borgo egnazia giorgia meloni elisabetta belloni joe biden emmanuel macron olaf scholz justin trudeau fumio kishida rishi sunak g7

DAGOREPORT! GIORGIA MELONI È NERVOSA: GLI OCCHI DEL MONDO SONO PUNTATI SU DI LEI PER IL G7 A BORGO EGNAZIA. SUL TAVOLO DOSSIER SCOTTANTI, A PARTIRE DALL’UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI PER FINANZIARE L’UCRAINA - MINA VAGANTE PAPA FRANCESCO, ORMAI A BRIGLIE SCIOLTE – DOPO IL G7, CENA INFORMALE A BRUXELLES TRA I LEADER PER LE EURONOMINE: LA DUCETTA ARRIVA DA UNA POSIZIONE DI FORZA, MA UNA PARTE DEL PPE NON VUOLE IL SUO INGRESSO IN  MAGGIORANZA - LA SPACCATURA TRA I POPOLARI TEDESCHI: C'È CHI GUARDA A DESTRA (WEBER-MERZ) E CHI INORRIDISCE ALL'IDEA (IL BAVARESE MARKUS SODER) - IL PD SOGNA UN SOCIALISTA ITALIANO ALLA GUIDA DEL CONSIGLIO EUROPEO: LETTA O GENTILONI? - CAOS IN FRANCIA: MACRON IN GUERRA CON LE PEN MA I GOLLISTI FLIRTANO CON LA VALCHIRIA MARINE

DAGOREPORT

IL SELFIE DI GIORGIA MELONI CON LE MAESTRANZE AL LAVORO PER IL G7

Giorgia Meloni è nervosa e ha gli otoliti in fiamme, e questa volta ha ragione. Da domani, gli occhi del mondo saranno puntati su di lei per il G7 a Borgo Egnazia.

 

La premier è in ansia da prestazione per i dossier scottanti che dovranno essere discussi durante il vertice a partire dal tema più scottante, l’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare la resistenza ucraina.

 

Ad aggiungere altro stress a quello dovuto allo sguardo torvo di Macron e al muso lungo di Scholz, ci penserà quel simpatico e imprevedibile umorista di Papa Francesco, che è stato invitato a parlare di intelligenza artificiale.

 

Il Pontefice, in queste ultime settimane, ha mostrato il suo lato più incontenibile tra “frociaggine”, “checche isteriche” e donne dedite al “chiacchericcio”.

 

GIORGIA MELONI E PAPA FRANCESCO - MEME BY OSHO

A far tremare le vene e i polsi alla premier non saranno però soltanto le possibili gaffe di Bergoglio, ma anche eventuali appelli sulla guerra a Gaza e sull’Ucraina, visto che su entrambi i fronti non è così allineato all’Occidente, come dimostrò quella volta in cui di fatto chiese a Zelensky di arrendersi (“L’Ucraina abbia il coraggio di alzare bandiera bianca e negoziare.

 

Non è una resa, ma il bene del popolo”)

 

giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 3

Al resort pugliese ci saranno anche altre “guest star”: il principe saudita Mohammed Bin Salman, il presidente turco, Erdogan e vari autocrati africani travestiti da sinceri democratici come il presidente dell'Algeria Abdelmadjid Tebboune, quello della Tunisia Kais Saied, quello del Kenya William Ruto.

 

Già oggi sono iniziate a circolare le prime bozze della dichiarazione finale del summit del Gruppo dei sette. Il solito concentrato di vaghezza e genericità del tipo: “Aumenteremo le consegne di armi all’Ucraina, invitiamo la Cina a smettere di sostenere la guerra della Russia”, eccetera.

elisabetta belloni foto di bacco (2)

 

Al lavoro per trovare un’intesa più concreta ci sono gli sherpa delle varie delegazioni, guidati dall’italiana Elisabetta Belloni.

 

La capa del Dis è affiancata dal consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Fabrizio Saggio.

 

Dopo le fatiche di Borgo Egnazia, lunedì la Melona è attesa a Bruxelles per una cena informale con gli altri leader europei. Tra un fritto e un’insalata, sarà servita la portata principale: la spartizione delle euro-poltrone dopo i risultati delle elezioni dell’Ue. Giorgia Meloni arriva a questo risiko da una posizione di forza.

 

giorgia meloni rishi sunak

Sarà circondata da “dead men walking”: Joe Biden rischia la presidenza, Macron e Scholz sono già stati bastonati dagli elettori e anche Trudeau non se la passa benissimo. Ma quello messo peggio è il premier britannico, Rishi Sunak. Il leader indo-inglese è debolissimo: ieri, quando ha presentato il suo programma elettorale, stava per svenire quando gli hanno presentato gli ultimi sondaggi, che danno il laburista Keir Starmer a 23 punti di vantaggio.

 

ursula von der leyen giorgia meloni

Come ha scritto il “New York Times”: “Sostenuta dalle elezioni, Meloni è l’unico leader dell’Europa occidentale a uscire rafforzato dal voto per le europee e questa settimana ha la possibilità di mostrare la sua influenza su un palcoscenico ancora più ampio".

 

Una investitura che ora la obbliga a fare una bella figura, e mettersi il vestito da “dealer” e dare le carte. Ma di fronte a sé la Ducetta avrà tigri ferite, volponi arrabbiate e il caos dei gruppi parlamentari.

 

Oltre alla partita per la Commissione, ci sono almeno altre tre poltrone molto ambite e in ballo: il Parlamento europeo (dove dovrebbe rimanere la popolare Metsola), l'Alto rappresentante per la politica estera (in pole l'estone Kaja Kallas, liberale) e quella cruciale della guida del Consiglio europeo, destinata ai socialisti. A tal proposito, visto che la delegazione del Pd è la più numerosa all'interno di S&D, qualche dem legittimamente mugugna: "Perché dobbiamo regalarla al portoghese Costa e non metterci un italiano?". Tra i nomi nella fondina di Elly Schlein ci sono due ex premier, Paolo Gentiloni e Enrico Letta, entrambi molto amati a Bruxelles (il primo è commissario all'Economia, il secondo ha redatto il report sul mercato unico per conto di Ursula)

 

Tutto dipende dalla Presidenza della Commissione: le caselle andranno a posto soltanto quando sarà chiaro se Ursula  von der Leyen sarà confermata o meno.

GIORGIA MELONI - EMMANUEL MACRON - MEME BY OSHO

 

Nella formazione della maggioranza, che servirà a eleggere il nuovo Presidente della Commissione, si partirà, come confermato oggi dalla stessa von der Leyen, dalla cosiddetta maggioranza Ursula: popolari, socialisti e liberali.

 

Un fronte che dispone di 403 seggi rispetto ai 361 necessari per governare. Eppure, i numeri potrebbero non bastare a causa dei franchi tiratori, stimati da tutti gli analisti in una quota variabile tra il 10 e il 15%. E qui sorge la questione principale: a chi allargare la maggioranza? Le opzioni praticabili sono solo due: o ai Conservatori della Meloni o ai verdi.

 

Markus Soder Manfred Weber

Una buona parte del Ppe, il principale gruppo del Parlamento europeo (con 189 seggi), ha già chiarito che non vuole l’alleanza con i conservatori di “detta Giorgia”.

 

Ieri sera c’è stato un incontro tra i vertici dei due partiti democristiani “gemelli” tedeschi, la Cdu e la Csu. I cristiano sociali bavaresi, guidati dal presidente del ricco Land, Markus Soder, si oppongono alla linea del compagno di partito Manfred Weber, più disponibile a volgere lo sguardo a destra.

 

Friedrich Merz

Weber ha trovato un alleato nel presidente della Cdu, Friedrich Merz, ma molti europarlamentari non sono d’accordo: in Germania, fascismo e nazismo sono un tabù molto serio (basta vedere il cordone sanitario che si sta stringendo intorno alle svastichelle di Afd), e intendersela con un partito nato dalle ceneri del Movimento sociale non è un’opzione condivisa.

 

Senza considerare che dentro Ecr non c’è solo la Meloni, ma anche i neo-franchisti di Vox e il vero mal-destro di Francia, Eric Zemmour, ben più intransigente dell’ormai annacquata Marine Le Pen.

 

ERIC CIOTTI

A proposito di Francia, Emmanuel Macron è un’altra grande incognita al tavolo delle trattative per le euro-poltrone: il toyboy dell’Eliseo, uscito molto ammaccato dalle elezioni europee, ha sciolto il Parlamento, indetto nuove elezioni e chiamato le forze repubblicane a una Santa alleanza contro il Rassemblement national.

 

Il presidente ha avvertito del vero rischio di scegliere i populisti: non tanto democrazia e valori, quanto l’economia. Le proposte della Le Pen, come abbassare l’età pensionabile a 60 anni, sono in grado di mandare Parigi in bancarotta.

 

MILITANTI DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL

E mentre Macron briga per contrastare l’avanzata inesorabile di Le Pen e il suo cocco-dè Jordan Bardella, i Republicains di Eric Ciotti flirtano con l’estrema destra.

 

Un pastrocchio ideologico e politico che farebbe rivoltare nella tomba il generale De Gaulle: al punto che lo stesso presidente è stato espulso dall'ufficio politico del partito, "all'unanimità".

 

Markus Soder Manfred Weber

GIORGIA MELONI A BORGO EGNAZIA

EMMANUEL MACRON - GIORGIA MELONI - MEME BY USBERGO

 

giorgia meloni emmanuel macron meme by edoardo baraldi

MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO marine le pen vota per le elezioni europee 2024

THE ECONOMIST - COPERTINA CON URSULA VON DER LEYEN, GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN - LE TRE DONNE CHE PLASMERANNO L'EUROPA ursula von der leyen giorgia meloni LO SPOSTAMENTO DELL EUROPA A DESTRA - VIGNETTA DEL NEW YORKER

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)