sergio mattarella mario draghi quirinale

GLI ELETTORI FANTASMA PER IL QUIRINALE: I MERCATI - QUASI UN TERZO DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO E' IN MANO A INVESTITORI ESTERI, DI STATI UNITI, GIAPPONE E GRAN BRETAGNA, CHE VORREBBERO IL MANTENIMENTO DELLO STATUS QUO: DRAGHI A PALAZZO CHIGI E UN MATTARELLA BIS AL COLLE - MA ALCUNI GESTORI DI HEDGE FUND (GLI INVESTITORI PIÙ VOLUBILI CHE COMPRANO E VENDONO AZIONI E OBBLIGAZIONI IN BASE A DECISIONI-LAMPO) SAREBBERO FAVOREVOLI ALL'ASCESA DI DRAGHI AL QUIRINALE MA SOLO SE GARANTISSE LA STABILITÀ DI GOVERNO…

Francesco Guerrera per "la Repubblica"

 

mattarella draghi

La finanza mondiale è in fibrillazione sul futuro dell'Italia. Dai grattacieli di New York alla City di Londra, negli ultimi giorni i signori e le signore del denaro si stanno scambiando telefonate, messaggi e videochiamate sempre più allarmate per tentare di indovinare l'identità dei prossimi inquilini di Palazzo Chigi e del Palazzo del Quirinale.

 

Nessuno di loro è tra i grandi elettori chiamati a scegliere il prossimo presidente della Repubblica ma l'opinione di Wall Street non può essere ignorata. Circa un terzo dell'enorme debito pubblico italiano è in mano ad investitori esteri, provenienti soprattutto dall'eurozona ma anche dagli USA, la Gran Bretagna ed il Giappone. Queste posizioni così elevate conferiscono ai gestori di fondi stranieri un'influenza notevole sulla politica nostrana.

 

sergio mattarella e mario draghi

Se le nomine delle prossime settimane rimanessero indigeste ai mercati, gli investitori potrebbero "votare con i propri piedi", come si dice nei circoli finanziari anglo-sassoni, vendendo titoli del Tesoro italiano - una mossa che aumenterebbe l'instabilità politica e finanziaria del Paese. Il "seggio" di questi "elettori fantasma" è il famigerato spread - la differenza tra i rendimenti delle obbligazioni del Tesoro italiane e tedesche a 10 anni che divenne famoso durante gli anni bui della crisi dell'euro.

 

Al momento, lo spread si aggira intorno ai 140 punti base, vicino al picco degli ultimi 12 mesi ma, molto, molto più basso dei 574 punti base toccati nel novembre 2011 e che segnarono la fine del governo Berlusconi. Ovvero, gli investitori stanno tenendo d'occhio l'Italia ma non si stanno assolutamente strappando i capelli. La domanda più frequente che si sente nei grattacieli di New York e Londra è: "Ma Draghi dove va?" Il ruolo del Presidente del Consiglio è la preoccupazione principale di chi sull'Italia ha scommesso miliardi di dollari, euro e yen.

 

sergio mattarella e mario draghi

Come sempre, la preferenza assoluta degli investitori stranieri sarebbe il mantenimento dello status quo: tenere il rispettatissimo ex presidente della Banca Centrale Europea a Palazzo Chigi per continuare le riforme strutturali e politiche economiche che hanno fatto dell'Italia la locomotiva europea della crescita. Magari con un Mattarella bis al Colle per non cambiare una squadra che sta vincendo La seconda opzione, espressa da parecchi gestori di hedge fund - gli investitori più volubili che comprano e vendono azioni e obbligazioni in base a decisioni-lampo - sarebbe un'ascesa di Draghi al Colle ma, anche qui, solo se garantisse la stabilità di governo.

 

Avere Draghi al Quirinale ma riconsegnare il governo alle baruffe elettorali dei politici minerebbe la stabilità tanto amata dai mercati, e le chances dell'Italia di ricevere, dividere e spendere proficuamente gli stanziamenti del Recovery Fund europeo. Anche se il Financial Times è convinto che il passaggio al Quirinale sarebbe "il modo migliore per portare avanti l'ottimo lavoro" fin qui svolto dal premier. Altri scenari - dall'elezione di Silvio Berlusconi ad un "governo dei migliori" - sarebbero accolti da Wall Street e la City con accorati ordini di "vendi, vendi, vendi" ai loro broker.

il giuramento di mario draghi davanti a mattarella

 

"Vorrei proprio sapere la percentuale di possibilità di uno scenario in cui Draghi è eletto Presidente della Repubblica," chiedeva più di un investitore straniero questa settimana un quesito tipico di titani della finanza che amano ridurre tutti gli eventi a numeri misurabili ma che, nell'imprevedibile mare magnum della politica italiana, è destinato a non avere risposte attendibili. Se le cifre non possono calmare i nervi degli hedge fund, i retroscena degli ultimi giorni dovrebbero farli rasserenare un pochino.

 

mattarella e mario draghi al quirinale

Chi ha parlato con Draghi durante le sue "consultazioni" informali con i leader politici ha sentito un messaggio chiaro: sto lavorando per garantire la stabilità del governo, e quindi del Paese, a prescindere da chi si siederà sulle poltrone più importanti. I dettagli che trapelano sono pochi e contrastanti - nomi di diversi papabili premier se Draghi dovesse andare al Quirinale, schizzi di nuovi assetti politici o patti governativi - ma per investitori che parlano sempre di "takeaway" - la conclusione da portare via dopo un incontro - o "riassunti esecutivi", il punto è che il primo ministro è sulla loro lunghezza d'onda: sfasciare una macchina che funziona così bene non è nell'interesse di nessuno.

 

il giuramento di mario draghi davanti a mattarella

A testimonianza del fatto che l'attenzione degli investitori rimarrà concentrata sull'Italia fino a quando non avremo un nuovo Capo dello Stato, le banche d'affari stanno producendo un volume di ricerca senza precedenti su questa questione. L'analisi più curiosa è sicuramente quella di Goldman Sachs, icona del capitalismo mondiale, che ha scomodato i Clash, icona del punk anti-capitalistico, per spiegare ai propri clienti il dilemma di Draghi.

 

In una nota intitolata: "Should I Stay or Should I Go?" Goldman scrive: "Mentre l'elezione del premier Draghi alla presidenza rafforzerebbe l'ancoraggio dell'Italia e la sua politica all'interno dell'Europa, questa elezione scatenerebbe l'incertezza sul nuovo governo e sulla sua efficacia politica.

Mattarella e Mario Draghi

 

Dati gli interessi divergenti tra i partiti in Parlamento e la lunghezza tipica del tempo necessario per formare un nuovo governo, siamo più preoccupati dei mercati che questo scenario comporterebbe un ritardo nell'implementazione del Recovery Fund e delle relative riforme". Come a dire, per ora siamo abbastanza tranquilli ma occhio agli svarioni della politica italiana.

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

INDIETRO TUTTA: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA RIMETTERSI A DISPOSIZIONE DELLA RAI PER UNO DI SHOW DI PRIMA SERATA - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKE - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" CON I SUOI PROGRAMMI SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY, PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA A CAUSA DEL MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI. SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI DI EURO - IN SOSTANZA AMADEUS, SENZA UN FORMAT E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO