vladimir putin donbass ucraina

FIN DOVE ARRIVERA’ PUTIN? LA RUSSIA SCHIERA VEICOLI MILITARI IN BIELORUSSIA. MA LO ZAR VLAD DICE DI ESSERE PRONTO A UNA “SOLUZIONE DIPLOMATICA”. INTANTO GIOCA SULLE DIVISIONI DELL’ALLEANZA ATLANTICA (GERMANIA E ITALIA SONO FRENATE DALLA DIPENDENZA DEL GAS) E MANDA UN ULTIMATUM ALL'UCRAINA CHE DOVREBBE RICONOSCERE L'ANNESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA, RINUNCIARE ALLA NATO E DEMILITARIZZARSI – LA TEORIA DELLA GUERRA IBRIDA E L'ASSO NELLA MANICA - TRUMP CRITICA BIDEN: “PUTIN? UN GENIO. MA DURANTE LA MIA AMMINISTRAZIONE NON AVREBBE MAI FATTO QUELLO CHE STA FACENDO ORA"

Da corriere.it

vladimir putin 2

Il presidente russo Vladimir Putin —in un discorso trasmesso in tv in occasione della Giornata del difensore della patria — ha definito «non negoziabili» gli interessi e la sicurezza del suo Paese, ma ha poi apparentemente aperto al dialogo con gli occidentali: la Russia, ha detto, è pronta a trovare «soluzioni diplomatiche» con Kiev e l’Occidente sulla crisi ucraina. «Il nostro Paese è sempre aperto al dialogo diretto e onesto per trovare soluzioni diplomatiche ai problemi più complessi. Tuttavia, gli interessi e la sicurezza dei nostri cittadini non sono negoziabili».

 

 

TRUMP: «PUTIN? UN GENIO»

Da open.online

Trump e Putin

Donald Trump ha definito “genio” Putin per la sua gestione della crisi con l’Ucraina. «Conosco molto bene Vladimir Putin e durante l’amministrazione Trump non avrebbe mai fatto quello che sta facendo ora, assolutamente no», ha detto l’ex presidente Usa. Che poi ha criticato Biden: le tattiche del leader russo sono state “intelligenti” e la crisi si sarebbe potuta evitare se fosse stata “gestita in maniera appropriata” dall’attuale presidente Usa, Joe Biden.

 

 

PUTIN LA SFIDA DELLE FRONTIERE 

Estratto dell'articolo di Anna Zafesova per la Stampa

 

 

STATUA DI LENIN GUARDA PUTIN

(...) Putin fa capire che la questione potrebbe aspettare una non meglio precisata «risoluzione negoziale, oggi impossibile». Il presidente russo riappare davanti alle telecamere mentre da Kiev e Odessa segnalano colonne di fumo che si stanno alzando dall'ambasciata e dal consolato russo, forse per i documenti bruciati frettolosamente in attesa dell'evacuazione dei diplomatici russi ordinata da Mosca, Putin suggerisce la soluzione della crisi: «L'Ucraina dovrebbe riconoscere l'annessione della Crimea alla Russia, rinunciare alla Nato e demilitarizzarsi». Ha la forma di un auspicio, ma è un ultimatum. Putin chiede e ottiene dai senatori il permesso di usare l'esercito nel Donbass, e da domani la linea del fronte diventa quella con i militari russi non più nascosti dietro le spalle delle milizie separatiste.

 

(…)

 

 

LA STRATEGIA DELL'INCERTEZZA ASSO NELLA MANICA DELLO ZAR «PRONTI ANCHE I MISSILI»

MARCO VENTURA per il Messaggero

 

vladimir putin firma il riconoscimento di donetsk e lugansk

Fin dove arriverà Putin? È questa la domanda che si pongono adesso le cancellerie occidentali e la NATO. Ma è proprio questa incertezza una delle armi principali del leader russo. Una clava politico-diplomatica che ha fra l'altro lo scopo di creare fratture all'interno dell'Alleanza Atlantica. Stati Uniti e Paesi dell'Europa dell'Est (tranne l'Ungheria) vorrebbero la risposta più forte al riconoscimento russo delle Repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk.

 

LE TENSIONI IN UCRAINA VISTE DA OSHO

DILEMMA Germania e Italia sono frenate dagli stretti rapporti commerciali con Mosca e dalla relativa dipendenza dal gas russo. Parigi, forte dell'autonomia energetica grazie al nucleare, indica una terza via europea, svincolata dalla sudditanza a Washington. Il dilemma di Putin è che se decide di invadere l'Ucraina, inclusa la capitale Kiev, l'effetto sarà il ricompattamento della NATO. Meglio, per lui, un'operazione dura ma limitata che gli consenta (lo ha cominciato a fare ieri) di porre condizioni: la rinuncia di Kiev ad aderire alla NATO, la demilitarizzazione del Paese o almeno della sua parte orientale e il riconoscimento della Crimea annessa da Mosca nel 2014. Stando a un report dell'americano Institute for the Study of War, il problema per Putin è lo stesso che si pone nei sequestri di persona: se l'ostaggio muore (l'Ucraina invasa), non resta più nulla da trattare o ottenere. È prevedibile piuttosto, secondo l'ISW, un approccio per gradi. «Un ostaggio vivo crea una situazione più tesa e complessa di uno che viene ucciso». Col suo discorso alla nazione l'altra sera, Putin ha gettato le basi delle rivendicazioni russe e delle azioni militari che possono derivarne in caso di risposta negativa da Kiev e dall'Occidente.

foto-satellitari-esercito-russo-bielorussia

 

«Noi - spiega il report americano prevediamo che le ostilità comincino a Est, con attacchi aerei e missilistici in profondità nell'Ucraina, probabilmente con una pausa prima che Putin lanci un'invasione di terra». Non si tratterà di un'aggressione su larga scala. I russi «potrebbero spingersi oltre la linea di contatto in Donbass e conquistare interamente Donetsk e Luhansk». Oggi i separatisti occupano un terzo del Donbass. Putin ha chiarito ieri che il riconoscimento riguarda i confini amministrativi delle due Repubbliche, quindi ben oltre la demarcazione attuale.

 

MAPPA UCRAINA - DONBASS - CRIMEA

Potrebbe decidere di attaccare a nord della Crimea fino al fiume Dniepr, con azioni aeree e missilistiche combinate e un costo limitato in termini di vittime russe e rischi politici per Mosca. Caccia Su-35, sistemi missilistici Iskander e l'anti-aerea S-400 sono stati dislocati nelle ultime settimane dentro e intorno alla Bielorussa dell'alleato Lukashenko. In pratica, a entrare in Ucraina sarebbero i tank e i reggimenti di fanteria della 150a Divisione motorizzata, affiancati da reparti meccanizzati del Distretto militare meridionale russo e da unità di incursori avio-trasportati.

 

carri armati russi entrano nel donbass

 Caccia e bombardieri russi dalle basi a nord dell'Ucraina, in Bielorussia e in Crimea, insieme a elicotteri, artiglieria di lungo raggio e gruppi missilistici avrebbero come target (nello schema delineato già lo scorso mese dall'ISW) la catena di comando e controllo ucraina, i depositi di armi (alcuni a 15-20 chilometri dalla linea del fuoco), reparti avanzati e i droni arrivati dalla Turchia. Forte dovrà essere la pressione sul presidente Zelenski, per destabilizzarne il governo.

 

carri armati russi entrano nel donbass.

OBIETTIVO Non è esclusa la distruzione accidentale di tratti di gasdotto che portano il gas russo in Europa attraverso l'Ucraina. E dalle basi al confine di Boguchar e Valuiki si muoverebbe la Terza divisione motorizzata di Mosca. Altro obiettivo: il controllo della via costiera sul Mare d'Azov al fine di creare una continuità fra Crimea e Donbass. Nel mirino la città-porto di Mariupol e forse Odessa, strategici punti d'accesso ucraini al mare. Come ha detto Putin ieri, l'evoluzione del conflitto si vedrà sul terreno. E qui assumerà tutta la sua efficacia la guerra ibrida teorizzata a Mosca: basteranno, ad allargare il conflitto, provocazioni montate ad arte. Come la cattura di un finto aereo ucraino sconfinato.

 

denis pushilin leonid pasechnik 3cittadini ucraini si addestrano per le strade di kiev nel donbass esultano per l arrivo dei russi carri armati russi nel donbass 1soldati ucraini JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN MEMEPUTIN E BIDENvladimir putin donald trump

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…