fornero salvini

ELSA FORNERO AFFILA IL COLTELLO E INIZIA UN NUOVO DUELLO CON SALVINI SENZA NOMINARLO: “GLI ITALIANI SONO MIGLIORI DI QUELLI CHE LI HANNO RAPPRESENTATI IN SENATO, PICCOLI UOMINI INCAPACI DI CRESCERE, DI COMPRENDERE LA GRAVITÀ DEI PROBLEMI DEL PAESE, IMMATURI COME BAMBINI CHE SI SENTONO OFFESI DA UN RIMPROVERO SENZA DOMANDARSI SE UN PO' SE LO SIANO MERITATO - DICONO: “FAREMO CIÒ CHE SERVE AGLI ITALIANI”, FRASE VACUA, DI CHI NON SA BENE CHE COSA FARE ED È DISPOSTO A FARE UNA COSA E IL SUO CONTRARIO…”

Elsa Fornero per “la Stampa”

 

ELSA FORNERO

Tra le possibili interpretazioni della forte preferenza per la continuazione del governo Draghi, mostrata nei giorni scorsi in diversi sondaggi, quella che preferisco è che gli italiani - o buona parte di essi - si siano persuasi che la competenza non è acqua fresca; che reputazione e credibilità internazionale non si acquisiscono con superficiali dichiarazioni di superiorità morale e di vicinanza al popolo, accompagnate da facili promesse di soluzione gratuita di ogni problema; che la verità può essere scomoda ma non per questo va nascosta dietro facili bugie, contraddette il giorno appresso da altre, in modo che l'attenzione non vi si soffermi; che «non si sfugge alla responsabilità di domani evadendola oggi» (Lincoln).

sergio mattarella mario draghi

 

Mi piace pensare che si sia svelato l'esercizio diseducativo svolto dal populismo - e non soltanto negli ultimi anni - che, a dire il vero, sono soltanto il culmine (magari fossero l'epilogo!) di una demagogia strisciante che pervade il nostro Paese almeno dai decenni dell'avvilente diatriba tra il berlusconismo rampante (quante promesse tradite?) e l'antiberlusconismo sterile di una sinistra anch' essa poco incline al discorso schietto e responsabile.

elsa fornero piange

 

Ho l'ardire di pensare, insomma, che gli italiani siano mediamente migliori di quelli che mercoledì scorso li hanno rappresentati in Senato, piccoli uomini incapaci di crescere, di comprendere la gravità dei problemi del Paese, immaturi come bambini che si sentono offesi da un rimprovero senza domandarsi se almeno un po' se lo siano meritato e che reagiscono rompendo il giocattolo («non ti faccio più amico»).

 

Altro che statisti capaci di indirizzare e governare il Paese, senza oscillazioni sulla sua collocazione europea, senza avventurismi sovranisti, senza l'arroganza sprezzante dei "vaffa" generalizzati (che sono comunque sempre un boomerang)! Certo, le responsabilità sono più vaste di quelle della sola classe politica.

 

Coinvolgono prima di tutto i media pronti a carpirne e a ingigantirne ogni sciocchezza (talvolta espressa in italiano malfermo), sempre con l'ansia di trasformare in polemica ogni differenza di opinione e di minimizzare ogni ipotesi costruttiva. Chiamano in causa parti sociali ancorate a slogan del passato; una classe dirigente spesso ripiegata su arricchimenti e vantaggi personali di breve periodo; un ceto imprenditoriale non sempre disposto a innovare, rischiare, investire e competere, spesso teso a garantirsi un sussidio, una nicchia protetta.

FORNERO SALVINI

 

Le responsabilità toccano però anche quella parte di società civile non educata all'amara constatazione che ogni scelta comporta un costo; propensa a pensare che il debito pubblico possa crescere a dismisura, senza che nessuno sia mai chiamato a onorarlo (parola ormai in disuso); poco disposta a ritenere che, come disse lo statista Padoa Schioppa, pagare le imposte sia non soltanto doveroso ma anche bello, perché consente a scuole, ospedali, servizi pubblici in generale di funzionare per il bene di tutti.

 

Un Paese in declino richiama, infatti, responsabilità collettive, oggi debilitate da virus più subdoli ma non meno devastanti del Covid, che trovano nell'ignoranza diffusa un ideale terreno di coltura e nel populismo/sovranismo rapidissimi fattori di propagazione. Una società non cresce se mancano un senso di direzione e valori su cui appoggiarne la crescita, se non riconosce nell'istruzione e nella cultura i suoi valori fondanti.

MATTEO SALVINI LEGGE FORNERO

 

Senza questi ingredienti fondamentali non sale neppure il Pil, che al benessere generale contribuisce soltanto in parte, ma senza la crescita del quale tutti i problemi si aggravano. E l'amara verità è che sono vent' anni e più che il nostro Paese è sostanzialmente fermo, in attesa di riforme che cambino non tanto, o non soltanto, le leggi ma anche e soprattutto i comportamenti. Draghi è l'emblema di queste scomode verità.

 

Con un percorso obbligato, segnato dai problemi di guerra, e di caro-energia, di inflazione, di bassi salari e precarietà della condizione giovanile (quanti di loro, dopo la seduta del Senato, avranno deciso di cercare all'estero le opportunità di lavoro e di vita loro negate in patria?), della persistente discriminazione nei confronti delle donne. Draghi ha posto - e non certo da ieri - quesiti scomodi, non domande retoriche. Ha chiesto: «volete lo sviluppo o l'aria condizionata»?

 

SALVINI FORNERO

Domanda inammissibile per politici abituati a far credere che si possa avere sviluppo senza rinunciare a qualcosa! Ha chiesto: «siete preparati?» a persone che ritengono di esserlo sempre, con le loro piccole verità raccolte qualche minuto prima su Google per dare risposte sempre sicure, come se il mondo fosse fatto di certezze e non invece dominato dalle probabilità. Non sono preparati, ma proprio non sembrano accorgersene.

 

Dicono: «Faremo ciò che serve agli italiani», frase vacua, di chi non sa bene che cosa fare ed è disposto a fare una cosa e il suo contrario. E' impossibile, peraltro, che la classe politica si rigeneri nel breve tempo che ci separa dalle elezioni. Con ogni probabilità ritroveremo le stesse note facce (toste) con nuove promesse fatte di parole altisonanti, largamente vuote. Il che farà aumentare la tentazione del non voto per quella parte di elettori più avveduti che alle favole dell'andrà tutto bene non credono più.

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3

 

Bisognerà sottrarvisi selezionando partiti e persone, giacché all'interno di ogni partito una frazione di persone preparate, disposte a lavorare per il bene comune, c'è sempre. Bisognerà scovarli e far capire ai partiti che non ci potranno propinare le facce di sempre spacciandole per nuove e credibili.

 

E' questa la grande responsabilità di quella maggioranza di italiani che avrebbero voluto che Draghi restasse al suo posto. Giorgia Meloni, da più parti accreditata come probabile prossima presidente del Consiglio, ha detto: «gli unici governi che funzionano sono quelli sostenuti da una maggioranza coesa e da una visione condivisa». Auguri, Giorgia.

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