giuseppe conte coronavirus

DURANTE LA CRISI L'ITALIA ERA UN MODELLO DA SEGUIRE (FALSO) MENTRE ORA SIAMO IN PIENA RECRUDESCENZA DEL VIRUS (FALSISSIMO): A CHE SERVE QUESTA NARRAZIONE? A TENERE IN PIEDI IL GOVERNO, CHE DURA FINCHÉ DURA L'EMERGENZA - L'INFETTIVOLOGO BASSETTI: ''SIAMO PASSATI DA 4000 A 60 RICOVERATI IN TERAPIA INTENSIVA, EPPURE DIAMO AL MONDO L'IDEA DI ESSERE ANCORA IN PIENO DRAMMA. MA IL COVID COME EMERGENZA OSPEDALIERA OGGI È FINITA. DEI 200 CONTAGI AL GIORNO, NESSUNO DICE QUANTI SONO ASINTOMATICI, QUANTI PIÙ SERI, QUANTI I RICOVERATI''

 

Gianluca Veneziani per ''Libero Quotidiano''

 

giuseppe conte meme

L' autoelogio e il masochismo. I due atteggiamenti sembrano contraddittori, ma in realtà sono due facce della stessa medaglia. Finché l' emergenza era in corso, il premier Conte non faceva che autoincensarsi, ricordare quanto noi abbiamo saputo affrontare il virus meglio di altri, anche se non era vero. Ora che invece la fase drammatica è superata, dal governo arrivano continui inviti a tenere alta la guardia, a non sottovalutare i pochi nuovi contagi e addirittura si pensa a una proroga dello stato di emergenza fino a fine anno. Il pericolo non c' è più, ma conviene far credere che ci sia, con un bombardamento insieme mediatico e politico.

 

A riconoscerlo non è soltanto la maggior parte dei cittadini di buon senso, ma anche alcuni esperti intellettualmente onesti come l' infettivologo Matteo Bassetti che, parlando ieri con l' Agi, ha invitato a smetterla con gli allarmismi infondati. «Stiamo dando al mondo l' idea di essere ancora in pieno dramma, che tutti i sacrifici non sono serviti a niente», avverte. «Mentre è vero il contrario: il Covid è stata un' emergenza ospedaliera, che oggi, lo dicono i numeri, è finita». L' analisi di Bassetti si fonda sui numeri: quelli dei contagi e quelli dei ricoverati in terapia intensiva.

Matteo Bassetti

 

Quanto ai primi, ci sono sì 200 contagi al giorno, ma nessuno dice «quanti di questi sono asintomatici, quanti sono più seri, quanti i ricoverati», evidentemente perché si preferisce dare un numero generico che crei panico. Quanto ai secondi, la situazione attuale parla chiaro, se confrontata a quella di pochi mesi fa: «Avevamo oltre 4.000 ricoverati in terapia intensiva, oggi sono 60 in tutta Italia», fa notare Bassetti. In pratica, c' è un ricoverato in terapia intensiva per ogni milione di abitanti. Una percentuale pressoché irrilevante.

il partito del virus Ciò, beninteso, non significa che il virus non circoli più o si sia depotenziato.

 

Significa da un lato che, se pure circola, riesce a essere meglio circoscritto e fermato attraverso adeguate misure di contenimento e di isolamento degli infetti: quindi, se anche sorgono nuovi focolai, come sta accadendo, essi non diventano micce detonanti di nuove esplosioni dell' epidemia. Dall' altro lato, significa che il virus ormai «è clinicamente inesistente», come aveva già detto qualche tempo fa il primario del San Raffaele, Alberto Zangrillo, suscitando un vespaio di polemiche. Ossia: anche se si viene contagiati, difficilmente ci si ammala gravemente e questo per una ragione spiegata da un altro luminare, il prof. Luciano Gattinoni, esperto in anestesia.

informativa di giuseppe conte sull'emergenza coronavirus

 

E cioè, «abbiamo iniziato a gestire meglio l' infezione», magari evitando la sovrabbondanza di farmaci. Oppure ricorrendo solo alle cure adeguate.

Questo scenario dovrebbe indurci, se non all' entusiasmo, quanto meno all' ottimismo e a un racconto meno allarmistico. E invece, continua Bassetti, «viene comunicato il contrario, un atteggiamento veramente alla Tafazzi» tanto che «le istituzioni, nazionali e locali, i mass media, e anche purtroppo noi esperti» continuano «tutte le sere a dare un bollettino di guerra. Io ho visto cosa fanno in Francia, in Spagna, in Germania Solo noi diamo tutta questa enfasi, e diamo l' impressione all' estero di essere ancora in mezzo al disastro».

 

zangrillo

A chi giova questo approccio? Di sicuro non ai cittadini, che rischiano di farsi travolgere dal panico o addirittura da «un effetto "al lupo al lupo" per quando, speriamo di no, si potrà ripresentare un' emergenza vera», dice l' infettivologo. Giova al governo? Per certi versi sì.

Viene naturale pensare che sarebbe interesse dell' esecutivo comunicare che il virus è stato vinto, sconfitto, abbattuto, che l' emergenza è finita, e questo anche grazie allo sforzo straordinario di chi ci governa.

 

E invece no, perché il vero interesse di Conte è rendere permanente lo stato di emergenza, sul quale si regge il consenso nei suoi confronti, riservarsi di sospendere i diritti democratici come piena garanzia della tenuta del suo potere e, più in generale, fondare la durata del suo esecutivo sulla paura. Accusavano Salvini di basare la sua leadership sulla paura dell' altro, dell' immigrato, del musulmano, del comunista. E invece è Conte che ci tiene in sua balia con questa minaccia: il suo governo ha elevato la Paura a categoria politica. È il partito del Virus grazie al quale il premier sopravvive.

LUCIANO GATTINONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…