne accoppa un altro).

 

giorgia meloni e il caso sangiuliano boccia - vignetta di ellekappa

“Il pianto crea empatia solo se si è dalla parte della ragione, se si è una vittima: altrimenti si rischiano effetti alla Chiara Ferragni, Fedez o Soumahoro. E la gente ti sfotte e ti volta le spalle”, ragionano a Palazzo Chigi per giustificare una serie di scelte abbastanza fallimentari davanti all’esplosione del caso, all’inizio  mal pesato.

 

Lo stillicidio di stories su Instagram della sedicente imprenditrice di Pompei Maria Rosaria Boccia, l’intervista di quest’ultima alla Stampa e quella attesa questa sera su La7 hanno piegato il muro della premier. Fattori a cui si sono aggiunti i dubbi sulla tenuta di Sangiuliano in vista del G7 della cultura, le critiche dei militanti, il timore di ripercussioni nei sondaggi, le prime pagine dei quotidiani esteri. E poi certo ci sono state le inchieste della Procura e della Corte dei conti che ieri hanno iniziato a fare capolino.   

 

giorgia meloni a cernobbio

[….]  Meloni […]  Regala così un punto alle opposizioni e ai giornali, categorie che non ama. Dentro Fratelli d’Italia, in un venerdì nerissimo come questo, sono anche costretti ad ammettere che per la prima volta “Conte e Schlein si sono mossi bene: non hanno cavalcato il caso in prima persona, non hanno presentato mozioni di sfiducia e non ci hanno permesso di  ricompattarci”.

 

Resterà  questo un giorno particolare nella storia dell'esecutivo: per la prima volta  la premier è stata costretta a subire gli eventi. Troppo caos e input negativi intorno a lei, troppi consigli di opinionisti di destra, a lei cari, che le dicono: fallo dimettere, ne va della tua tenuta. E così è.

Anche nei passaggi politici che fa con due vicepremier, Matto Salvini e Antonio Tajani, la presidente del Consiglio registra una chiara e totale freddezza sul caso. “Noi, cara Giorgia, non difendiamo Gennaro né lo attacchiamo: il ministro è di Fratelli d’Italia, tu sei la premier, crediamo che sia inutile chiederci un parere scontato”, le  dicono, in soldoni, i leader di Forza Italia e Lega.

 

LETTERA DI GENNARO SANGIULIANO A GIORGIA MELONI

[…]

 

Volta a evitare fra qualche mese di dover passare dalle Camere quando ci sarà da rimpiazzare il futuro commissario Ue Raffaele Fitto, detentore di ben quattro deleghe e con ogni probabilità anche Daniela Santanchè, sulla cui testa pendono due richieste di rinvio a giudizio, con udienze preliminari fissate a ottobre. […]

carmine lo sapio gennaro sangiuliano simona russo maria rosaria boccia 4MARIA ROSARIA BOCCIA, GIORGIA MELONI E GENNARO SANGIULIANO - VIGNETTA BY MACONDO MARIA ROSARIA BOCCIA E GENNARO SANGIULIANO A SANREMO IL 16 LUGLIO 2024GIORGIA MELONI A CERNOBBIOgennaro sangiuliano maria rosaria boccia - meme ultimo tango a time square

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)