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FANCULO L’APLOMB ISTITUZIONALE - GIORGIA MELONI INDOSSA L’ELMETTO E SI LANCIA COME UN ARIETE CONTRO IL SINDACO DI BOLOGNA, MATTEO LEPORE: “HA UNA DOPPIA FACCIA, SE IO SONO UNA PICCHIATRICE FASCISTA NON MI CHIEDA DI COLLABORARE. NON HO VISTO CAMICIE NERE, SEMMAI QUELLE BLU DEGLI AGENTI DI POLIZIA CHE SONO STATI AGGREDITI DAGLI ANTAGONISTI AMICI DELLA SINISTRA” – LA REPLICA DEL PRIMO CITTADINO, GIUSTAMENTE INCAZZATO PER LA MALEDUCAZIONE ISTITUZIONALE DELLA PREMIER: “NON SCAMBI LE RICHIESTE DI COLLABORAZIONE PER L’ALLUVIONE CON L’OBBEDIENZA AL CAPO. NON HO DATO A MELONI DELLA PICCHIATRICE FASCISTA”

GIORGIA MELONI AL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI BUDAPEST - FOTO LAPRESSE.

1. MELONI: NON HO VISTO CAMICIE NERE MA AGENTI COLPITI DA AMICI DELLA SINISTRA

Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”

 

«Non potete capire quanto mi dispiaccia non essere lì con voi… Non sono riuscita ad arrivare in tempo.

 

Mi siete mancati da matti!». Sono un migliaio in fervida attesa per vedere «Giorgia», con la speranza di strappare alla sinistra la Regione più rossa che c’è.

 

matteo lepore

 

Ma la premier, alla fine, si materializza solo in videocollegamento «per il protrarsi del vertice con i sindacati a Palazzo Chigi», durato oltre sei ore e che non è servito a evitare lo sciopero generale di Cgil e Uil.

 

In Emilia-Romagna domenica e lunedì si vota, la doccia è piuttosto fredda per i militanti di FdI, che attendevano la presidente del Consiglio dopo le parole di fuoco contro «quella certa sinistra che foraggia i facinorosi» per gli scontri di sabato a Bologna tra polizia e Rete di sinistra, in corteo contro CasaPound.

 

«Il governo ci ha inviato 300 camicie nere», la sferzata del sindaco Matteo Lepore. Insomma: gli ingredienti per un finale con il botto c’erano tutti. «Io di camicie nere non ne ho viste», ribatte Meloni, «semmai ho visto quelle blu degli agenti di polizia che sono stati aggrediti dagli antagonisti amici della sinistra». E poi: «Lepore ha una doppia faccia, se io sono una picchiatrice fascista non mi chieda di collaborare».

 

scontrI A BOLOGNA tra collettivi antifascisti e polizia

La replica del sindaco non si è fatta attendere: «Meloni non scambi le richieste di collaborazione per l’alluvione con l’obbedienza al capo». Poi la premier torna a parlare di Emilia-Romagna: «La sinistra la governa da sempre, da 54 anni, quando alla Casa Bianca c’era Nixon, i Beatles imperversavano con Let it be ...».

 

Meloni attacca Schlein, contestandole che da vicegovernatrice di questa regione non approvò il piano contro il dissesto idrogeologico. La segretaria del Pd ribatte: «La premier diffonde bufale, si occupi dei ristori promessi ai cittadini per le alluvioni».

 

MATTEO LEPORE PADEL MEME

Scintille a distanza tante, quindi. Ma alla fine niente piazza. I leader del centrodestra, per l’evento clou della campagna, scelgono il salone dell’hotel Savoia Regency, in periferia. Arriva il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, poi Maurizio Lupi di Noi moderati, infine il capo della Lega Matteo Salvini. È quest’ultimo che aveva tirato fuori il profilo civico di Elena Ugolini, professoressa ed esponente di Comunione e liberazione, per tentare il colpaccio contro Michele de Pascale, sostenuto dall’unico «campo largo» costruito senza inghippi, perché qui il centrosinistra sente ancora la vittoria in tasca. […]

 

giorgia meloni foto lapresse 2

2. LEPORE “SBAGLIATO SCAMBIARE COLLABORAZIONE PER OBBEDIENZA LA CITTÀ È STATA OLTRAGGIATA”

Estratto dell’articolo di Eleonora Capelli per “la Repubblica”

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2024/11/12/news/lepore_meloni_scontro_sindaco_bologna_premier_scambia_collaborazione_per_obbedienza-423611742/

 

«Io di faccia ne ho una sola, guardo ai cittadini bolognesi e chiedo rispetto per la mia città oltraggiata sabato da un corteo di 300 camicie nere. La premier Giorgia Meloni non confonda la collaborazione con l’obbedienza, non possono esserci scambi su questo ».

 

scontrI A BOLOGNA tra collettivi antifascisti e polizia

Il sindaco Matteo Lepore risponde a stretto giro alla premier Meloni, dopo giorni di polemiche sugli scontri che sabato hanno portato 13 feriti tra manifestanti antifascisti e forze dell’ordine, durante la manifestazione dei “Patrioti”.

 

Sindaco Lepore, Meloni l’ha accusata di doppiezza, con private richieste di aiuto e pubbliche accuse, a cosa si riferisce?

«Io ho chiesto aiuto pubblicamente alla premier, come sindaco di Bologna, città alluvionata. Questo non significa che la collaborazione implichi obbedienza[…] Inoltre io non ho dato a Meloni della picchiatrice fascista».

 

Allora cosa c’entra il governo con il corteo di sabato a Bologna?

manifestazione e contromanifestazione in centro a bologna

«Chiedo spiegazioni sulla gestione dell’ordine pubblico. Perché è stato permesso che 300 persone con le svastiche al collo e, ribadisco, la camicia nera, sventolassero le loro bandiere marciando al passo dell’oca a pochi passi dalla stazione? Il fatto che sia stato permesso è un oltraggio alla città».

 

Non era d’accordo con il fatto di autorizzare il corteo dei “Patrioti”?

 «Nel comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza avevamo convenuto che dovessero manifestare in piazza della Pace, in periferia, vicino allo Stadio, dove già in passato altre volte si erano riuniti. C’è il verbale, il documento della Prefettura. La gestione pattuita in comitato non si è mantenuta, si sono prese decisioni al di fuori, negandolo fino ad oggi, anche con prese di posizioni false».

 

giorgia meloni al consiglio europeo informale di budapest 13

Lei ieri ha parlato della volontà di creare un caso, a pochi giorni dal voto per le regionali...

«Direi che i manifestanti in camicia nera sono riusciti a creare un caso politico perché è stato loro permesso. Su quanto accaduto sono intervenuti tutti: dalla premier al ministro della difesa Guido Crosetto, da Matteo Salvini al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Oltre a numerosi parlamentari. Neanche se fosse scoppiata la terza guerra mondiale avrebbero dichiarato tutti insieme così velocemente. Credo abbiano capito che qualcosa è andato storto e di aver commesso un errore madornale».

 

scontrI A BOLOGNA tra collettivi antifascisti e polizia

La campagna elettorale quanto c’entra?

«Diciamo che andrebbe fatta sulle questioni che interessano i cittadini […]. Ci ritroviamo a parlare di 300 fascisti venuti in città senza che nessuno lo impedisse. Io ringrazio la polizia, si sono comportati in modo professionale, ma sono stati messi in una situazione sfavorevole, la piazza è stata tenuta con il senso di responsabilità di tutti».

 

I toni sono esasperati, Gasparri ha detto che Elly Schlein riporta alle “soglie del brigatismo”, La Russa ha evocato i “facinorosi”, lei cosa risponde?

«Non sanno di cosa parlano, noi non prendiamo lezioni da persone che hanno partecipato anche ai comizi di Casapound. […]».

manifestazione di casapound e rete dei patrioti a bologna manifestazione di casapound e rete dei patrioti a bologna

giorgia meloni foto lapresse

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