vladimir putin sanzioni sanzione russia ucraina

FATTA LA SANZIONE, TROVATO IL MODO DI AGGIRARLA - MOLTE AZIENDE ITALIANE SE NE FREGANO DELLE MISURE CONTRO PUTIN E CONTINUANO A FARE AFFARI CON LA RUSSIA - IL MECCANISMO È SEMPLICE E PREVEDE UNA “TRIANGOLAZIONE” CON I PAESI DELL’EX UNIONE SOVIETICA. IL TRASFERIMENTO DEI PRODOTTI A MOSCA VIENE GARANTITO DA ALTRE SOCIETÀ COSTRUITE AD HOC IN TAGIKISTAN, AZERBAIGIAN O KAZAKISTAN. DA CUI POI FINISCONO TRANQUILLAMENTE IN RUSSIA - MA IL COPASIR STA PER INTERVENIRE…

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

la russia dopo le sanzioni 2

 

Ogni guerra ha i suoi «furbetti». E c'è un motivo se il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica si appresta a intervenire: vuole verificare le informazioni che alcuni suoi rappresentanti hanno ricevuto nei giorni scorsi da autorevoli esponenti di Confindustria, secondo i quali aziende italiane starebbero «aggirando il pacchetto di sanzioni» contro la Russia.

 

ernesto magorno

Il segretario del Copasir Ernesto Magorno fa sapere che porrà la questione al plenum del Comitato già la prossima settimana, «perché in una fase tanto delicata della crisi ucraina è fondamentale garantire l'applicazione delle misure decise dall'Occidente nei confronti di Putin».

 

LE SANZIONI DEVASTANTI DELL OCCIDENTE CONTRO LA RUSSIA

Così l'organo parlamentare accenderà un faro sul sistema fraudolento che - secondo le notizie ricevute per via informale - ruoterebbe attorno al meccanismo delle «triangolazioni» con Paesi dell'ex Unione Sovietica.

 

Il trasferimento dei prodotti a Mosca verrebbe garantito da «finanziarie e società costruite ad hoc» che operano in Tagikistan, in Azerbaigian e soprattutto in Kazakistan: i beni - venduti formalmente ad aziende di Paesi che non sono sottoposti a sanzioni - verrebbero poi girati alla Russia, che sarebbe la vera destinataria del contratto. È un sistema già sperimentato ai tempi dell'embargo contro l'Iran, quando a «triangolare» era la Turchia. E che si è protratto durante le precedenti sanzioni contro Mosca.

 

enrico borghi

«Atteggiamenti che in passato venivano tollerati, ora non lo sono più», avvisa Enrico Borghi: «Evidentemente - spiega il rappresentante del Copasir - c'è chi non ha compreso che dopo il 24 febbraio è cambiato il quadro geopolitico», è cambiato cioè radicalmente l'approccio con la Russia di Putin e «certe cose non sono più consentite. Anche perché sono motivo d'imbarazzo, siccome minano la credibilità del nostro Paese».

 

È un modo per spiegare che in questa fase c'è un'azione di forte coordinamento tra Paesi alleati e che simili informazioni vengono condivise: il sistema illegale delle «triangolazioni» è una delle attività maggiormente monitorate. Ora toccherà anche al Copasir, presieduto da Adolfo Urso. Il Comitato ha poteri di controllo incisivi: può avvalersi della collaborazione dei servizi, della magistratura, dell'amministrazione pubblica.

 

LUIGI DI MAIO E LE SANZIONI ALLA RUSSIA - MEME

La ricerca dei «furbetti» dovrebbe iniziare dal Kazakistan, grande serbatoio di petrolio e gas, che definisce l'Italia «il primo partner» tra i Paesi dell'Unione Europea. Prima della gelata causata dalla pandemia, lo scambio commerciale era in costante ascesa: le esportazioni italiane superavano il miliardo di euro. In quel pezzo di Asia - insieme a piccole aziende che hanno trovato spazio di mercato - operano colossi dell'energia, grandi brand della moda, marchi famosi delle attrezzature sportive e dell'alimentare, imprese di costruzioni, della meccanica, della farmaceutica, delle infrastrutture e dei servizi. I comparti più redditizi - secondo l'Istituto per il commercio estero - sono quelli delle apparecchiature domestiche, dei macchinari e della metallurgia.

GLI YACHT RUSSI EVASI DALLE SANZIONI

 

E negli anni passati (quasi) tutti i politici italiani facevano sempre scalo nel ricchissimo Kazakistan quando viaggiavano verso Oriente. La guerra ha cambiato repentinamente le regole del gioco, destabilizzando la globalizzazione e quel sistema che - in qualche modo - c'è chi vorrebbe far sopravvivere attraverso vecchi escamotage come il meccanismo delle «triangolazioni». A denunciarlo sono stati alcuni imprenditori. Gli esponenti di Confindustria che hanno poi deciso di rivolgersi al Copasir non intendono commentare le indiscrezioni. Ma di fatto confermano il contatto con i membri del Comitato parlamentare, servendosi di una citazione di Lenin: «I capitalisti ci venderanno la corda con cui li impiccheremo».

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."