giorgia meloni mario draghi paolo gentiloni matteo salvini sergio mattarella

GIORGIA MELONI LEGGE L’ARTICOLO DE “LA STAMPA” SULLO SPETTRO DEL GOVERNO TECNICO CHE ALEGGIA SULL’ITALIA E RISPONDE: “I SOLITI NOTI VORREBBERO UN GOVERNO TECNICO E LA SINISTRA HA GIA' LA LISTA DEI MINISTRI. LO SPREAD PREOCCUPA SOLO CHI VUOLE CHE CADIAMO” - IL QUOTIDIANO DI TORINO SCRIVE: “SI COMINCIA A INTRAVEDERE UN CORDONE DI SICUREZZA ATTORNO ALL'ITALIA: DRAGHI, LETTA, MA ANCHE IL GOVERNATORE DESIGNATO DELLA BANCA D'ITALIA FABIO PANETTA. TUTTO QUESTO CHIARAMENTE IN CASO I DATI ECONOMICI PORTASSERO IL PAESE A UNA SITUAZIONE DI ESTREMO MALESSERE. A PREPARARSI, COME SEMPRE, È IL PD. CHE HA LETTO IN QUESTA CHIAVE L'INCONTRO ACCORDATO DA MATTARELLA AL..."

(Leb/Adnkronos) *FLASH -NADEF: MELONI, 'SOLITI NOTI VORREBBERO GOVERNO TECNICO, SINISTRA HA GIA' LISTA MINISTRI'

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

 

MELONI, LO SPREAD PREOCCUPA SOLO CHI VUOLE CHE CADIAMO

(ANSA) - ROMA, 29 SET - "Questa preoccupazione la vedo soprattutto nei desideri di chi come sempre immagina che un governo democraticamente eletto, che fa il suo lavoro, che ha una maggioranza forte e stabilità, debba andare a casa. Mi diverte il dibattito, temo che questa speranza non si trasformerà in realtà". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Malta, commentando i timori sullo spread dopo la Nadef: "L'Italia è una nazione solida, ha una previsione di crescita superiore alla media europea per il prossimo anno. Lo spread ha ricominciato a scendere. Dopo aver letto alcuni titoli gli investitori hanno letto anche i numeri della Nadef".

schlein meloni

 

LO SPETTRO DEL GOVERNO TECNICO LA STRADA STRETTA DEL GOVERNO TRA GLI OSTACOLI ECONOMICI E LA SFIDA EUROPEA

Estratto dell’articolo di Annalisa Cuzzocrea per “la Stampa”

 

«Simul stabunt simul cadent» è il motto più citato - in queste ore- nei palazzi di governo e Parlamento. «Vivranno insieme o insieme cadranno», è il significato, e le protagoniste sono ancora una volta Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Lo spettro che spaventa entrambe, […] si chiama governo tecnico.

 

sergio mattarella giorgia meloni

[…] «Lo spread ha toccato 200 punti base». Il differenziale tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi è salito molto più rapidamente di quanto non avesse previsto, solo pochi giorni fa, Morgan Stanley. La banca d'affari scriveva, preoccupata, che di questo passo avrebbe potuto arrivare a 200 punti a dicembre. Sono bastati quattro giorni invece di tre mesi, segno che le fibrillazioni sono maggiori di quanto gli stessi investitori non erano previste.

 

[…] I segnali che chi non auspica uno scenario del genere, a destra come a sinistra, ha iniziato a mettere in fila ea ritenere preoccupazioni, non sono pochi: cominciano il 6 settembre, con l'intervento di Mario Draghi sull'Economist: «All' L’Europa serve nuove regole e più sovranità condivisa». Non proprio miele, per le orecchie dei sovranisti.

 

ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

Continuano il 13, quando l'ex premier accetta dalla Commissione Ue l'incarico di delineare una strategia sul futuro della competitività europea. Poi il 16, quando arriva un incarico anche per Enrico Letta, tanto da far dire a Carlo Fidanza, plenipotenziario di Meloni in Europa: «Evidentemente in questo periodo gli ex premier italiani sono molto gettonati a Bruxelles». Ma a far scattare l'allarme rosso a Palazzo Chigi è l'editoriale del Financial Times del 18 settembre: il titolo è «La luna di miele è finita».

 

E poi: «La legge di bilancio di Meloni metterà alla prova l'instabile relazione con gli investitori». È lì, che comincia a scattare la retromarcia: sulle banche non si può tirare troppo la corda, e la tassa sugli extraprofitti viene rivista e di fatto neutralizzata. Gli attacchi al commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni rientrano, da giornalisti che si erano fatti. […]

 

berlusconi Mattarella gentiloni

«Che questo spettro ci sia è provato dal fatto che Meloni lavora dal primo giorno affinché non si materializzi», dice in Transatlantico il deputato pd Matteo Orfini elencando le cautele: da quelle in economia ai buoni rapporti con l'amministrazione americana. Poi certo, va da Orban a difendere Dio, ma quelle mosse - dice chi la conosce bene - nascono dal suo timore più grande: tradire sé stessa e la sua storia. Solo che, l'"irrituale" lettera a Scholz sulle Ong, la fuga di Piantedosi dalla riunione dei ministri Ue che di fatto ha bloccato il nuovo patto sulle migrazioni, il tira e molla sul Mes, sono tutti tasselli che formano un nuovo puzzle agli occhi di Europa e mercati. E sulla scatola si legge: "inaffidabilità".

ENRICO LETTA MARIO DRAGHI

 

Così si comincia a intravedere un cordone di sicurezza attorno all'Italia: Draghi, Letta, ma anche il governatore designato della Banca d'Italia Fabio Panetta. «Se ci fosse lui, non sarebbe necessario spaccare Fratelli d'Italia, la stessa Meloni potrebbe decidere di lasciare vivere un governo di larghe intese per poi lucrarci su elettoralmente altri dieci anni», ragiona un ex ministro. Tutto questo chiaramente in caso i dati economici e l'autunno caldo portassero il Paese a una situazione di estremo malessere. È un'ipotesi decisamente lontana, ma non vuol dire che non ci sia chi si prepara. E a prepararsi, come sempre, è il Partito democratico.

 

MATTARELLA GENTILONI

Che ha letto in questa chiave l'incontro accordato da Sergio Mattarella al commissario europeo dem Paolo Gentiloni lo scorso 21 settembre: un segnale all'Europa, lui ha l'appoggio italiano, nei giorni degli attacchi di Meloni e Salvini. Ma anche un segnale a premier e vicepremier: attenzione a destabilizzare, che poi a cercare un nuovo equilibrio è il capo dello Stato. […] A dire "al voto" sarebbe anche Schlein. Ma più grande è il "correntone" che dice di sostenerla, più forte il rischio che la butti giù, se lo schema cambiasse. A quel nascente correntone lei ha dato entrambi i capigruppo, di Camera e Senato. […]

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA