DURIGON DURA MINGA - DRAGHI SPINGE PER FAR DIMETTERE IL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA DOPO LA STORIA DEL PARCO DI LATINA DA INTITOLARE AL FRATELLO DI MUSSOLINI: PURE LA PARTE GIORGETTIANA DEL CARROCCIO L'HA SCARICATO E IL CENTROSINISTRA PREPARA LA MOZIONE DI SFIDUCIA, ANCHE SE I GRILLINI CON LA LOMBARDI FURONO MENO INTRANSIGENTI... - LA SCRITTRICE TESTIMONE DELL'OLOCAUSTO EDITH BRUCK: "DURIGON DEVE ANDARSENE, È IL MINIMO, IN ITALIA C'È TROPPA TOLLERANZA VERSO I FASCISTI"

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QUALCUNO SPIEGHI A DURIGON CHI ERA DAVVERO ARNALDO MUSSOLINI: UN TANGENTARO, COMPLICE DI UN ASSASSINIO DI STATO

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/qualcuno-spieghi-durigon-chi-era-davvero-arnaldo-mussolini-tangentaro-279378.htm

 

Dagonews

 

mario draghi 3 mario draghi 3

Claudio Durigon non dura: il premier Mario Draghi sta portando avanti una moral suasion per far dimettere il sottosegretario leghista finito nei casini dopo aver proposto di reintitolare al fratello di Mussolini un parco nella sua Latina, ora dedicato ai giudici uccisi dalla mafia Falcone e Borsellino. Matteo Salvini lo difende, ma Durigon è sempre più solo: anche l'ala nordista/giorgettiana della Lega, che l'ha sempre vissuto come un corpo estraneo, ormai l'ha scaricato…

 

1 - IL SOTTOSEGRETARIO IN BILICO, SALVINI: "È BRAVISSIMO, TRA NOI NESSUN NOSTALGICO"

Lu. Mon. per "La Stampa"

 

CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA

L'ex maggioranza giallorossa assedia Claudio Durigon. Pd, M5s e Leu vanno all'attacco e chiedono al sottosegretario leghista del Mef, autore della proposta di intitolare un parco di Latina al fratello di Mussolini, di dimettersi. Se non lo farà, sono pronti a votare una mozione di sfiducia alla ripresa dei lavori parlamentari.

 

CLAUDIO DURIGON CLAUDIO DURIGON

Il Carroccio tiene il punto: «Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia e nella Lega non c'è nessun nostalgico - la premessa del leader Matteo Salvini ieri sera su Rete Quattro -. Durigon è bravissimo, è il papà di Quota cento», il commento.

 

matteo salvini con la mascherina di borsellino matteo salvini con la mascherina di borsellino

È la seconda volta nel giro di sei mesi che Durigon si trova al centro delle tensioni in maggioranza. Prima, quando, pizzicato da Fanpage, si spinse a sostenere che la Lega non aveva nulla da temere dall'inchiesta sui fondi spariti perché il vertice della Guardia di finanza era stato designato proprio dal partito.

 

CLAUDIO DURIGON CLAUDIO DURIGON

E ora per la proposta, avanzata in un comizio a Latina nel quale ha preso la parola anche Salvini, di intitolare ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, un parco oggi dedicato a Falcone e Borsellino.

 

arnaldo mussolini 1 arnaldo mussolini 1

Da sinistra si critica il silenzio durato fino a ieri sera di Salvini, ma anche del premier Draghi, che, accusa il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, «su Durigon risulta non pervenuto».

 

arnaldo e benito mussolini arnaldo e benito mussolini

Anche il Pd chiede al presidente del Consiglio di assumere l'iniziativa: «Abbiamo chiesto le dimissioni del sottosegretario, l'ho fatto sia come sindaca di Marzabotto sia come presidente del Partito Democratico: ci auguriamo che arrivino, sarebbe veramente vergognoso se non fosse così», sottolinea Valentina Cuppi.

 

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (3) matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (3)

«Durigon dovrebbe chiedere scusa ai familiari di Falcone e Borsellino e di tutte le vittime della mafia», commenta il deputato pentastellato Francesco D'Uva. Secondo Fabio Vallon, presidente dell'Anpi Trieste, «inneggiare al fascismo è incompatibile con qualsiasi ruolo governativo. Se Durigon non ha neppur quel minimo sussulto morale necessario per presentare le proprie dimissioni volontariamente, che il presidente del Consiglio Draghi applichi le proprie prerogative e revochi immediatamente le deleghe a siffatto figuro».

 

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (2) matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (2)

Maurizio Verona, sindaco di Stazzema, luogo simbolo della resistenza, annuncia una raccolta di firme contro il sottosegretario: «Promuoverò una petizione perché Draghi lo rimuova dal governo».

 

E aggiunge: «Non dobbiamo restare indifferenti se non vogliamo essere complici. Dobbiamo condannare sul nascere qualsiasi atteggiamento che diffonda l'ideologia fascista, un'ideologia criminale».

 

2 - IPOCRISIA A 5 STELLE

Francesco Boezi per "il Giornale"

 

Il M5s chiede le dimissioni dal governo Draghi del sottosegretario leghista Claudio Durigon, ma l'universo grillino si dimentica di altre circostanze in cui avrebbe potuto chiedere passi indietro o di lato.

 

virginia raggi roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi

Il doppiopesismo è sempre dietro l'angolo quando si tratta di Movimento 5 Stelle, che pure sulle ideologie novecentesche assume posizioni diverse a seconda del momento. Ai grillini, a dire il vero, capita un po' con tutto.

 

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Nessuno, ad esempio, ha lanciato una petizione scandalizzata quando sono emersi alcuni pensieri sul fascismo di Roberta Lombardi, che ora è assessore alla Transizione ecologica e digitale della Regione Lazio.

 

roberta lombardi (1) roberta lombardi (1)

La Lombardi, all'epoca, aveva immortalato alcune delle sue idee su un blog. Si trattava di frasi secondo cui «il fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia».

 

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Pure il consigliere comunale torinese Monica Amore è sempre lì, nonostante il post antisemita contro il gruppo Gedi. Lo stesso post per cui ha dovuto scrivere una lettera di scuse alla Comunità ebraica.

 

immagine m5s antisemita immagine m5s antisemita

C'è poi la storia del «Museo del Fascismo» di Roma che ha imbarazzato Virginia Raggi. Nonostante la chiave interpretativa antifascista dell'ex grillina Guerrini, la proposta museale ha messo a dura prova la tenuta dell'opinione pubblica. Il sindaco ha deciso di bloccare tutto. Ma la maggioranza che proponeva il Museo era la sua.

 

CARLO SIBILIA LUIGI DI MAIO CARLO SIBILIA LUIGI DI MAIO

Come se non bastasse, può essere annoverata una «gaffe» comparsa tempo fa sul profilo di Carlo Sibilia, oggi sottosegretario all'Interno. Erano i tempi del Restitution Day. Sul profilo social del grillino, si poteva leggere: «Cosa dire di una stampa che oscura il Restitution Day? L'evento più rivoluzionario dagli omicidi di Falcone e Borsellino?».

 

L'intento non era quello di esaltare la mafia o quello di disprezzare Falcone e Borsellino: è ovvio. Ma il grillino, a differenza di Durigon, ha potuto rimuovere e dare spiegazioni. Durigon non aveva intenzione di cancellare la memoria di Falcone e Borsellino, ma ai grillini questa volta non basta. Perché nella bufera non c'è uno di loro.

 

3 - "DURIGON DEVE DIMETTERSI, INTERVENGA DRAGHI. IN ITALIA C'È TROPPA TOLLERANZA VERSO I FASCISTI"

Luca Monticelli per "La Stampa"

 

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«I fascisti hanno alzato la testa, eppure sembra che nessuno se ne accorga. In Europa soffia un vento nero». Edith Bruck è stupita che in Italia si parli ancora oggi di Mussolini con tanta leggerezza.

 

Seduta sul divano nella sua casa nel centro di Roma, la scrittrice, finalista dell'ultimo premio Strega con Il pane perduto, parla dell'attualità politica e ripercorre alcuni episodi della sua vita.

 

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Nata in un piccolo villaggio dell'Ungheria, a 12 anni fu deportata ad Auschwitz, poi a Dachau e Bergen Belsen. Nei campi perse la famiglia.

 

Claudio Durigon, sottosegretario della Lega, ha proposto di intitolare un parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. Cosa ne pensa?

«È l'ultima follia della destra. È apologia del fascismo, non lo possono fare. Ma siamo sempre noi vittime che dobbiamo protestare, gridare, denunciare. Gli altri dove sono? Gli italiani non dicono nulla? Vogliono che torni l'epoca più buia? Come si può pensare di intitolare qualcosa a Mussolini, c'è troppa indifferenza in giro. La gente dovrebbe scendere in piazza e protestare».

 

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Durigon si dovrebbe dimettere?

«È il minimo. Il governo dovrebbe intervenire, ma mi sembra che prenda tempo, forse ha paura di essere impopolare».

 

Come si chiede Elena Loewenthal su questo giornale, perché il fascismo è ancora considerato uno strumento di consenso politico?

«La gente è impaurita e insicura, l'identità italiana è sempre più debole e per raccogliere voti la destra punta sul nazionalismo. Gioca con il "prima gli italiani", inneggia al "patriottismo". Cosa vuol dire essere patriota? Contro chi combatte Giorgia Meloni?».

 

Queste "nostalgie" dimostrano che il Paese non ha fatto i conti con la storia?

«Se io vedo adesso la figura di Mussolini, con le mani sui fianchi che grida "italiani, italiani", mi domando come ha fatto un popolo ad applaudirlo. E allo stesso modo Hitler, che visto lucidamente e razionalmente è un demente. La Germania è l'unico Paese che in qualche misura si è confrontato con il proprio passato, a differenza dell'Italia. Non parliamo della Polonia e dell'Ungheria che sono tornate ad essere delle dittature dove rivive l'antisemitismo. Nonostante la Germania si senta in colpa, sono cresciuti nuovi gruppi neonazisti, però le autorità sono più severe. In Italia no, c'è troppa tolleranza verso i fascisti e questo non me lo spiego».

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Come sta cambiando l'Italia?

«Appena arrivata, nel '54, abitavo in un palazzo nel centro di Roma dove all'ingresso c'erano i ritratti di re Umberto, Pio XII e Mussolini. La guerra sembrava finita il giorno prima. Tutti parlavano continuamente della fame, dei bombardamenti a San Lorenzo, della strage delle Fosse Ardeatine. C'era una grande povertà perché solo negli Anni 60 è partita la marcia del benessere, eppure era un Paese solidale, umano, accogliente. Oggi scorgo un'Italia incattivita, che nasconde la verità».

 

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Si discute da anni di una legge sulla cittadinanza per i migranti, lei la concederebbe?

«Certo, a quelli che ne hanno diritto, che sono in Italia e lavorano da almeno cinque anni. E chi nasce in Italia deve avere la cittadinanza italiana».

 

Alle ultime Olimpiadi tanti atleti nati fuori dall'Italia hanno trionfato e così il presidente del Coni Giovanni Malagò ha chiesto una sorta di Ius soli sportivo, per accelerare le pratiche di cittadinanza degli sportivi. È d'accordo?

«Troppo comodo dare la cittadinanza solo a chi vince le medaglie. Quindi se i migranti vincono le gare va bene, altrimenti no. Lo trovo ingiusto».

 

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In piazza del Popolo, una decina di giorni fa, c'è stata una manifestazione contro il Green Pass e alcune persone hanno esibito cartelli e magliette con una stella gialla, la stessa che i nazisti imposero sugli abiti degli ebrei. I no vax protestano in tutta Europa accusando i governi di dittatura sanitaria. Come reagisce di fronte a simili confronti?

«Non si possono fare questi paragoni. È una cosa allucinante, un'idiozia è dire poco. Non capisco come si possa mischiare la Shoah con la pandemia, è insensato. Tirare fuori la stella gialla e paragonarla al Green Pass è una follia. Basta strumentalizzare continuamente la Shoah. I no vax lascino stare Auschwitz, è una cosa terribile, non devono tirarla fuori».

 

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Oltre allo Ius soli anche la legge contro l'omofobia è ferma in Parlamento.

«Per fortuna al Pride di Budapest in tanti hanno manifestato contro Orban. In Ungheria come in Italia ognuno ha il diritto di vivere la propria natura. Io ho amici omosessuali che si confidano con me, lo fanno perché, dicono, "posso capirli"».

 

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Il suo libro Il pane perduto si conclude con una lettera a Dio: qual è il suo rapporto con la religione?

«Io sono laica, ma mio marito diceva che una laica "religiosa" come me non l'aveva mai vista. Per me la religione è solidarietà, rispetto, condivisione. Io non conosco il sentimento dell'odio, non schiaccio neanche una mosca e non ho mai denunciato i tre kapò che ho incontrato dopo la guerra, e uno me lo sono trovato davanti proprio qui a Roma in un negozio. Come ha detto il Papa quando è venuto a casa a trovarmi: Dio è una ricerca continua. Nel mio libro di poesie che si intitola Tempi scrivo che la condivisione, fin da piccoli, è creatrice di pace, di un mondo nuovo che non è mai esistito. Dipende solo da noi, la responsabilità di tutti i mali del mondo è nostra».

 

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