michele serra pietrangelo buttafuoco carlo fidanza roberto longhi javarini

FASCIO DI NERVI – MICHELE SERRA: “È RISAPUTO CHE GLI ITALIANI DI ESTREMA DESTRA, ESSENDO QUALCHE MILIONE (STORICAMENTE INTORNO AL 10-15 PER CENTO) DA QUALCHE PARTE DEVONO PURE STARE: E DOVE SE NON NEL PARTITO DELLA MELONI, CHE HA ANCORA LA FIAMMA DI ALMIRANTE NEL SIMBOLO?” – BUTTAFUOCO: “IL RISCHIO DI INQUISIZIONE E DI TOTALITARISMO CULTURALE È PIÙ FORTE PERFINO DI QUANTO FOSSE NEL DOPOGUERRA. SIAMO COSTRETTI IN UN UNICO LINGUAGGIO CHE IMPONE IL PENSIERO UNICO…” - VIDEO

 

1 - QUELLO CHE TUTTI SANNO

MICHELE SERRA SULL'AMACA

Michele Serra per “la Repubblica”

 

Il grande scalpore sollevato dall'inchiesta di Fanpage sulla destra milanese non ha ragione d'essere. È risaputo che gli italiani di estrema destra, non essendo poche migliaia, ma qualche milione (storicamente intorno al 10-15 per cento dell'elettorato) da qualche parte devono pure stare: e dove se non nel partito della Meloni, che ha ancora la fiammadi Almirante nel simbolo?

 

La concorrenza del Salvini, più ducesco della Meloni, anche più screanzato, dunque molto attraente per i nostalgici, ha retto per qualche anno; ora i Fratelli d'Italia sembrano riprendersi ciò che loro spetta, diciamo così, per natura.

 

CARLO FIDANZA GIORGIA MELONI

A partire dalla stessa Meloni, lo stupore perbenista nel riconoscere nello stesso selfie un nostalgico di Hitler e chi si candida al governo del Paese con il centrodestra, è davvero ipocrita.

 

carlo fidanza inchiesta di fanpage

Per dirla in una sola frase, per niente retorica, la destra italiana non ha mai fatto i conti con il fascismo. È una frase che vuol dire esattamente quello che dice. È un rendiconto oggettivo, non una polemica politica. È nella storia della Repubblica e in specie di quella che viene chiamata, impropriamente, Seconda Repubblica: da Berlusconi in poi, i saluti romani e i candidati neri sono parte organica del cosiddetto centrodestra.

 

roberto jonghi lavarini carlo fidanza

I minimi serbatoi di CasaPound e ForzaNuova non possono contenere, del vasto neofascismo italiano, che insignificanti scorie: e comunque, in molte città, anche queste scorie sono nel centrodestra. Che l'apologia del fascismo sia contro la legge, dispiace dirlo ma ormai è un formalismo inapplicabile: l'Italia pullula di memorabilia del Ventennio e di saluti romani. Più utile sarebbe che la destra italiana finalmente dicesse: è vero, abbiamo un problema. Ma preferisce fingere indignazione quando qualcuno mostra quello che tutti sanno.

pietrangelo buttafuoco foto di bacco

 

2 - IMPOSSIBILE FARE I CONTI COL PASSATO È LA DITTATURA DEL PENSIERO UNICO"

Francesco Grignetti per “La Stampa”

 

Non chiamatelo «destrologo», perché non è corretto e nemmeno serio. Chiamatelo scrittore senza troppe etichette. Ma Pietrangelo Buttafuoco, in trepida attesa per il prossimo romanzo, ("Sono cose che passano", La Nave di Teseo) è anche un osservatore intelligente di quel che accade nel mondo e in «quel» mondo che in gioventù è stato suo.

chiara valcepina carlo fidanza lobby nera inchiesta fanpage

 

Perciò merita alzare il telefono e chiedergli a brutto muso: che pensa di quel che sta accadendo a destra? Lui sospira e rilancia: «Se mi chiedete di Fanpage, nemmeno rispondo perché ne è evidente l'assoluta malafede e la strumentalità».

 

inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 7

In che senso?

«Nel senso che se prendi una macchietta della politica, uno del circo della Zanzara, e ci costruisci attorno un film, è evidente la strumentalità. Ma di questo non parlo, perché non mi interessa.

 

roberto jonghi lavarini con giorgia meloni

Parliamo allora di Luca Morisi, abbattuto dai fantasmi social che lui stesso ha evocato? Non le sembra il più drammatico esempio di contrappasso?

«Più che un contrappasso per lui, direi per i suoi nemici. In fondo Morisi è stato coerente con il dettato del tempo corrente, tutto sesso, droga e rock & roll. E invece di sentirsi dire dai suoi nemici - caspita, è dei nostri! - questi hanno mugugnato peggio del peggior Braghettone. Il pavlovismo ha preso il sopravvento».

 

Ma non è un problema politico, scusi, l'incapacità di fare i conti con la propria storia, nel caso di chi tresca con certi attrezzi nostalgici del passato peggiore? O con la propria cultura, quando si demonizzano comportamenti che poi sono anche suoi?

luca morisi e matteo salvini

«Se è per questo, il problema è anche più grave. Io dico che ormai non abbiamo la possibilità di ridiscutere in un senso molto più ampio. È un problema che va oltre il Novecento e oltre i confini italiani. Siamo entrati in una fase in cui il rischio di inquisizione e di totalitarismo culturale è più forte perfino di quanto fosse nel Dopoguerra.

 

MEME SUL CASO MORISI BY CARLI

Nel senso che non abbiamo più la libertà e l'agio di attraversare i mondi, di raggiungere orizzonti ulteriori. Siamo costretti in un unico linguaggio che impone il pensiero unico. E soprattutto non c'è la possibilità di confrontarsi con il passato. Ben oltre il Novecento, non c'è più la possibilità di confrontarsi persino con il passato arcaico. Quello più remoto. Questa è la vera questione».

 

Par di capire che, secondo lei, siamo oltre le costrizioni del politicamente corretto.

roberto jonghi lavarini con matteo salvini

«Certo. Quando nei musei si pongono il problema se esporre le opere d'arte del Rinascimento perché temono di offendere le sensibilità altrui, di quelli che magari nella loro storia non hanno avuto la possibilità di creare capolavori, si capisce che siamo entrati in un ambito preoccupante.

 

C'è una idea di civiltà e di libertà dell'umanità che viene messa in discussione. Grazie a dio, però, ci salveranno i cattivi. Nel momento in cui l'Occidente rinuncerà ai suoi musei, l'Hermitage di Mosca non si farà problemi come non se ne faranno in Cina. A me sembra di essere all'avvento del cristianesimo quando furono bruciate le biblioteche con la sapienza del passato e fu uccisa Ipazia.

MEME SUL CASO MORISI BY CARLI

 

Se non ci fossero stati i cattivi dell'epoca, ovvero i saggi arabi d'Andalusia o i maestri persiani, oggi non avremmo più Platone o Aristotele. È quello che sta accadendo oggi, quando vogliono cancellare Shakespeare, il Rinascimento, o Heidegger».

 

Io chiedevo più banalmente perché la destra non riesca a fare i conti con la propria storia una volta per tutte. O meglio: se non si debba accettare che i conti vanno fatti di continuo.

carlo fidanza chiara valcepina roberto jonghi lavarini

«Attenzione, tra quello che mi chiede lei, e quello che dico io, c'è di mezzo un groviglio inestricabile di non detto, di autocensura, di timori, per cui non ne usciamo più. Siamo costretti tutti alla "dissimulazione gentile" per potercene venire fuori.

 

Però voglio ricordare un aneddoto, ormai stratificato nella storia della destra: il compianto Pinuccio Tatarella, una volta che gli si presentò un tale con certa paccottiglia nostalgica, la prese e la gettò d'impulso fuori dalla finestra. Non aveva intenzione di perdere tempo».

matteo salvini giorgia meloni

 

È comprensibile che Giorgia Meloni, di ben altra generazione, e con ben altre ambizioni, voglia gettarsi tutta la paccottiglia alle spalle. Ma perché non lo fa, allora?

«Ma davvero vogliamo parlare del Novecento? Allora io faccio solo un nome: Renzo De Felice. Dal punto di vista storico, la discussione si è chiusa con un lavoro storiografico importante. Non lo possiamo più interpellare? Leggiamo i suoi libri».

inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 6inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 3PIETRANGELO BUTTAFUOCO matteo salvini e luca morisi 1MEME SUL CASO MORISI BY CARLImatteo salvini e luca morisi 3matteo salvini e luca morisi 4matteo salvini e luca morisi 5inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 2inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 10inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 11inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 12inchiesta di fanpage su fidanza e fratelli d italia 5

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?