giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

GIORGIA MELONI STAPPA LO SPUMANTE! – LA BOCCIATURA PARZIALE DELL’AUTONOMIA LEGHISTA È UNA GODURIA PER LA DUCETTA: LA SENTENZA LE PERMETTERÀ DI SCHIVARE IL PERICOLOSISSIMO REFERENDUM SULLA NORMA CARA ALLA LEGA, CHE AVREBBE POTUTO METTERE IN CRISI L’ESECUTIVO – SECONDO LO STAFF GIURIDICO DI PALAZZO CHIGI, LE PARTI DICHIARATE INCOSTITUZIONALI DALLA CORTE SONO SOVRAPPONIBILI CON GLI EMENDAMENTI DELLE OPPOSIZIONI ALLA RIFORMA, E PERTANTO LA CONSULTAZIONE POPOLARE DIVENTA SUPERFLUA…

1. MELONI ESULTA: “COSÌ SALTA IL REFERENDUM” E ATTACCA I GIUDICI

Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”

 

GIORGIA MELONI - COMIZIO FINALE UMBRIA

Alle 18 le bandiere sventolano nell’auditorium San Francesco di Perugia, chiesa duecentesca sconsacrata e riempita per il comizio finale dei leader del centrodestra in Umbria. Ma sui cellulari di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani piomba un comunicato: la Corte costituzionale si è espressa sull’autonomia differenziata.

 

Dichiarandola costituzionalmente legittima ma, di fatto, smontando interi pezzi della riforma. Silenzio. Imbarazzo. Nessuno ne vuole parlare e nessuno lo farà nei rispettivi interventi. La premier si assenta per diversi minuti tra i discorsi di Tajani e Salvini. Si attacca al telefono: vuole capire come interpretare la sentenza.

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

I contatti sono con il suo consigliere giuridico Francesco Saverio Marini, l’uomo che avrebbe già voluto eletto alla Corte costituzionale proprio per “vigilare” sulla decisione. Alla fine la linea […] è chiara: la sentenza permetterà di evitare il referendum che avrebbe compattato le forze di opposizione e, in caso di sconfitta, messo in grossa crisi l’esecutivo.  Insomma, il clima che si respira è quasi di sollievo.

 

Il senso del ragionamento che fanno nell’entourage della premier è che le parti dichiarate incostituzionali dalla Corte sono esattamente sovrapponibili con gli emendamenti delle opposizioni alla riforma. Ergo: il referendum non si farà più, perché dovrà essere già il Parlamento a correggere la riforma e il centrosinistra non potrà scrivere più i quesiti referendari.

 

ROBERTO CALDEROLI MATTEO SALVINI

I promotori non la pensano allo stesso modo. Anche in Fratelli d’Italia la notizia viene presa senza grossi patemi d’animo: rallentare una riforma della Lega, per un partito storicamente centralista, non è un male. Per di più [….] la centralità del Parlamento e l’esclusione della definizione dei Lep sotto forma di dpcm erano anche un emendamento di FdI.

 

Anche Forza Italia può esultare: il primo a uscire, rivendicando di averlo detto “per primo” è il governatore della Calabria Roberto Occhiuto e fonti azzurre fanno sapere che l’importanza e la tutela dei Lep era stata da subito una battaglia di Forza Italia e che servirà una “riflessione parlamentare”. Tajani esulta anche perché in questo modo può mettersi sulla scia di un nemico interno che poteva diventare un problema nel lungo periodo, come Occhiuto.

 

giorgia meloni comizio finale per donatella tesei in umbria

Chi invece rimane più scottato dalla decisione della Consulta è Matteo Salvini. La riforma è un caposaldo della Lega e dei governatori del Nord: fonti del Carroccio si dicono “soddisfatte” perché il ddl Calderoli ha superato il vaglio di costituzionalità e sarà migliorata in Parlamento. In realtà, il partito di Salvini è quello che ne esce peggio e i dirigenti non hanno apprezzato le grida di giubilo di Forza Italia […]

 

2. IL SOSPIRO DI SOLLIEVO DI FDI E FI SCACCIATO LO SPETTRO REFERENDUM

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

matteo salvini roberto calderoli

[…]  Il verdetto della Consulta frena un provvedimento del quale gli alleati di Matteo Salvini non erano affatto convinti. Ottengono, così, quel che desideravano senza sporcarsi le mani né creare tensioni all'interno della coalizione. «Il rilievo della Consulta va nella direzione indicata da Forza Italia, che ha sempre sottolineato l'importanza di mettere in sicurezza i Lep. È nostro dovere agire con responsabilità nell'interesse dei cittadini», viene fatto sapere dal partito di Antonio Tajani. E c'è anche chi, come il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, vicepresidente di FI, non ci prova nemmeno a nascondere la soddisfazione per la «moratoria» imposta dalla Corte.

 

ROBERTO OCCHIUTO

Fratelli d'Italia invece è soddisfatta soprattutto di una cosa: questa sentenza, che impone una nuova e profonda revisione della legge in Parlamento, scaccia lo spettro di un referendum sull'Autonomia, per il quale era stato superato abbondantemente il milione di firme.

 

Nel quartier generale di FdI, in via della Scrofa, ritengono da tempo rischioso un referendum sull'Autonomia per una buona serie di motivi "collaterali". Fanno volentieri a meno di impegnarsi in una campagna referendaria per difendere una riforma che non è mai stata nel dna del partito, fondato da Giorgia Meloni su principi centralisti e nazionalisti.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

La premier sa poi benissimo che in una campagna referendaria contro l'Autonomia si sarebbero potute ricompattare le forze di centrosinistra, che oggi invece faticano a trovare un terreno d'incontro. Togliergli sponde per unirsi - si ragiona a Palazzo Chigi - è un'ulteriore «garanzia di stabilità e longevità» per il governo.

 

Aspetto non secondario: la campagna referendaria si sarebbe concentrata soprattutto al Sud, intorno allo slogan della secessione dei ricchi del Nord voluta dalle destre, e con le Regionali in Campania e in Puglia più vicine per FdI e FI - che nel Meridione hanno un importante bacino di voti - non sarebbe stata la migliore delle prospettive.

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

Sono anche destinate a spegnersi le pressioni su Palazzo Chigi alzate da alcune Regioni, Veneto in testa, e poi Piemonte, Liguria, Lombardia, che con l'aiuto di Calderoli avevano iniziato a chiedere il trasferimento di alcune funzioni per le cosiddette "materie non-Lep", come quelle che ricadono nella materia della Protezione Civile. Ora si dovrà ricominciare tutto da capo. […]

roberto calderoli matteo salvini alla festa della lega a varese

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...