belpietro salvini

ÉLITE CONTRO POPOLO – BELPIETRO: NON C'È NIENTE DA FARE, LA SINISTRA NON CE LA FA PROPRIO A RISPETTARE UN VOTO DEMOCRATICO. PERCIÒ, QUANDO PERDE, NON SI INTERROGA SUI PROPRI ERRORI, MA PREFERISCE DARE LA COLPA AD ALTRI, DELEGITTIMANDO LE “CLASSI SUBALTERNE” (VEDI GAD LERNER) SOGNANDO DI LIMITARE IL SUFFRAGIO ALLE CLASSI COLTE. SENZA CAPIRE CHE È PROPRIO QUESTA ARROGANZA A FAR VOLARE SALVINI

Maurizio Belpietro per la Verità

 

maurizio belpietro con matteo salvini (2)

Non c'è niente da fare, la sinistra non ce la fa proprio a rispettare un voto democratico.

Perciò, quando perde, non si interroga sui propri errori, ma preferisce dare la colpa ad altri, delegittimando le elezioni. Se ne fa interprete il solito Gad Lerner, un giornalista che da anni coltiva con meticolosa cura il proprio complesso di superiorità.

 

Gad Lerner

L' editorialista di Repubblica, in un tweet ha commentato il successo della Lega scrivendo che anche in passato «le classi subalterne si illusero di trovare tutela nella trincea della nazionalità e non finì molto bene». A parte il paragone con il fascismo, ciò che colpisce è la definizione di classi subalterne dette da uno che fino a ieri inneggiava alla classe operaia. Visto il tono di disprezzo, si capisce che il collega reputa chi abbia votato per Matteo Salvini una specie di essere inferiore, un minus habens che al contrario di lui si è fatto turlupinare.

de benedetti e gad lerner villa delingegnere

 

Non a caso, fra i compagni, ogni tanto spunta qualcuno che propone di limitare il diritto di voto alle classi colte, evitando che gli zoticoni tolgano a tipi come Lerner il diritto di farsi amministrare da persone del loro stesso censo intellettuale.

 

Tuttavia, anche se penso che non impareranno mai a rispettare la volontà popolare, credo sia utile ricordare alcuni degli errori che hanno contribuito a rafforzare il consenso della Lega, perché nulla viene per caso e se Salvini è stato bravo a convincere milioni di italiani a votarlo, altrettanto capaci di far fuggire gli elettori sono stati i compagni.

io sono matteo salvini il libro pubblicato dalla casa editrice vicina a casa pound

 

Anzi, a forza di insistere ad attaccare il Capitano della Lega, credo che abbiano ottenuto una reazione uguale e contraria, ovvero hanno fatto venir voglia a molti di votarlo. Basterebbe ricordare il caso del Salone del libro. Per la presentazione di un volume intervista in cui si parlava poco e niente della linea politica di Salvini, a Torino è stata organizzata un' indegna gazzarra.

 

Con il risultato di fare una pubblicità gratuita, non solo al testo, ma anche all' intervistato.

Il solito gruppo degli indignati speciali poi ha messo in scena il teatrino di cui è capace ogni volta che al governo ci sia qualcuno non gradito. Con Silvio Berlusconi prima s' inventarono i girotondi e le bandiere della pace, poi il No B day del Popolo viola, quindi la protesta dei Post it.

 

Con il ministro dell' Interno, i creativi all' opposizione prima hanno concepito il selfie di contestazione, poi le lenzuola con le scritte anti Salvini. A sentire i compagni, si trattava di una rivolta dal basso, una specie di reazione popolare contro l' invasore leghista.

ZINGARI ELEMOSINA

A dare una mano, ovviamente, ha contribuito anche la rigorosa censura dell' Agcom, alla cui guida è stato posto un allievo di Mario Monti.

 

Risultato, avendo proibito di parlare di immigrati, di rom, di islamici e di trans, alla fine, prima che calasse il bavaglio, gli italiani hanno votato in massa per il vicepremier lombardo. Per poi non parlare dell' Elemosiniere del Papa, che riattivando la luce agli abusivi ha fatto imbestialire tutti quelli che pagano regolarmente la bolletta anche a prezzo di sacrifici.

 

krajewski e papa bergoglio elemosiniere

L' elenco degli errori ovviamente è lungo e include le entrate a gamba tesa dei vari giornalisti, che quando si trovavano davanti Salvini o un argomento a lui caro non rinunciavano al desiderio di spernacchiarlo. Per non dire poi dei sondaggisti, che a un certo punto hanno scambiato i loro desideri con le intenzioni di voto. Lasciamo perdere poi gli attacchi con la bava alla bocca dei vari Moscovici e Macron: pensavano di dare una mano a Renzi e compagni e invece hanno dato un contributo in più al loro acerrimo nemico.

 

luigi di maio matteo salvini

Eh sì, Salvini è stato bravo a convincere 9 milioni di italiani ma, senza nulla togliere alle sue capacità, diciamo che è stato agevolato dall' incapacità (di capire) e dall' arroganza degli avversari. Forse, se lo stesso Luigi Di Maio non si fosse fatto prendere la mano, attaccando ogni giorno colui con il quale aveva stretto un' alleanza, probabilmente non tutti sarebbero corsi a mettere la crocetta sul simbolo della Lega.

 

Con un po' più di moderazione, perfino certi eccessi tipo l' annuncio di aver abolito la povertà sarebbero sembrati meno gravi. Ma alla fine, tra i due litiganti, l' elettore ne ha scelto uno, giudicando il leghista più credibile del grillino. Di tutto ciò, dagli errori compiuti in una delle campagne più cruente che si ricordino, almeno fra persone formalmente insieme in maggioranza, il vicepremier e ministro del Lavoro però sembra aver preso coscienza. A differenza dei Lerner, lui non parla di classi subalterne, ma semmai si dice pronto a lavorare in sintonia con Salvini per ridurre le tasse.

SALVINI DI MAIO SARDEGNA BY MACONDO

 

Certo, probabilmente lo farà obtorto collo. E però, almeno lui dimostra di avere capito che gli italiani non sono fessi e non si fanno abbindolare tanto facilmente. Saranno anche subalterni, come pensa il democratico editorialista di Repubblica (che tra liste di proscrizione e sprezzo del popolo si dimostra un vero intellettuale in camicia rossa), ma quando votano sono uguali ai compagni. E, soprattutto, quando votano, ogni tanto lo fanno da incazzati.

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…