vladimir putin joe biden mario draghi xi jinping talebani afghanistan

LO FAMO O NO ‘STO G20? – LA CHIAMATA TRA MARIO DRAGHI E XI JINPING SLITTA IN ATTESA DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU, IN CUI IL DUPLEX JOHNSON-MACRON VUOLE VOTARE UNA RISOLUZIONE SULL’AFGHANISTAN – PER LA PARTITA DEL SUMMIT STRAORDINARIO SPONSORIZZATO DA “MARIOPIO” OGNI POTENZA METTE AVANTI LE SUE PEDINE: LA RUSSIA VUOLE AL TAVOLO L’IRAN E IL PAKISTAN, CON BUONA PACE DI USA E INDIA. E LA CINA? VUOLE STABILITÀ E RAPPORTI PIÙ CHE CORDIALI CON I TALEBANI PER POTER SFRUTTARE LE RICCHEZZE DEL SOTTOSUOLO AFGHANO

sergei lavrov mario draghi

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

Le diplomazie hanno fissato il contatto fra più di una settimana, martedì 7 settembre. Solo dopo la telefonata con Xi Jinping Mario Draghi capirà se ci sono i margini per organizzare un G20 straordinario sull'Afghanistan nella seconda metà di settembre.

 

JOE BIDEN XI JINPING

Comporre il puzzle necessario a dar soluzione alla crisi si fa sempre più complesso. Molte le ragioni: le incomprensioni fra gli americani e i partner della Nato, l'assenza politica dell'Unione europea, i pregiudizi fra le grandi potenze asiatiche, l'inevitabile attivismo di ogni leader e non ultimo, l'allarme attentati.

 

boris johnson emmanuel macron 1

La ragione che ha fatto slittare la telefonata fra Draghi e Xi è l'attesa per la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu prevista domani. Boris Johnson, leader del G7 e membro permanente del Consiglio, spinge - d'accordo con Emmanuel Macron - per votare una risoluzione.

 

A quel tavolo sono seduti solo in cinque: oltre a Gran Bretagna e Francia, Stati Uniti, Cina e Russia. «Bisogna far depositare la polvere», spiegano le fonti diplomatiche italiane. Il caos è testimoniato dalle notizie delle ultime 24 ore: il ministro della Difesa russo Sergei Shigu annuncia per settembre esercitazioni antiterrorismo in Kyrgysistan e Tajikistan delle sei repubbliche ex sovietiche sue alleate.

 

ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7 2

Mosca ha due timori: il ritorno di cellule integraliste oltre il confine afghano e l'aumento del traffico di droga. Macron, ieri a Baghdad per una conferenza sull'Iraq, dice di aver iniziato una trattativa con i talebani per aprire corridoi umanitari. Né più né meno quel che promettono anche Johnson e Angela Merkel in una telefonata allargata al premier olandese Mark Rutte.

 

Narendra Modi

Nel fiorire delle iniziative, per ora l'unica certezza è il timore talebano dell'isolamento internazionale. Spiega un portavoce alla Reuters: «Facciamo un appello agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e alle altre nazioni occidentali per mantenere un canale di dialogo». Mai come in questo momento l'Occidente dovrebbe parlare con una voce sola, e così non è.

Biden Putin

 

L'India e il Pakistan, storicamente legati da buoni rapporti con Londra e pessimi fra di loro, non hanno voglia di collaborare. Mosca chiede di invitare al tavolo l'Iran, con scorno degli americani. Pechino - anch' essa in pessimi rapporti con Washington - teme i musulmani uiguri e vuole rapporti più che cordiali coi taleban.

 

VLADIMIR PUTIN XI JINPING BY EDOARDO BARALDI

Lungo il corridoio di Wakhan, la sottile linea di terra che unisce l'Afghanistan alla Cina, il vecchio governo di Kabul aveva pianificato la costruzione di una strada verso lo Xinjiang, la terra degli uiguri. Secondo alcune stime fatte dagli americani, nel sottosuolo afghano ci sono terre rare per un trilione di dollari.

 

Se Pechino riuscirà a metterci sopra le mani, potrà rafforzare il monopolio nella produzione di microprocessori, la componente essenziale nella catena del valore dell'industria tecnologica mondiale.

 

SERGEI LAVROV MARIO DRAGHI

La richiesta di Johnson di votare sanzioni contro i taleban al Consiglio di sicurezza è andata già a sbattere contro il potere di veto di Pechino. Draghi, a cui il caso ha affidato la presidenza di turno del G20 durante la crisi, è costretto a fare di necessità virtù. Due giorni fa, durante l'informativa ai colleghi ministri ha detto di essere mosso da «pragmatismo diplomatico».

 

sergei lavrov luigi di maio

Proprio lui, uno dei premier più atlantisti della storia repubblicana, ha dovuto prendere atto dell'atteggiamento di Washington e aperto per questo un dialogo anzitutto con la Russia di Putin. Per rendere possibile il tavolo G20 sta cercando di concentrare l'agenda attorno ai temi su cui non è difficile trovarsi d'accordo: la lotta al terrorismo e un'iniziativa comune sugli aiuti umanitari alla popolazione.

joe biden xi jinping

 

Lungo i confini afghani è già iniziato l'esodo di migliaia di persone verso i Paesi vicini, soprattutto Pakistan e Tagikistan. Senza un intervento rapido dell'Onu e delle altre Ong è probabile che nel giro di qualche settimana molti dei profughi abbandonati dietro le reti dell'aeroporto di Kabul si facciano trovare ai confini orientali dell'Unione. Bruxelles è afona, benché consapevole del rischio.

 

sergei lavrov mario draghi 1

Lo diceva pochi giorni fa con la consueta franchezza il capo della diplomazia europea, lo spagnolo Josep Borrell: «Non possiamo lasciare che Cina e Russia prendano il controllo della situazione. Possiamo ancora essere rilevanti per affrontare le conseguenze geopolitiche di quanto sta avvenendo». Dopo la deludente riunione del G7 di questa settimana fa, il G20 potrebbe essere l'ultimo tentativo per evitare l'irrilevanza. -

Boris Johnsonl arrivo di sergei lavrov a palazzo chigi sergei lavrov mario draghi 3sergei lavrov mario draghi 4sergei lavrov mario draghi 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…