berlusconi salvini meloni

IN FONDO A DESTRA C’È IL TILT – LA FEDERAZIONE SEMBRA UN MIRAGGIO: BERLUSCONI L’HA ARCHIVIATA PER NON INDISPETTIRE LA MELONI E PERCHÉ PER IL QUIRINALE GLI SERVONO ANCHE I VOTI DI FDL (ANCHE SE LEI HA GIÀ FRENATO SULLA CANDIDATURA) - SALVINI LA VORREBBE PER ENTRARE DALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI, MA FINGE DI AVERLA ARCHIVIATA – IN MEZZO C’È IL RUBABANDIERA: LA “DUCETTA” RUBA AL “CAPITONE” CHE A SUA VOLTA FA CAMPAGNA ACQUISTI IN FORZA ITALIA – E IN PIAZZA PER LE AMMINISTRATIVE SCENDONO TUTTI DIVISI…

Mario Ajello per “Il Messaggero”

 

BERLUSCONI MELONI SALVINI

«La federazione? E' diventata una barzelletta», lo dicono in tanti ormai, senza paura di offendere Salvini e Berlusconi, nella Lega e in Forza Italia. I primi due a non credere più all'incontro nel super-aggregato del centrodestra sono loro. Il Cavaliere lo ha rimosso o rinviato per non far indispettire la Meloni, visto che gli servono anche i voti di FdI per il sogno a cui crede tantissimo che è quello del Quirinale («Non attaccate mai Giorgia», si raccomanda con i suoi, «ma neanche Matteo, mi raccomando») e perché finge di assecondare i timori dei suoi convinti che poi Salvini darà pochi posti nelle liste elettorali comuni e dunque «prepara la fregatura».

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

 

E Salvini, che la federazione la vorrebbe ancora, vuole dare l'impressione di averla archiviata per non fare la parte di chi osserva inerte la mezza fuga del partner. Che anzi lo infastidisce così tanto da averlo spinto ad aprire finalmente le porte a tutti i forzisti che volevano da tempo farsi leghisti e ora - caro Silvio tu mi tradisci? E io ti rubo l'argenteria! E in più fa trapelare la voce che al Colle non gli dispiacerebbe il suo consigliere Marcello Pera - cominciano ad essere accolti anzitutto in Lombardia (compreso il presidente del consiglio regionale, Alessandro Fermi).

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

I DISPETTI Per non dire del rubabandiera a tutti i livelli e a tutte le latitudini che impazza nell'intera coalizione: Meloni scippa a Salvini (una buona parte dell'intero gruppo all'Europarlamento e una cinquantina di dirigenti e figure locali da Nord a Sud e specialmente a Sud) e Salvini scippa a Berlusconi (ma anche a Italia Viva: vedi il caso del deputato Scoma a cui avrebbe promesso di farlo sindaco di Palermo, e si vocifera dell'arrivo della renziana umbra Ginetti).

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

Si fa così in una coalizione? Certo che no. Si cerca per esempio di farsi vedere uniti sullo stesso palco delle elezioni amministrative, per recuperare lo svantaggio in quasi tutte le città. E invece, ognun per sé con la Meloni che ha rubato il luogo simbolico del nordismo leghista, Piazza Duomo, per il comizio di oggi, in barba all'assenza di Salvini che deve ripiegare (il 27 settembre) su un evento in un viale di Niguarda.

 

E' anche improbabile che, come in occasione delle scorse elezioni regionali, i tre leader dei partiti del centrodestra appaiano per qualche minuto in una comparsata spot più o meno svogliata dietro a un tavolo da conferenza stampa senza domande e regna la vaghezza a proposito dei due appuntamenti ventilati, uno a Roma e uno a Milano ma già rimangiati: «Vediamo se le agende riescono a coincidere...». Come segnale della distanza siderale - che è l'opposto della federazione - può valere questo.

berlusconi salvini meloni

 

A Torino il centrodestra può vincere, e la cosa normale sarebbe l'abbraccio plateale Salvini-Meloni-Tajani (Berlusconi è chiedere troppo) con show a piazza Castello per eccitare le masse e cantare già vittoria, e invece vige la parcellizzazione e il se arrivi tu mi scanso io: l'altro giorno Damilano con Meloni, domani Damilano con Giorgetti, mercoledì Damilano con Salvini.

 

berlusconi salvini meloni

LA CONTA In Forza Italia i più sottili ironizzano così: «La federazione? Magari la faremo, ma con Giorgetti per un nuovo governo Draghi dopo il 2023 così Salvini continua a divertirsi con Borghi e Bagnai». Più che l'unione, la conta. Ovvero la competition a chi diventa primo partito della coalizione in questa tornata elettorale per guardare alla prossima e alla scelta del candidato premier nel 2023: chi prende di più nelle città, tra Lega e FdI, darà le carte nazionali. I meloniani sono convinti: «Sorpasso assicurato».

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

E dunque le amministrative in cui fa flop la federazione eccole diventate il luogo delle primarie nel centrodestra e l'anticipo della gara alle politiche. E intanto non è detto - questo il mega-cruccio di Berlusconi - che tanta disunione possa, al di là delle promesse, davvero produrre convergenza sul suo nome per il Colle. Non è piaciuta infatti ad Arcore la dichiarazione della Meloni: «Berlusconi non ha quotazioni altissime per il Quirinale. Bisogna ragionare tutti insieme su un profilo non di parte».

BERLUSCONI SALVINI MELONI BY BENNYBERLUSCONI MELONI SALVINISALVINI MELONI BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI MELONISALVINI MELONI BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO