matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

GIORGIA, ATTENTA CHE TI FREGANO - MELONI PRETENDE CHE SALVINI E BERLUSCONI PRENDANO ATTO DELLA SUA LEADERSHIP VISTI I SONDAGGI MA IN FORZA ITALIA E LEGA C'È CHI VORREBBE AZZOPPARLA ANCOR PRIMA CHE LA CORSA INIZI - I NODI SONO DUE: LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI E LE REGOLE PER SCEGLIERE IL CANDIDATO PREMIER – LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA NON NE PUO' PIU' DEI VERTICI NELLE VILLE DEL “BANANA”, DELLE PERE COTTE AL VINO, DELLE FOTO DI GRUPPO CON DUDÙ…

Antonio Bravetti per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI

Basta ville in Sardegna o sull'Appia antica, pere cotte al vino e foto di gruppo con Dudù. Bisogna iniziare a fare sul serio e a dare le carte deve essere lei, Giorgia Meloni. Perché nei sondaggi mette tutti dietro di sé e perché è stata la ferma oppositrice dei tre governi di questa legislatura: «La storia mi ha dato ragione».

 

Meloni reclama una leadership del centrodestra conquistata sul campo e vuole che i ritrovati alleati, Berlusconi e Salvini, ne prendano atto.

 

Già, perché ha fiutato nell'aria qualcosa che non le piace. In Forza Italia e Lega c'è invece chi vorrebbe azzopparla ancor prima che la corsa inizi. I nodi sono due: la composizione delle liste elettorali e le regole per scegliere il candidato premier.

salvini meloni berlusconi

 

Meloni chiede certezze. «Dobbiamo vederci presto - dice a Berlusconi e Salvini - già nelle prossime ore, per stabilire delle regole che consentano di far contare i cittadini nella scelta di un eventuale candidato premier».

 

Tradotto: il partito che prende più voti esprime il candidato a palazzo Chigi. Meloni, che nei sondaggi va a gonfie vele, non vuole scherzi. Stando ai numeri delle ultime rilevazioni tocca a lei la leadership del centrodestra. Ieri la supermedia dei sondaggi politici elaborata da YouTrend lanciava FdI al 22,4% (seppur in calo), davanti a Lega (14,6%) e Forza Italia (8,8%), in salita.

 

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 1

Ecco perché da ieri girava la voce di un semplice ma diabolico meccanismo a cui stanno lavorando Lega e Forza Italia: il candidato premier lo esprime chi prende il 50% più 1 dei voti della coalizione. In questo modo Lega, Forza Italia e i centristi si tengono aperta una possibilità: sommando le rispettive percentuali, la possibilità di superare Fdi è concreta. Va da sé che l'ipotesi non piace affatto a Meloni e allo stato maggiore di FdI.

 

L'ex ministra della Gioventù insiste quindi nel chiedere ai ritrovati alleati di «darsi delle regole». Chiede anche che le prossime riunioni non si svolgano nelle location care a Berlusconi, quelle dove il Cavaliere è e resterà sempre il padrone di casa. Basta con le ville e le foto di gruppo. Con i video montati ad arte e i menù tricolore.

 

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 2

Niente Villa Certosa in Sardegna, San Martino ad Arcore o Villa Grande a Roma. «Io ho proposto che i vertici del centrodestra non si vedano per occasioni conviviali ma operative - precisa - da svolgere in sedi istituzionali con un ordine del giorno dove si prendono decisioni: questo è un modo serio». All'orizzonte, però, non c'è alcun vertice a tre.

 

Berlusconi non mostra fretta. Come un muro di gomma, continua a ripetere il solito ragionamento: «La questione della premiership non è all'ordine del giorno». La faccenda, quindi, è destinata a surriscaldarsi.

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 4

 

C'è poi il dossier delle liste e dei candidati nei collegi uninominali. Meloni non ha gradito lo scatto in avanti di Berlusconi, che già mercoledì a Villa Grande ha iniziato a parlare di numeri e percentuali.

 

Lo schema del leader di Fi prevede un terzo dei collegi da assegnare rispettivamente a Lega, Fi e Fratelli d'Italia, con i centristi Udc e Noi con l'Italia considerati in quota azzurra.

La formula del 33%, assicurano, sarebbe solo un'ipotesi attorno alla quale si è iniziato a ragionare, visto che Meloni va ripetendo che la suddivisione dei collegi va fatta secondo i sondaggi, tenendo conto del partito che ha più consensi, ovvero il suo. Conti alla mano potrebbe reclamarne la metà.

 

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 2

In ballo ci sono 222 seggi uninominali: 148 alla Camera e 72 al Senato, un terzo del totale. Decidere quanti seggi spettano a ciascun partito sarà una battaglia non da poco.

A due mesi dal voto, Meloni assicura che «FdI è pronta, è il partito che meno di tutti dovrà spiegare agli italiani cosa fare.

 

Le nostre idee e priorità sono rimaste sempre le stesse». Il programma praticamente fatto, presentato tre mesi fa a Milano nelle kermesse "Energie da liberare". Anche qui ci sarà da incrociare le spade: Berlusconi parla di un programma «avveniristico», e lo fa a nome della coalizione. Delle priorità future, invece, Salvini discute con gli stati maggiori della Lega. Ognuno, per ora, tira acqua al suo mulino.

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 7

 

Un gioco che a Vittorio Sgarbi ispira poco: «Lega e Forza Italia si sono trovate, quasi inevitabilmente, sospinte verso Meloni, prefigurando il nuovo bipolarismo: Meloni contro Draghi. Con una variabile: che il centrosinistra sarà compatto su Draghi, mentre il centrodestra vivrà in modo problematico e contraddittorio la leadership di Meloni. Sarà molto imbarazzante, perché lo stesso Berlusconi tra Meloni e Draghi avrebbe qualche dubbio».

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALEsalvini meloni e berlusconi in conferenza stampa SALVINI MELONI BERLUSCONIsalvini meloni e berlusconi in conferenza stampa matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 14

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...