francesco gilioli spano alessandro giuli

FUOCO AMICO SU GIULI – LA CACCIATA DEL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTERO DELLA CULTURA, FRANCESCO GILIOLI, AVREBBE IRRITATO UNA PARTE DELLA MAGGIORANZA, COMPRESO IGNAZIO LA RUSSA - IERI “LA VERITÀ” HA ATTACCATO IL NEOMINISTRO CON UNA PAGINATA INTITOLATA “LE NOMINE DI GIULI SONO UN CASO SENZA FINE” – LA POLEMICA SULLE NOTIZIE PASSATE DA GILIOLI A “REPORT” E LA BATTAGLIA DEI PRO-VITA CONTRO IL SUCCESSORE DESIGNATO, FRANCESCO SPANO…

Articoli correlati

ALESSANDRO GILIOLI VORREBBE NOMINARE FRANCESCO SPANO CAPO DI GABINETTO AL MIC

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. GILIOLI IL CASO RESTA APERTO FDI CONTRO GIULI SUL SUCCESSORE

Estratto dell'articolo di Gabriella Cerami e Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

alessandro giuli al senato - foto lapresse

Mugugni, irritazione, scarso entusiasmo. Tra i parlamentari di Fratelli d’Italia in tanti si chiedono: «Perché proprio Francesco Spano? È stato consulente del Pd». L’attuale vice capo di gabinetto del ministero della Cultura, che già oggi potrebbe essere promosso da Alessandro Giuli al gradino più alto, è finito nel mirino dei Pro vita, l’associazione anti abortista […] da sempre […] vicina al mondo della destra.

 

I fatti risalgono al 2017, quando Spano era alla guida dell’Ufficio nazionale antidiscriminazione (Unar) e fu costretto alle dimissioni per un’inchiesta delle Iene che lo accusava di aver versato 55mila euro a un’associazione Lgbtq+, che però in realtà gestiva — secondo il servizio — sesso a pagamento.

 

FRANCESCO GILIOLI

La Corte dei conti non riscontrò mai un danno erariale e poi Spano divenne segretario generale della fondazione Maxxi. È qui che Giuli lo ha conosciuto e adesso non ha alcuna intenzione di ripensarci: «Sarà lui il nuovo capo gabinetto, voglio una persona di mia fiducia ».

 

Il tono […] è granitico perché in fondo, mentre negli uffici del Collegio romano terremotato dall’ affaire Boccia- Sangiuliano scorre ancora veleno, è meglio blindarsi. Questo almeno è il ragionamento del ministro che venerdì sera ha cacciato Francesco Gilioli per «infedeltà» e «fatti gravissimi » legati a una presunta fuga di notizie.

 

Nelle mani di Giuli ci sarebbero le prove «del tradimento» dell’ex capo di gabinetto. Un documento che il ministro sarebbe pronto a mostrare a chi anche ai vertici del partito nutre dubbi sulla mossa, così da fugarli.

 

Francesco Spano

I fatti non coinvolgono lui, bensì Gennaro Sangiuliano ma «se ha tradito una volta può farlo ancora». Nei corridoi del dicastero si vocifera che Gilioli avrebbe trasmesso a Report, ma anche ad altri giornalisti, materiale su Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia con l’obiettivo di tirarsi fuori dalla vicenda e dimostrare la sua contrarietà alla firma del contratto da consulente.

 

Gilioli, consigliere parlamentare a Palazzo Madama e un lungo curriculum, ribadisce di non aver fatto nulla tanto da essere pronto anche a sporgere querela. Per lui si è mosso il mondo istituzionale, come il presidente del Senato Ignazio La Russa, ma si sono attivati anche i vertici di FdI […]. […]

 

La pressione sta salendo al punto che un parlamentare confida che «non scommetterebbe 10 euro sulla promozione di Spano». C’è poi chi ipotizza una soluzione soft: «L’incarico potrebbe limitarsi ai primi mesi». Ma al di là del caso Unar, in FdI c’è chi nutre dubbi anche per un altro aspetto: «Spano è stato consulente di politici del Pd». […]

 

VIGNETTA SU ALESSANDRO GIULI - INFOSFERA EBBASTA

2. I VELENI NEL «NUOVO» MINISTERO GIÀ IN BILICO IL NOME SCELTO DA GIULI

Estratto dell’articolo di Paolo Conti per il “Corriere della Sera”

 

[…] Veleni al ministero della Cultura nel delicato momento in cui Alessandro Giuli dovrà esordire alla Buchmesse, la Fiera del Libro di Francoforte, dove l’Italia è ospite d’onore: domani terrà due discorsi di apertura, alla Fiera generale e al Padiglione Italia diretto da Mauro Mazza.

 

Un appuntamento di enorme peso per l’immagine internazionale dell’Italia.

Il brusco allontanamento da parte di Giuli del capo della segreteria Francesco Gilioli ha trasformato gli uffici del Collegio Romano in un teatro di scontri.

 

La puntata di Report, annunciata per domenica 27 ottobre su Rai3 alle 20.30 e dedicata a Giuli, ha messo in agitazione gli uffici e ha innervosito il ministro. Gilioli non parla, sa che la sua condizione di consigliere parlamentare in organico al Senato gli impedisce esternazioni: unica eccezione, il dovere di rispondere a qualsiasi domanda della magistratura.

 

FRANCESCO SPANO NEL SERVIZIO DELLE IENE

L’accusa non esplicita […] è di aver parlato con i giornali e magari con Report, per difendere la propria posizione nella vicenda Boccia-Sangiuliano. Chi è vicino a Gilioli smentisce l’esistenza di qualsiasi documento che possa dimostrare il passaggio di materiali all’esterno. Report ha escluso ogni contatto con l’ex capo della segreteria.

 

Altro elemento. Gilioli non avrebbe avuto alcun bisogno di dimostrare all’esterno di essersi opposto alla nomina di Maria Rosaria Boccia perché lo fece l’ex ministro Gennaro Sangiuliano nell’intervista del 4 settembre al direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci. Terzo tassello: Gilioli, e può dimostrarlo, non ha mai materialmente firmato un contratto per Boccia.

 

FRANCESCO GILIOLI

C’è un nuovo fronte. Ieri il quotidiano La Verità ha attaccato il neoministro della Cultura con una durissima pagina intitolata «Le nomine di Giuli sono un caos senza fine». Forse il sintomo dell’irritazione di una parte della maggioranza, per esempio del presidente del Senato Ignazio La Russa, per l’allontanamento di Gilioli.

 

Giuli, così si legge, potrebbe rinunciare alla nomina di Francesco Spano a nuovo capo della segreteria dopo la petizione del gruppo Pro Vita che ha raccolto 10.000 firme contro l’ex dirigente Maxxi […]

FRANCESCO SPANO E GIOVANNA MELANDRIMARIA ELENA BOSCHI E FRANCESCO SPANOFRANCESCO SPANO FRANCESCO SPANOalessandro giuli al senato FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…