raffaele fitto giorgia meloni silvio berlusconi

FITTO, L'UOMO CHE SA DIRE SEMPRE SÌ – IL RITRATTO AL VELENO DEL MINISTRO MELONIANO, INDICATO DAL GOVERNO COME COMMISSARIO EUROPEO – PINO CORRIAS: “HA UN KARMA DOROTEO CHE LO PORTA SEMPRE PIÙ IN ALTO, SENZA SPETTINARLO MAI. È MIGRATO DALLA DC AL PARTITO POPOLARE, POI AL CENTRO DI BUTTIGLIONE, ALLA VALANGA AZZURRA DI BERLUSCONI, FINO ALLA FIAMMA DI GIORGIA – “SILVIO LO BATTEZZÒ ‘PUPILLO’, NOMINANDOLO ‘MIA PROTESI’, COME FOSSE UN FAVORE. ORA GIORGIA LO COMANDA CON LA SOLA FORZA DELLO SGUARDO” – “FITTO UBBIDISCE, È UNA RISORSA DELLA REPUBBLICA, SPECIALMENTE LA SUA”

Estratto dell’articolo di Pino Corrias per “il Fatto quotidiano”

 

giorgia meloni raffaele fitto

Raffaele Fitto se ne sta fermo in cima alle verdi valli del Pnrr nazionale, a farsi vento. È vivo e vispo, più o meno come una pala eolica. Non solo perché ne ha la statura e la vivacità nello sguardo, ma perché produce da fermo una costante quantità di energia che gli consente, ogni anno da trent’anni, di amministrare la propria biografia grazie a un’ostinazione familiare e a un karma doroteo che lo portano sempre un po’ più in alto, senza spettinarlo mai.

 

Stavolta – per volontà di Giorgia Meloni, messa con le spalle al muro dalla sua ex amica Ursula – la sua destinazione sarà il nuovo parco eolico di Bruxelles, magari non proprio in prima fila, pazienza, sicuri tutti che saprà rendersi utile e ubbidiente come sempre: sbarbato, profumato, di scuro vestito, con la cravatta azzurra che indossa dalla prima comunione in poi.

 

RAFFAELE FITTO RITRATTO DA FRANCESCO FEDERIGHI

Giorgia lo comanda con la sola forza dello sguardo blu, meglio di una scudisciata. Dalla seconda rata in poi del Pnrr, gli ha ordinato di annettersi tutti i rubinetti di spesa. Ha ubbidito, infischiandosene dei cento nemici che si accatastavano alla sua porta di ministro plenipotenziario, accusandolo di essere “troppo accentratore”. […]

 

Subito dopo la ducetta gli ha comandato di smontare le architetture contabili pensate dal geometrico Mario Draghi, stabilendo, con il decreto Sud, la sua sola titolarità su ogni finanziamento a regioni e comuni, per il massimo dispetto di Matteo Salvini che a ogni giro di pala eolica del suo rivale, riempie il tempo vuoto ideando scempiaggini sui social e costruendo castelli di sabbia sulla risacca, solidi quanto la sua Autonomia differenziata e il suo Ponte.

 

La storia di Raffaele, nato proprio in queste ore il 28 agosto 1969, è un apologo delle radici. Le sue sono quelle antiche e solide della Democrazia cristiana e del paesone che gli regalò i natali, Maglie, provincia di Lecce, quello che nella piazza Aldo Moro, celebra il monumento al concittadino Aldo Moro […]

 

raffaele fitto silvio berlusconi

Babbo e mamma, Salvatore e Leda, erano democristiani di massimo potere. Il padre imprenditore, prima fu sindaco di Maglie poi presidente della Regione Puglia. Tutto cancellato dal cattivo destino di un incidente automobilistico sulla statale 7 verso Brindisi, all’ora del tramonto, morti lui e l’autista, finiti a super velocità dentro a un camion.

 

Raffaele quel giorno compiva 19 anni. E rovesciò il suo modo di stare al mondo, niente più calcio, motociclette, ragazzine e prepotenze di svagata gioventù. Disse: “Da quel giorno la mia vita ebbe uno scopo”. E lo scopo fu quello di riempire il vuoto familiare con la politica a tempo talmente pieno da essere eletto in Regione, in capo a un anno, diventando prima il più giovane consigliere della Puglia.

 

RAFFAELE FITTO DA BAMBINO CON IL PADRE SALVATORE

Poi addirittura il più giovane presidente della Puglia, anno 2000, stesso scranno del padre, ma con un potere maggiore, vista la sua capacità di presidiare le massime turbolenze di quegli anni, migrando da un nuovo partito all’altro senza mai spostarsi troppo dal suo piedistallo: prima la Dc di De Mita, poi il Partito popolare di Martinazzoli, quindi il Centro di Buttiglione, poi la valanga azzurra di Berlusconi, fino alla fiamma di Giorgia, anno 2019, ultimo giro di pale, per il momento.

 

Lui e lei si conoscono nel 2008, durante il quarto governo Berlusconi, lei ministro della Gioventù, lui degli Affari regionali, lei a recitare il copione dell’Underdog indisciplinato, lui quello del bimbo quieto. Talmente ubbidiente da assecondare Berlusconi anche quando dirà che Vittorio Mangano – il sicario mafioso assunto a Arcore – “è stato un eroe”. Al punto che Silvio lo battezza “pupillo”, nominandolo “mia protesi”, come fosse un favore.

 

RAFFAELE FITTO AL MARE

Raffaele cresce a immagine del Capo anche nel comparto giudiziario: accumula 14 imputazioni in carriera, per corruzione, peculato, falso e abuso d’ufficio. Reagisce denunciando i suoi giudici, come gli ha insegnato la politica. E quando i magistrati gli contestano 500 mila euro di finanziamento della famiglia Angelucci nella campagna elettorale del 2005, versati alla sua lista “La Puglia prima di tutto”, lui replica: “È un contributo regolarmente contabilizzato”, proprio come faranno tutti gli amministratori a seguire, compreso il collega e amico Giovanni Toti, presidente della Liguria, tanti anni dopo.

 

Strategia vincente, visto che fatta salva qualche condanna in primo grado, Raffaele viene assolto e qualche volta prescritto da tutto, con massimo onore della Camera dei deputati e dei suoi difensori, tra i quali l’immancabile Francesco Paolo Sisto, avvocato di Berlusconi e sottosegretario alla Giustizia. […]

 

NICHI VENDOLA - RAFFAELE FITTO

Due volte viene sconfitto nella corsa alla rielezione della Regione Puglia, prima da Nichi Vedola, anno 2005, poi da Michele Emiliano, anno 2020. E una terza, quando si dimette dall’ombra del Capo, dichiarandosi contrario al cosiddetto “Patto del Nazareno”, l’imbroglio ideato nel 2015 dal macellaio Denis Verdini e dal suo allievo Matteo Renzi, che intendevano insaccare il Partito democratico e cuocerlo alla brace.

 

Per il morbido Fitto è un colpo inaspettato di orgoglio e di pala eolica. Al quale Berlusconi risponde con uno stizzito “vaffanculo!” in pubblico, battezzandolo “parroco di Lecce”, e sentenziando: “Se ne va? Meglio. Ogni volta che va in tv, perdiamo il 4 per cento”. “Sono introverso e non sorrido”, replicò lui, senza perdere il suo grigio umore. […]

 

RAFFAELE FITTO AL MARE

La terra è il Salento, incorporato da un accento così marcato che Giorgia gli ha appena comandato un corso full immersion di inglese, per prepararsi alle piogge di Bruxelles. Ha ubbidito, ci mancherebbe: Fitto è una risorsa della Repubblica, specialmente la sua.

RAFFAELE FITTO NEL 2001umberto bossi silvio berlusconi raffaele fitto pierferdinando casini gianfranco fini ROCCO BUTTIGLIONE - UMBERTO BOSSI - SILVIO BERLUSCONI - GIANFRANCO FINI - RAFFAELE FITTO - PIERFERDINANDO CASINI raffaele fittoraffaele fitto ricevimento quirinale 2 giugno 2024 RAFFAELE FITTO NEL 2008raffaele fitto giorgia meloni RAFFAELE FITTO CON UN BICCHIERE DI VINO

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO