differenza prezzo del gas - usa - cina - europa

GAS AMARISSIMO – IN EUROPA IL METANO HA RAGGIUNTO CIFRE FOLLI: 327 EURO AL MEGAWATTORA, MENTRE NEGLI USA COSTA DIECI VOLTE MENO. TUTTA COLPA DELLA POLITICA ACCONDISCENDENTE DELLA MERKEL (E BERLUSCONI) VERSO PUTIN: ABBIAMO REGALATO A “MAD VLAD” IL MONOPOLIO E ORA QUELLO CI RICATTA – SALVINI E CALENDA APRONO A UN “ARMISTIZIO” DA 30 MILIARDI, MA DRAGHI CHIUDE A UN NUOVO SCOSTAMENTO DI BILANCIO - VIDEO: QUANDO NEL 2018 TRUMP AVVERTIVA I TEDESCHI: “DOVETE SGANCIARVI DALLA DIPENDENZA RUSSA”, E QUELLI GLI RIDEVANO IN FACCIA

 

Enr. Ma. per il “Corriere della Sera”

 

LA CORSA DELL ENERGIA - PREZZO DEL GAS

Adesso tutti i partiti guardano a Palazzo Chigi, sia quelli responsabili della caduta del governo Draghi sia quelli che hanno fatto di tutto per evitare che ciò accadesse.

 

Di fronte all'aggravarsi della crisi energetica, con i prezzi del gas schizzati oltre ogni previsione, gli occhi sono puntati, questa mattina, sulla riapertura dei mercati e sulle quotazioni del megawattora ad Amsterdam, mentre dalla Russia arrivano le fosche stime del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev: «In relazione all'aumento dei prezzi del gas a 3.500 euro ogni mille metri cubi, sono costretto ad aumentare la previsione a cinquemila euro entro la fine del 2022». In questo contesto tutte le forze politiche reclamano interventi urgenti per aiutare imprese e famiglie.

 

DMITRY MEDVEDEV ANGELA MERKEL

Proposte per 30 miliardi

Richieste che, complice la campagna elettorale, si rincorrono al rialzo, tanto che forze molto distanti tra loro, come la Lega di Matteo Salvini e Azione di Carlo Calenda, propongono entrambe nuovi interventi per 30 miliardi. Ma cifre così grandi e tempi brevi non sono compatibili con la posizione del presidente del Consiglio, Mario Draghi, fermo sulla linea che gli ulteriori sostegni devono essere finanziati con le risorse disponibili in bilancio e non ricorrendo ad aumenti del deficit.

 

Consapevoli della situazione, i partiti sembrano ora concordi su una sorta di tregua elettorale per stringersi intorno a Draghi e sostenerlo nel varo di un nuovo decreto legge, i cui tempi però, necessariamente, si allungano: non più questa settimana, forse la prossima. Sempre che si trovino le risorse sufficienti, almeno una decina di miliardi.

MATTEO SALVINI CARLO CALENDA

Il richiamo a Macron I eri è stato Salvini a rilanciare, a suo modo, l'idea di una tregua avanzata nei giorni scorsi da Calenda.

 

«Su luce e gas facciamo un armistizio - ha detto il leader della Lega -, senza bisogno di fermare la campagna elettorale, come dice Calenda, e diamo un mandato pieno al governo in carica per fare esattamente quello che ha fatto Macron, fissando al 4% il tetto degli aumenti delle bollette. Mi aspetto che Letta, Renzi, Calenda e Conte accettino questa proposta». Manco a dirlo il primo a rispondere è stato il capo di Azione, rivendicando la primogenitura dell'idea: «Meno male, almeno uno c'è arrivato.

dmitri medvedev vladimir putin

 

Vediamoci domani e proviamo a trovare un accordo per evitare il disastro». Cerca di metterla su un piano diverso il segretario del Pd, Enrico Letta: «Noi abbiamo presentato le nostre proposte. Le iniziative che prenderà il governo Draghi siano le più determinate e tempestive. Troveranno il nostro sostegno».

 

E la capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani, ricorda che il partito ha proposto un regime di prezzo amministrato dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e un contratto sociale per le microimprese e le famiglie con redditi medio bassi. La proposta di cassa integrazione gratis e del divieto di licenziamenti per le imprese energivore è invece rilanciata dal presidente del commissione Lavoro della Camera, Romina Mura (Pd).

DIFFERENZA PREZZO DEL GAS - USA - CINA - EUROPA

Renzi contro tutti Tornando alla proposta di «armistizio», i 5 Stelle non ci stanno ad accodarsi al treno leghista e fanno osservare che il Movimento «chiede da sei mesi un confronto fra i partiti sul caro bollette mentre Calenda pensava alla campagna elettorale». Ma al partito di Giuseppe Conte ribatte il leader di Italia viva, Matteo Renzi, accusando i 5 Stelle di essere, insieme con Salvini e Berlusconi, «ipocriti», perché chiedono l'intervento del presidente Draghi dopo averlo fatto cadere.

 

Usare gli extraprofitti

DRAGHI PUTIN GAS

Si smarcano dalle posizioni più ricorrenti i Verdi e Sinistra italiana, alleati per le elezioni del 25 settembre. «In soli nove mesi - dice Angelo Bonelli - le società energetiche italiane hanno conseguito utili per 50 miliardi. Chiediamo che questi soldi siano restituiti a famiglie e imprese direttamente sui loro conti correnti».

 

I partiti del centrodestra condividono la proposta di Salvini, ma anche qui non mancano le punzecchiature.

 

GIORGIA MELONI 1

Francesco Lollobrigida, per Fratelli d'Italia, fa osservare che la richiesta del leader del Carroccio «è analoga a quella fatta da Giorgia Meloni e in linea con la più generale disponibilità che abbiamo dato da sempre a fare ogni cosa nell'interesse della nazione». La presidente di Fratelli d'Italia, fanno osservare i suoi, aveva proposto una riunione tra i partiti e Draghi l'ultima volta venerdì scorso, in un dibattito elettorale in Puglia.

 

Sulla stessa scia Antonio Tajani (Forza Italia): «Dall'inizio Berlusconi diceva che era indispensabile un decreto per garantire ristori e lavorare sul credito d'imposta per le imprese. Quindi al tavolo che ora sollecita Salvini siamo favorevoli». D'accordo anche Noi moderati, anche se, dice Maurizio Lupi, «non c'è bisogno di fermare la campagna elettorale».

 

prezzo gas 1

Il nodo del deficit

Sia che si faccia sia che non si faccia, sul tavolo bisognerebbe comunque mettere le proposte. E qui c'è un fiorire di misure di sostegno a imprese e famiglie portate avanti da ogni partito, ma senza indicazioni sui costi se non, come fanno i più, con lo «scostamento di bilancio», cioè l'aumento del deficit. Che però Draghi ha già chiarito di non voler fare.

JOHNSON, DRAGHI E MACRON CADONO E PUTIN SE LA RIDE

prezzo gas 3prezzo gas 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…