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GIORGIA MELONI, SPEGNI LA FIAMMA - MANFRED WEBER, LEADER DEI POPOLARI EUROPERI, PONE COME CONDIZIONE PER L’ALLEANZA TRA PPE E CONSERVATORI E RIFORMISTI, CHE IL PARTITO DELLA MELONI TOLGA IL VECCHIO SIMBOLO MISSINO. “DONNA GIORGIA” NON NE AVREBBE ALCUNA INTENZIONE – SENZA UNA PRESA DI DISTANZA NETTA, LA GRAN PARTE DEL PARTITO POPOLARE EUROPEO NON APPROVERÀ MAI UN’ALLEANZA CON I POSTFASCISTI ITALIANI…

1. “LA FIAMMA RESTA” MELONI E FDI RESISTONO AL PRESSING TEDESCO PER L’INTESA CON IL PPE

Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI CON IL SIMBOLO DI FRATELLI D'ITALIA

Un tempo, non molto lontano, Ignazio La Russa sosteneva l’importanza della Fiamma nel simbolo di un partito di destra in termini di voti. C’era tutto un calcolo sulla presa che l’immagine voluta da Giorgio Almirante nel logo del Msi aveva ancora sull’elettorato di derivazione missina […]. Fatto sta che né Gianfranco Fini né Giorgia Meloni l’hanno mai ripudiato.

 

Ora può rappresentare la pietra d’inciampo nella trattativa con i Popolari europei, per stringere un’alleanza elettorale vincente alle Europee tra un anno […]. Se Meloni spegne la Fiamma consente a Manfred Weber, leader dei Popolari all’Europarlamento, di portare a casa l’accordo Popolari-Conservatori, ribaltando l’attuale assetto.

 

ignazio la russa giorgia meloni

C’è una corrente di pensiero, dentro al partito, che sostiene che la premier mai acconsentirebbe sotto l’urto di un’imposizione. «Ha vinto con la Fiamma, portando Fratelli d’Italia al trenta per cento. Privarsene sarebbe un errore », dice una fonte autorevole. E infatti ieri, Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, ha detto che «[…] nessun iscritto di Fratelli d’Italia ha richiesto di modificare il simbolo, ipotesi che appassiona solo la sinistra italiana. E noi siamo poco inclini ad assecondare i desiderata della sinistra». «Nessuna trattativa », gli fa eco Antonio Tajani, in raccordo con Meloni. Insomma, la Fiamma lì è, e lì rimarrà, anche in vista del cruciale cimento del 2024.

 

MANFRED WEBER A PALAZZO CHIGI PER INCONTRARE GIORGIA MELONI

L’Europa però non è l’Italia del melonismo, specie in Germania c’è una sensibilità diversa sulle radici della destra. E la Fiamma reca con sé un carico simbolico che suscita riserve e diffidenze. Ma quanto vale in termini strettamente elettorali? «Il 3-4 per cento », calcola Antonio Noto, direttore di Noto sondaggi.

 

«Oggi gli elettori di destra di Fratelli d’Italia rappresentano circa il 7 per cento», è il suo ragionamento. «L’altro venti per cento che oggi vota per Giorgia Meloni non si autodefinisce di destra. È un elettorato più composito, senza nostalgie. La Fiamma, quindi, non influisce sul consenso».

 

ANTONIO TAJANI MANFRED WEBER

[…] «La Fiamma per noi resta un riferimento importante», dichiarò Gianni Alemanno nel febbraio del 2014, quando per mezzo delle primarie si decise quale sarebbe stata l’effigie del Fdi. Vinse quella che conteneva integralmente il vecchio logo di An: ben il 77 per cento si espresse per la Fiamma. Giorgio Almirante l’aveva disegnata personalmente, prendendo spunto da un’associazione combattentistica. E da subito, raccontano Luciano Lanna e Filippo Rossi in Fascisti immaginari , i missini presero a leggere le iniziali della sigla sulla base trapezoidale traducendole come “Mussolini Sei Immortale”.

 

E altrettanto da subito si sparse la voce che quel trapezio nero rappresentasse la bara del Duce, mentre la fiamma sovrastante ne simboleggiava la capacità di irradiarne le idee verso il futuro». Anche l’inno ufficiale del Msi conteneva un riferimento al simbolo: «Noi saremo la fiamma d’Italia/il germoglio di un’alba trionfale/la valanga impetuosa che sale/italiani coraggio, con noi!». Sono esattamente le origini che Fratelli d’Italia non intende recidere. […]

 

2. L’OPERAZIONE TUTTA IN SALITA DELL’ALA DESTRA DEI POPOLARI PER LIBERARSI DEI SOCIALISTI

Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI E LA FIAMMA DI FDI - BY CARLI

Salvate il soldato Manfred. Si potrebbe battezzare così la complessa, duplice missione del leader dei popolari europei, Manfred Weber. Portare Giorgia Meloni nell’alveo del Partito popolare europeo e sabotare la ricandidatura di Ursula von der Leyen. Ai primi di giugno, il capo del Ppe sarà a Roma per approfondire le discussioni […].

 

[…] Weber si è messo in testa di allargare il Ppe almeno ai postfascisti italiani e ai conservatori cechi, scippandoli ai conservatori europei. […] L’intesa è un asso che il politico della Csu tedesca vuole calare al cospetto dei suoi colleghi europei anche per garantirsi un futuro.

 

[…] Ma la stessa Ursula von der Leyen, per ora Spitzenkandidatin per i Popolari, sarà candidata in Bassa Sassonia e potrebbe ambire a presiedere il gruppo finché non le sarà garantita la conferma alla presidenza della Commissione.

 

manfred weber antonio tajani 2

Weber guarda a questo futuro ricco di insidie e prova a portare in dote Meloni anche per garantirsi una posizione di prestigio - si mormora della presidenza del Parlamento Ue - se tutto andrà secondo i piani.

 

La richiesta a Meloni di togliere la fiamma fascista dal simbolo del partito […] si accompagnerà dunque a una serie di raccomandazioni che Weber ribadirà alla premier e che il politico della Csu tedesca ha già avuto modo di formulare in quest’anno di ripetute missioni in Italia.

 

giorgia meloni a bruxelles

Per ora quella del matrimonio tra i postfascisti italiani e i popolari europei è ancora un’impresa complicata, che vede impegnato Weber in prima persona, ma che continua a suscitare alzate di sopracciglia tra molti suoi alleati, anche tra il potente azionista di maggioranza del Ppe, la Cdu/Csu tedesca.

 

Weber le ripeterà probabilmente di tenersi lontana dall’autocrate ungherese Orban. O di non calpestare le linee rosse segnalate nei mesi scorsi e preliminari per un dialogo futuro con il Ppe: sostegno all’Ucraina, rispetto dello stato di diritto, fedeltà alla Ue e alla Nato. Il timore è che Meloni possa essere tentata di rincorrere Matteo Salvini o adottare in vista delle Europee gli stessi toni estremisti del 2021.

giorgia meloni viktor orban

 

La missione di Weber, al momento, viene ancora definita “solitaria” da due fonti qualificate del Ppe. Nessuno dei primi ministri o presidenti in Europa che faccia parte dei popolari europei gli ha ancora fornito un appoggio esplicito al “lodo Meloni”. E i rappresentanti dei Paesi nordici sono tendenzialmente contrari. La cancellazione della fiamma sembra dunque un primo passo per rendere la sua missione anzitutto più appetibile nei Paesi dove l’opposizione a qualsiasi forma di fascismo è ancora una questione seria.

FIAMMA TRICOLORE NEL SIMBOLO DEL MSI manfred weber 1

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