francesco polacchi

ESSERE FRANCESCO POLACCHI – CAPETTO DI CASAPOUND, IMPRENDITORE DELL’ABBIGLIAMENTO, PICCHIATORE: CHI È DAVVERO L’EDITORE “SOVRANISTA” CHE CON LA SUA PRESENZA AL SALONE DI TORINO HA SCATENATO GLI ANTI-FASCISTI DI RISULTA? – TRENTATRE ANNI, GAVETTA DA “FASCIO”, VELOCE CON SPRANGA E COLTELLO: NEL 2008 GUIDAVA GLI SCONTRI CONTRO GLI STUDENTI DELL’ONDA A PIAZZA NAVONA – LA PASSIONE PER I SELFIE E QUELLA CENA FASCIOLEGHISTA CON SALVINI E GIANLUCA IANNONE  – VIDEO

 

1 – SALONE, L' EDITORE NEOFASCISTA DENUNCIATO DA COMUNE E REGIONE

Diego Longhin per “la Repubblica”

 

FRANCESCO POLACCHI E UN GRUPPO DI GIOVANI NEOFASCISTI A PIAZZA NAVONA NEL 2008

Un esposto in procura per apologia del fascismo contro Francesco Polacchi, l' esponente di Casa-Pound proprietario della casa editrice Altaforte che ha provocato un terremoto nel mondo editoriale e tra gli scrittori alla vigilia del Salone del Libro di Torino. La denuncia è la carta che la sindaca di Torino, la 5 Stelle Chiara Appendino, e il presidente Pd della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, si sono giocati per tentare, all' ultimo, di offrire agli organizzatori del Salone l' occasione per tenere fuori dalla manifestazione chi dice di « essere fascista » e che « l' antifascismo è il vero male di questo Paese » .

CHIARA APPENDINO E SERGIO CHIAMPARINO

 

La denuncia si basa su queste due frasi dette da Polacchi a Radio 24 e poi ribadite più volte lunedì, quando la polemica da culturale è diventata politica. Una denuncia che arriverà oggi alla procura di Torino e che confluirà in un fascicolo che sarà affidato al procuratore aggiunto Emilio Gatti. « Abbiamo deciso di dare un segnale politico molto forte», sottolinea il governatore Chiamparino. E aggiunge: «Riteniamo ci possano essere gli estremi che prefigurano la violazione delle norme in materia di ricostituzione del partito fascista » . La sindaca Appendino aggiunge che «l' intolleranza si combatte con il diritto » . La strada dell' esposto è un modo per lanciare un segnale politico e uscire dall' angolo. Non solo.

FRANCESCO POLACCHI

 

Con l' apertura di un' inchiesta da parte dalla magistratura gli organizzatori del Salone, il Circolo dei Lettori e l' associazione Torino, città del libro, potrebbero avere un' arma in più per lasciare fuori dal Salone Altaforte. Dipende da cosa succederà nelle prossime ore, prima del taglio del nastro di domani. Intanto Polacchi ha abbassato i toni.

 

La polemica scoppia sabato, quando il Comitato di indirizzo della Fiera, dopo una presa di posizione del direttore editoriale Nicola Lagioia che chiedeva di esprimersi sulla presenza di Altaforte, dice sì alla editrice vicina ai neofascisti.

 

christian raimo

Un' esclusione può esserci solo in caso di condanna e di intervento della magistratura. Il primo effetto: le dimissioni del consulente di Lagioia, Christian Raimo (in seguito a un post sui social poi cancellato), e poi una serie di autori, da Wu Ming a Carlo Ginzburg, passando per Zerocalcare. In contemporanea c' è il fronte dell' hashtag # iovadoaTorino, capitanato da Michela Murgia. L' ultimo ad annunciare la sua presenza è Roberto Saviano.

 

sergio chiamparino chiara appendino 1

Alla fine le defezioni sono poche ma pesanti: anche l' Anpi con la presidente Carla Nespolo ha confermato che non sarà al Salone e l' appello della sopravvissuta al lager Halina Birenbaum, e del direttore del museo di Auschwitz Piotr Cywinski per non andare insieme ai fascisti hanno lasciato il segno. Per questo Appendino e Chiamparino hanno deciso di lanciare un segnale.

 

nicola lagioia

Polacchi, oltre a non reagire, tira in ballo il ministro dell' Interno Matteo Salvini: « Ci attaccano per censurare lui » . Il ministro si tiene distante. « Io non sono fascista, sono antifascista, anticomunista, antirazzista, antinazista, tutto l' anti possibile». Non sarà al Salone di Torino. Domani potrebbe invece passare, prima del comizio serale, il leader di CasaPound, Simone Di Stefano. Un problema nel giorno di inaugurazione della Fiera.

io sono matteo salvini il libro pubblicato dalla casa editrice vicina a casa pound

La scelta di Appendino e Chiamparino di coinvolgere la magistratura è appoggiata dai principali esponenti 5 Stelle del governo. «Condivido la denuncia fatta dalle istituzioni comunali e regionali contro delle dichiarazioni » , dice Di Maio. Condivisione anche da parte del ministro alla Cultura Bonisoli, che domani sarà all' inaugurazione del Salone « è un lungo di democrazia perché i libri sono idee».

 

MATTEO SALVINI A CENA CON I LEADER DI CASAPOUND E FRANCESCO POLACCHI

2 – VIOLENZE, PROCESSI, LIBRI SOVRANISTI POLACCHI E QUELLA VITA DA CASAPOUND

Paolo Berizzi per “la Repubblica”

 

Francesco Polacchi sono quattro. Il capetto di CasaPound («sì, sono fascista»). L' imprenditore dell' abbigliamento (marchio Pivert, che piace a Salvini e «ai ragazzi che vanno allo stadio»). L' editore "sovranista". Il picchiatore («a volte servono le maniere forti»). Difficile stabilire dove si sia più distinto: ma i camerati che lo conoscono scommettono che questa fama improvvisa, arrivata grazie a Matteo Salvini dopo una lunga scia di "rogne" e processi, lo faccia godere tanto quanto prendere a legnate una «zecca rossa».

francesco polacchi 2

 

Trentatré anni, romano, testa rasata, gavetta da "fascio" in carriera. Un tipo sgamato, Polacchi. Veloce con spranga e coltello, pure "bravo" nel commerciale. E poi a suo agio coi selfie. È lui che, nel 2015, a capotavola, immortala l' allegra compagnia fascioleghista riunita in trattoria: il "Capitano" Salvini assieme ai ducetti di CasaPound, gli ex alleati della Lega sovranista, Gianluca Iannone, i fratelli Di Stefano, e ovviamente "Checco", già diventato stilista o comunque si era inventato questo picchio (simbolo di "Pivert") che, stampato su polo e felpe, diventa il distintivo dei «fascisti del terzo millennio». Chissà se Polacchi avrebbe mai immaginato che tre e poi quattro anni dopo a fargli da testimonial e gancio (inconsapevole?) sarebbe stato proprio Salvini: «Fa piacere!», dice quando il 10 maggio 2018 Repubblica rivela che l' attuale ministro dell' Interno (allora stava per diventarlo) si presenta allo stadio Olimpico di Roma (finale di Coppa Italia Juventus-Milan) con il giubbino dei dirigenti e dei militanti di CasaPound. Un anno ancora ed ecco il libro-intervista galeotto: di nuovo, fatalmente, Salvini.

 

francesco polacchi

Qui entra in gioco il Polacchi-editore. Il caso del Salone del Libro solleva il velo sulla casa editrice Altaforte e sulle vite precedenti, ma nemmeno troppo, di Polacchi. Altaforte è Polacchi e Polacchi è CasaPound («sono il coordinatore lombardo»). In passato è stato capo del Blocco Studentesco, la branca giovanile delle tartarughe nere. Che tra i soci di Altaforte - insieme a quello di maggioranza, la Minerva Holding della famiglia Polacchi - ci sia anche il pregiudicato Federico "Skoll" Goglio, musicista condannato per apologia di fascismo, non è un problema: anzi. Il curriculum forte è quello di Francesco Polacchi. «L' uomo Pivert combatte, si sporca le mani», è scritto sul catalogo Pivert.

 

SALVINI CON IL GIUBBOTTO DI CASAPOUND

L' imprenditore-picchiatore è di parola. Infatti è tutt' ora sotto processo per violenze. Il primo episodio che lo fa conoscere alle cronache risale al 2008: a Roma Polacchi guida gli scontri dei giovani fascisti contro gli studenti dell' Onda. Botte in piazza Navona. Viene arrestato e condannato a un anno. Due anni prima - 21enne - è protagonista di un' estate turbolenta: in vacanza a Porto Rotondo, accoltella un giovane sassarese e ne ferisce altri due davanti a una discoteca. Violenza anche nella notte del 13 Aprile 2010, quando Polacchi e i suoi aggrediscono con cinghie e bastoni i militanti del Centro Sociale Acrobax che stanno attaccando manifesti a Roma Tre. "Checco" decide di prendersi una pausa e, dopo le risse, si butta nella moda.

francesco polacchi 1

Amministratore unico di Pivert (sede legale a Roma, magazzini a Cernusco sul Naviglio, negozi a Milano, Brescia, Torino e Roma).

 

Il mazziere di Piazza Navona fa affari. Ma la politica "di strada" bussa di nuovo. È il 29 giugno 2017: un gruppo di casapoundisti irrompe a Palazzo Marino, a Milano, durante un Consiglio comunale. L' obiettivo della protesta è il sindaco Giuseppe Sala. Ma nel blitz i militanti aggrediscono la delegazione di un comitato di inquilini della zona San Siro.

 

SALVINI E L INCONTRO CON CASAPOUND

Diciassette mesi dopo arriva il rinvio a giudizio (procura di Milano). 8 febbraio scorso, prima udienza: compaiono cinque di CasaPound. Nella citazione è scritto che due hanno aggredito le vittime con calci e pugni al volto e alla testa dopo avere apostrofato un ragazzo di colore ( «Nero di merda... che ci fai dentro?»). Uno dei due assalitori è lui, Polacchi. Di lì a poco entra in cascina il libro-intervista a Salvini e l' occasione del Salone del Libro. «Ci aspettavamo le polemiche, ma attacchi così violenti no», dice l' imprenditore-squadrista. Già, la violenza. Questa sconosciuta.

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