matteo salvini - mario draghi - enrico letta - matteo renzi - giuseppe conte - luigi di maio giorgia meloni quirinale

EFFETTO QUIRINALE SUI PARTITI - IL PD E’ PRIMO CON IL 20,8%, LA LEGA SCENDE AL 18% E VIENE SUPERATA DA FRATELLI D’ITALIA (19,3%) - IL M5S TRACOLLA AL 15,5% - LE MATTANE QUIRINALIZIE DI BERLUSCONI RIANIMANO FORZA ITALIA CHE CRESCE DI 0,6% PORTANDOSI AL 9,8% - QUANTO AL GRADIMENTO DEI LEADER, GIORGIA MELONI È IN CRESCITA DI DUE PUNTI (INDICE 37) E CONQUISTA LA PRIMA POSIZIONE SCAVALCANDO CONTE CHE CALA DI 4 PUNTI (36). MALE SALVINI (26) CHE PERDE TRE PUNTI - MALE ANCHE DRAGHI: SCENDE DI DUE PUNTI L'INDICE DI GRADIMENTO DEL GOVERNO (56)

Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

letta meloni

I sondaggi realizzati alla vigilia delle votazioni per l'elezione del presidente della Repubblica avevano evidenziato una prevalente domanda di continuità rispetto allo status quo: la maggioranza dei cittadini auspicava la rielezione di Mattarella e la prosecuzione del governo Draghi. Non stupisce quindi che il 52% si dichiari soddisfatto dell'esito, mentre uno su tre (36%) non lo sia.

 

Il gradimento «a caldo» risultava ancora più elevato, e rappresentava una sorta di reazione di sollievo per il risultato raggiunto a fatica; oggi le opinioni sono più articolate e tra gli insoddisfatti sono compresi anche coloro che sono fortemente critici riguardo alle controverse sette votazioni che hanno preceduto la rielezione.

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

La soddisfazione prevale tra tutti gli elettorati con l'eccezione di quello di FdI che per il 63% si dichiara insoddisfatto. Molti commentatori ritengono che per la politica si sia trattato di una sonora sconfitta, e il 45% degli italiani è di questo parere, ma il 30% mostra un atteggiamento meno severo, nella convinzione che una larga parte dei grandi elettori, indicando fin dalle prime votazioni il nome di Mattarella contrariamente a quanto indicato dai leader di partito, abbia mostrato autonomia di giudizio e favorito un processo «dal basso» mettendo fine allo scenario di stallo che si era determinato. Insomma, una sorta di riscatto del Parlamento che ha determinato un ravvedimento dei capi partito.

 

giorgia meloni enrico letta atreju

Resta il fatto che, nonostante le aspettative dei cittadini (la stragrande maggioranza dei quali ritiene che il capo dello Stato debba avere un ruolo super partes di garante dell'unità nazionale) e, soprattutto, nonostante l'oggettiva assenza di una maggioranza in un Parlamento (che risulta composto da più minoranze), per una settimana sono in larga misura prevalsi i tatticismi e gli interessi di bottega.

 

Ne consegue che secondo gli italiani da questa vicenda non emerge in misura netta un vincitore tra i leader (Meloni 16%, Letta 14%), dato che il 36% ritiene che non ve ne siano e il 20% non si esprime, mentre risulta più evidente chi ne è uscito peggio: Salvini viene menzionato dal 39% e precede Conte (19%), Giorgia Meloni (16%), Berlusconi (13%) ed Enrico Letta (12%).

 

DRAGHI SALVINI

I pareri si dividono sui riflessi che la rielezione di Mattarella avrà sul governo: infatti il 38% ritiene che ne uscirà rafforzato, soprattutto in virtù della sintonia tra il premier e il presidente della Repubblica e a seguito del momento difficile che le forze politiche stanno vivendo; al contrario il 37% ritiene che l'esecutivo rischi di indebolirsi perché i partiti, finiti nell'angolo, saranno ancor più in competizione tra loro e rallenteranno i processi di riforma.

 

calenda renzi

E, a proposito di competizione, la vicenda Quirinale ha avuto riflessi sugli orientamenti di voto e sul gradimento dei leader: rispetto alla scorsa settimana la Lega perde l'1,7%, si attesta al 18% e viene scavalcata al secondo posto da FdI con il 19,3% (-0,2%), mentre il Pd guadagna lo 0,8% e consolida la posizione di testa con il 20,8%. Al quarto posto si conferma il M5S con il 15,5% (-0,4%) seguito da Forza Italia che cresce di 0,6% portandosi al 9,8%.

 

MELONI LETTA

Tra le altre forze politiche si segnala la crescita della Federazione Azione/+Europa (3,9%) e Italia viva (2,2%). Come era prevedibile, aumenta la quota degli astensionisti e degli indecisi che raggiunge il 41,5%, due punti in più rispetto a dicembre. Sulla base di queste stime, i tre principali partiti del centrodestra nell'insieme si collocano al 47,1% e continuano a mantenere un netto vantaggio sia sul centrosinistra (31,6%) sia sull'alleanza giallorossa (39,2%), ma vengono appaiati da una ipotetica alleanza comprendente tutte le forze di sinistra e centrosinistra.

 

silvio berlusconi

Quanto al gradimento dei leader Giorgia Meloni è in crescita di due punti (indice 37) e conquista la prima posizione scavalcando Conte che cala di 4 punti (36). Al terzo posto Speranza, stabile a 32, seguito da Letta che aumenta di due (30), quindi Toti (stabile a 27) e Salvini (26) che perde tre punti e due posizioni nella graduatoria. Anche l'indice di gradimento del governo (56) diminuisce di 2 punti rispetto alla settimana scorsa e di 3 rispetto a dicembre, riportandosi sui valori più bassi del mandato, mentre il presidente Draghi è stabile a 59, il valore più elevato a un anno dall'insediamento rispetto a tutti i premier che l'hanno preceduto, con l'eccezione di Conte 2.

 

GIOVANNI TOTI VACCINATO

E, ancora, in vista delle elezioni del 2023 le prospettive di partiti e coalizioni appaiono davvero incerte agli occhi degli elettori, infatti il 44% è persuaso che il centrodestra dopo le profonde divisioni di queste settimane si presenterà unito all'appuntamento elettorale (ma gli elettori di FI, Coraggio Italia e Noi con l'Italia paiono più tiepidi); il 43% si aspetta una scissione all'interno del M5S (è di questo parere anche il 45% dei pentastellati); il 42% prevede che Pd, Movimento 5 Stelle e le altre forze della sinistra si presenteranno coalizzati (ci credono di più gli elettori M5S che i dem) e, da ultimo, la possibilità che nasca una coalizione di centro che raggruppi FI e le formazioni minori di centrodestra e centrosinistra viene vista in modo non univoco: il 34% la giudica probabile mentre il 36% è di parere opposto e il 30% non si esprime.

 

berlusconi esce dal san raffaele

Tutto è bene quel che finisce bene? Sembrerebbe di sì, tenuto conto della auspicata continuità, ma la delusione su come si sia giunti a questo risultato è palpabile e affiorano non pochi interrogativi sulla possibile ulteriore disaffezione dei cittadini rispetto ai partiti e, in generale, alla politica.

 

D'altra parte, ci si chiede perché di fronte ai 55 applausi dei grandi elettori che, come un metronomo, hanno scandito il discorso di Mattarella nel giorno del giuramento, gli stessi parlamentari nella settimana del voto abbiano indugiato nel rieleggerlo, si siano impantanati in sette votazioni andate a vuoto e abbiano messo in scena uno spettacolo poco commendevole. Forse la risposta la troviamo in sant' Agostino: ex malo bonum, ma è difficile che gli elettori se ne facciano una ragione.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...