FORZA ITALIA IN ROSSO: I PARLAMENTARI NON PAGANO LE QUOTE! UNO SU TRE E’ MOROSO TRA CUI MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI E MARA CARFAGNA – IL TESORIERE ALFREDO MESSINA: “RISCHIAMO DI RESTARE A CORTO DI FONDI PER LE PROSSIME CAMPAGNE ELETTORALI. E DA NOI IL CONTRIBUTO È DI 900 EURO MENSILI, UNO DEI PIÙ LEGGERI RISPETTO AI 2 MILA DEL PD E AI 3 MILA DELLA LEGA”

-

Condividi questo articolo


Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

CASELLATI BERLUSCONI 19 CASELLATI BERLUSCONI 19

Non è argent de poche. «È un bel guaio», ammette Alfredo Messina, senatore e commissario-tesoriere di Forza Italia. Proprio mentre il partito di Berlusconi tenta il rilancio, la cassa piange, perché i parlamentari non pagano le quote. Oltre uno su tre è moroso. C'è anche qualche nome eccellente negli elenchi top-secret conservati nel quartier generale di San Lorenzo in Lucina, Roma centro, ristretto a un piano proprio per mancanza di liquidità (in principio i piani erano due, con portineria, pure quella dismessa).

CASELLATI CASELLATI

 

Nei rendiconti ufficiali, per esempio, mancano i pagamenti della seconda carica dello Stato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e perfino di un ministro, Mara Carfagna. La bega dei rimborsi sembrava appannaggio del bizzoso universo M5S. E invece Anche fra le truppe berlusconiane in molti «sono distratti», per dirla in modo gentile, come fa Messina. Ma il problema, appunto, è serio: il rischio, spiega il tesoriere, è di essere a corto di fondi «per le prossime campagne elettorali».

 

Dalle comunali di giugno alle politiche del 2023. Anche la convention che i vertici azzurri stanno organizzando per aprile a Roma, stile Calenda, è in forse: chi paga? «Pensare che la nostra quota è molto più bassa rispetto agli altri partiti», si rammarica Messina, ex Fininvest e Mediaset. «Guardate il Pd!». Dove i parlamentari sborsano quasi 2mila euro al mese. Nella Lega il pedaggio è ancora più salato: 3mila euro. «Da noi invece il contributo è di 900 euro mensili, uno dei più leggeri».

renato schifani (1) renato schifani (1)

 

Eppure tanti non pagano. Quanti? «Almeno il 30%». Le liste dei morosi, come detto, sono sottochiave. Anche se nelle chat e nei conversari di deputati e senatori, soprattutto quelli puntuali a pagare, circolano velenosamente alcuni nomi. Messina non ne fa, «se ne dico due - spiega - sembra che tutti gli altri siano in regola. Invece è un problema che riguarda in parecchi. Guardate i nostri rendiconti».

mara carfagna mara carfagna

 

Nei documenti ufficiali non è pubblicato l'elenco di chi non paga, ma quello di chi paga sì: quindi, per sottrazione, qualche considerazione si può trarre. Nell'elenco dell'ultimo bilancio, approvato a luglio del 2021 e che riguarda l'esercizio 2020, sono annotati tutti i contributi ricevuti. Nella lista (133 nomi, su 141 tra deputati, senatori ed europarlamentari iscritti a FI), in 29 hanno bonificato meno di 3mila euro l'anno, al posto dei 10.800 chiesti dal partito. Renato Schifani per esempio, da bilancio, nel 2020 ha pagato solo 1.800 euro. Qualche big è proprio introvabile nella lista.

 

mara carfagna renato brunetta mara carfagna renato brunetta

Per esempio la ministra Carfagna, mentre i colleghi Gelmini e Brunetta (che ha versato addirittura mille euro in più) vengono citati. «Non ci risultano quote non pagate, ma stiamo verificando con il commercialista », spiegano dallo staff della ministra del Sud. Resta il dubbio: l'errore è nel rendiconto di FI o del commercialista di Carfagna? Tra i nomi di chi ha pagato, sia nel 2019 che nel 2020, non compare mai Casellati. Un'altra svista del commercialista? «Effettivamente questi pagamenti, sia per Casellati, che per Carfagna nel 2020, non risultano nel re ndiconto - ammette Messina - Forse per la presidente del Senato c'è un tema legato alla sua carica, avrà fatto alcuni ragionamenti. Per Carfagna magari ha pesato una sua distanza, in alcune fasi, rispetto al partito». Entreranno in azione gli avvocati? «Abbiamo ragionato su alcune azioni esecutive - risponde il tesoriere Messina - ma io vorrei evitare. I solleciti però li ho mandati».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…