saied mechichi tunisia

GOLPETTO IN TUNISIA: IL CAPO DELLO STATO SAIED DESTITUISCE IL PREMIER MECHICHI E SOSPENDE IL PARLAMENTO PER 30 GIORNI. “NON È UN COLPO DI STATO, VERRANNO PRESE MISURE NECESSARIE PER SALVARE IL PAESE”, TRAVOLTO DA UNA GRAVE CRISI ECONOMICA E DA UN’ONDATA DI CONTAGI COVID – GLI ISLAMISTI IN RIVOLTA URLANO AL GOLPE: CHIUSA LA SEDE LOCALE DI AL JAZEERA. SEGNALATI DISORDINI E DIVERSI FERITI DAVANTI ALLA SEDE DELL’ASSEMBLEA - VIDEO

 

Claudio Del Frate per corriere.it

saied

 

Si aggrava la crisi politica in Tunisia, travolta da una grave crisi economica e da un’ondata di contagi di Covid. Il presidente della repubblica Kais Saied ha destituito il primo ministro Hichem Mechichi e sospeso i lavori del parlamento per trenta giorni. «Non è un colpo di stato, verranno prese misure necessarie per salvare il Paese» ha detto Saied, sceso in strada tra la folla per le strade della capitale.

 

Il presidente ha anche decretato il coprifuoco a partire da questa sera dalle 19 alle 6 del mattino fino al 27 agosto 2021. Vietati anche gli spostamenti tra le città al di fuori degli orari di coprifuoco, salvo necessità. Proibiti gli assembramenti di più di tre persone nei luoghi e spazi pubblici. Saied ha disposto anche la sospensione del lavoro nelle amministrazioni centrali per due giorni a partire da domani per poter consentire ai dirigenti l’organizzazione del lavoro a distanza dei propri agenti.

 

Il presidente ha motivato la sospensione, per un mese, con l’articolo 80 della Costituzione. Il ricorso a queste norme sarebbe permesso nel caso di pericolo imminente per il Paese. Saied ha detto che nominerà un nuovo capo di governo nei prossimi giorni. Ci sono stati scontri e arresti ma una parte della classe politica denuncia il golpe: «È un colpo di Stato contro la rivoluzione», ha accusato il partito islamista moderato Ennahda.

Hichem Mechichi Kais Saied

 

Immediata la replica di Saied, per il quale «chi parla di colpo di Stato dovrebbe leggere la Costituzione o tornare al primo anno di scuola elementare, io sono stato paziente e ho sofferto con il popolo tunisino». Saied ha nominato un suo fedelissimo al vertice del ministero dell’interno; altrettanto sarebbe intenzionato a fare per i dipartimenti della difesa e della giustizia. Una nota del Parlamento invece ritiene che tutte le decisioni assunte da Saied siano nulle alla luce della Costituzione del Paese.

tunisini in piazza per kais saied

 

 

La crisi si sta trasformando in un braccio di ferro istituzionale: il presidente del parlamento Rachid Gannouchi si rifiuta di accettare la destituzione e resta davanti alla sede dell’assemblea, secondo quanto riferiscono le radio locali. Vengono segnalati disordini, tra opposte fazioni, proprio all’esterno del parlamento. Ci sono alcuni feriti. In tarda mattinata l’esercito è stato schierato davanti alle principali sedi politiche. Anche la sede a Tunisi della tv araba Al Jazeera è stata presa d’assalto da reparti della polizia; il personale, secondo una nota della stessa tv, è stato costretto a lasciare il lavoro. Anche ai dipendenti è stato impedito di entrare. Gannouchi ha detto che il Parlamento non è stato consultato e ha paragonato la decisione del presidente della repubblica «a un colpo di Stato».

tunisia caos

 

La Tunisia è alle prese con la sua più grave situazione dal 2011, anno delle cosiddette «primavere arabe». Il partito di governo Ennahda, di orientamento islamico moderato, non è riuscito a fronteggiare nè la crisi economica, nè la pandemia che nel Paese ha fatto oltre 18.000 morti. A questa situazione è legata la ripresa degli sbarchi di cittadini tunisini in Italia (oltre il 40% degli arrivi nel 2020) che sta proseguendo da oltre un anno. L’anno scorso sono stati circa 14.000 contro i 3.600 del 2019. Nei giorni scorsi c’erano state numerose manifestazioni di protesta in piazza ed erano state chieste le dimissioni del governo. Vengono segnalati assalti in diverse città del Paese a sedi del partito Ennahda.

tunisia caostunisia caos

kais saied 2 kais saied 2tunisini in piazza per kais saied

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?