giorgia meloni al comizio di vox in spagna

GIRAMENTO DI MELONI - IL COMIZIO URLATO A MARBELLA, DAGLI ULTRA-DESTRI DI VOX, E’ UN CLAMOROSO AUTOGOL PER GIORGIA MELONI - HA FATTO INCAZZARE IL SUO “AMICO” ENRICO LETTA, HA IRRITATO IL PD (CHE ACCAREZZAVA L’IDEA DI UN FUTURO GOVERNO ATLANTISTA CON FRATELLI D’ITALIA) E HA INVIPERITO L’EUROPA - A BRUXELLES SONO SALTATI SULLA SEDIA: E’ QUESTA CHE DOVREBBE PRENDERE IL POSTO DI DRAGHI? - IL SUO RASPUTIN E CONSIGLIERE, GUIDO CROSETTO, CHE ERA CONTRARIO AL VIAGGIO IN SPAGNA, HA CAPITO CHE NON SI PUO’ SFIDARE IL “SISTEMA”: “PROVERANNO A FERMARE GIORGIA. PRIMA SI PARTE CON LE ACCUSE DI FASCISMO E O DI CONFLITTO DI INTERESSE. E POI PARTE LA MAGISTRATURA”

 

1 - DAGONEWS

giorgia meloni al comizio di vox in spagna

Si perde sempre sul più bello, Giorgia Meloni. Passa mesi a ritoccare la propria immagine istituzionale, a darsi un profilo euro-accettabile, a dialogare con gli avversari in modo pacato, poi basta una capatina a Marbella, tra i suoi amici dell’ultradestra di Vox, per mandare tutto all’aria. Il comizio a sostegno della candidatura di Macarena Olona alla presidenza all'Andalusia, durante il quale ha urlato come un’ossessa i suoi slogan (“Sì alla famiglia naturale, no alle lobby Lgbt, sì all’identità sessuale, no all’ideologia gender, sì alla cultura della vita”), l’ha fatta precipitare in un burrone politico.

 

giorgia meloni al comizio di vox in spagna 2

Ha messo in difficoltà Enrico Letta, con cui ha sempre avuto un discreto rapporto di dialogo e stima. Al Nazareno avevano anche preso in considerazione l’idea, dopo l’eventuale approvazione di una legge elettorale proporzionale, di dialogare con Fratelli d’Italia per un governo in salsa atlantista nel 2023.

 

Le mattane spagnole hanno rimesso tutto in discussione spingendo prima Letta a dire “Faremo di tutto perché Giorgia Meloni non vada a palazzo Chigi” (Enrichetto è corso ai ripari incontrando Carlo Calenda) e poi ha scatenato la responsabile Esteri del Pd, Lia Quartapelle: “Il comizio della Meloni? Parole d’ordine fasciste. Un passato che non è mai passato”.

 

guido crosetto giorgia meloni atreju

Anche in Europa hanno storto il nasino davanti al furore torero della “Ducetta”. Della serie: è lei che dovrebbe andare alla guida del governo in Italia, nel 2023, dopo Mario Draghi? I mugugni a Bruxelles sono quelli del “Sistema” che, da sempre, pretende moderazione, dialogo e tende a espellere i guasconi, Truci del Papeete, inaffidabili schegge impazzite (per informazioni chiedere all’austriaco Strache). Non è un caso che il suo Rasputin e consigliere, Guido Crosetto, fosse contrario al viaggio in Spagna.

 

Nell’intervista rilasciata oggi a “la Stampa” ha provato a minimizzare: “Giorgia non è che dica cose diverse in Italia. E’ il tono che ha scatenato tutto questo casino”. Ma poi Crosetto annusa qualcosa che non lo convince: “Fino a qualche giorno fa il nemico era Salvini, neutralizzato lui, adesso tocca al prossimo. D'altronde lo abbiamo già visto in passato con Berlusconi, Renzi e appunto Salvini. C'è un metodo, con il quale si fa politica e si vincono le elezioni. Prima si parte con le accuse di fascismo e o di conflitto di interesse. E poi parte la magistratura”.

 

giorgia meloni al comizio di vox in spagna

Quel che è certo è che i partiti sono sempre più convinti a muoversi verso la legge elettorale proporzionale: nessuno si fida di nessuno, tutti vogliono le mani libere. Anche a Salvini, inizialmente contrario all’idea, ora conviene cambiare sistema: Berlusconi non è più convinto di sciogliere Forza Italia nella federazione di centrodestra e si è messo a flirtare con Renzi e Calenda per aggregare i centristi. Nei 5Stelle, proporzionale o maggioritario non conta, tanto c’è il caos. Tra i peones si è formato un “partito anti-Conte” dopo la batosta alle amministrative. E nonostante Peppiniello Appulo abbia fatto capire che il suo nemico interno numero 1 è Di Maio, quel "coniglio mannaro" di Luigino non muove un muscolo. E’ immobile e aspetta…

 

giuliano ferrara foto di bacco (3)

2 - PER FARE LA CAPA DEI CONSERVATORI, GIORGIA MELONI DEVE ESSERE PIÙ ENDORFINICA CHE DOPAMINICA E TRASMETTERE ANCHE SERENITÀ ED EQUILIBRIO

Giuliano Ferrara per “il Foglio”

 

La confessione di Giorgia Meloni, capa in ascesa di una destra con troppe memorie e parecchi voti, è di quelle autoincriminanti. Dopamina e adrenalina a strafottere, dice, ma le mancano le endorfine, la serenità, vorrebbe sempre essere altrove. I mediatori chimici o neurormoni pare siano molto importanti, secondo gli esperti.

 

giorgia meloni al comizio di vox in spagna

Niente di deterministico, intendiamoci, l'uomo o la donna sono la loro anima insediata nel corpo e in certa misura autonoma. Ma certo dopamina e adrenalina aiutano la formazione di un carattere esagitato, energia cerebrale prona alla fuga o all'attacco, e può incidere invece sull'equilibrio, notevole dote politica, la mancanza di endorfine.

 

La capa della formazione ex, neo, postmissina ha accettato di buon grado, con intelligenza politica, di essere relegata all'opposizione del grottesco governo del contratto tra Salvini e grillini; ha elaborato tecniche della competizione che sono venute utilissime dopo il suicidio non assistito del Papeete;

 

GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI

si è trovata a suo agio nell'opposizione ribadita al governo Bisconte, con una caciara leghista meno credibile della sua per via delle premesse; ha cominciato la salita che la porta a superare la Lega anche in buona parte del nord con il rifiuto della missione nazionale Mattarella-Draghi, ma un rifiuto articolato, perfino a dirla tutta equilibrato, endorfinico, istituzionale, meno volatile della pseudotrasfigurazione del suo competitore insediato al governo, al culmine del quale, dopo la pandemia e le scemenze da lei dette su vaccini e Covid, la guerra all'occidente di Putin e soci la trova su posizioni di solidarietà euroatlantica senza indulgenze salviniane per gli scarti da circo Barnum. Per la serie: chi è il più freak del Reame? Forse qualche endorfina il suo organismo la produce, via.

giorgia meloni al comizio di vox in spagna.

 

Però una botta dopaminica o adrenalinica l'ha condotta il sabato del villaggio, elezioni locali italiane, a una trasferta, arte della fuga, in Andalusia, dove ha tenuto un comiziaccio alla Kirill contro l'andazzo prevalente in occidente. Niente di male, più che legittimo, non è che tutti possono sfilare nel gay pride, e Meloni voleva fare un piacere a quelli di Vox e alla sua amica Macarena.

 

GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI

C'è modo e modo, però. Si può mettere in discussione il relativismo morale con pacatezza razionale e afflato spirituale, come Ratzinger, o ammiccando ai doveri dell'uomo come il liberale neomazziniano Carlo Calenda, o anche con la verve di uno degli straordinari racconti della silloge Un amico di Kafka , di Isaac B. Singer, appena usciti per Adelphi: "Sì, l'Illuminismo, che i nostri poeti hanno glorificato con frasi altisonanti, ci ha trasformati tutti in libertini e puttane" (pagina 231).

 

Ma buttarla in caciara politica e elettorale sa molto di rosario-portachiavi, cuore immacolato di Maria violato nei comizi di paese eccetera. Non è che la mancanza di endorfine sia destinata a appaiare, a colpi di mediatori chimici estremi, Meloni e il leader di cui vuole sbarazzarsi, rendendolo un subordinato della coalizione di centrodestra, nella corsa al governo?

giorgia meloni 3

 

Coalizione e competizione sono un gioco pericoloso. Certe corse si fanno meglio in solitario, la coalizione viene dopo, escludonsi eventualmente chierichetti del nemico strategico. E Meloni è arrivata al punto di doverci pensare, la proporzionale non dovrebbe più essere un tabù nemmeno per lei. Vuoi costruire un profilo repubblicano a tutto tondo? Vuoi qualificarti su scala nazionale ed europea come una capa dei conservatori? Vuoi essere polacca alla frontiera con l'Ucraina, e un po' polacca anche nell'uso spregiudicato dello stato di diritto? Vuoi essere Grand Old Party americano dopo Trump?

 

Vedi un po' tu. Ma servono una classe dirigente minimamente accettabile e un profilo più endorfinico che dopaminico, meno autobiografico, che trasmetta anche, dico anche, serenità ed equilibrio. Meloni pensa con ogni evidenza che le sue fortune dipendono dall'essersi messa fuori da ogni sistema di alleanze politiche e di governo di questa legislatura arruffata, e in parte ha ragione. Rientrare in un sistema alla vigilia del prossimo voto politico, in nome di un centrodestra che esiste e non esiste, potrebbe essere il suo passo falso.

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...