pignoramento conto corrente conte gualtieri

UN GOVERNO MES ALLE STRETTE - GUALTIERI NON SI VUOLE IMPICCARE AL FONDO SALVA-STATI E HA CAPITO CHE CONTE RISCHIA UNA FIGURA DI CACCA IN PARLAMENTO, SCATENATA DAL PARTITO CHE LO SOSTIENE (M5S) E COSÌ È PRONTO A MINACCIARE ANCHE IL VETO A BRUXELLES: LA RIFORMA DEL MES PASSERÀ MA VA LEGATA ALL'UNIONE BANCARIA. SENZA LE GARANZIE PER I DEPOSITI, IL GOVERNO NON FIRMERÀ. A DI MAIO BASTA, E COSÌ POTRÀ SGONFIARE SALVINI

Ilario Lombardo per ''la Stampa''

 

roberto gualtieri giuseppe conte 3

La voglia di trovare un accordo c' è. Al di là delle dichiarazioni che fanno parte della tattica quotidiana dei partiti. E la formula per uscire dall' ennesima palude in cui sembra essere sprofondato il governo potrebbe averlo in mano il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri. Come la pensa, lo sanno tutti: il Meccanismo europeo di stabilità, noto come fondo salva-Stati, è un trattato che va bene all' Italia e che non ci espone agli squali della speculazione come la vulgata sovranista e qualcuno anche dentro i 5 Stelle vuol lasciare intendere.

Diverso è il discorso sull' Unione bancaria europea, che, stando alla «logica di pacchetto» promessa da Giuseppe Conte e pretesa nei mesi scorsi a Bruxelles, dovrebbe accompagnare l' approvazione del Mes.

 

Gualtieri, fa sapere, è «pronto persino a mettere il veto», come extrema ratio se all' Eurogruppo di mercoledì si troverà di fronte alle resistenze dei colleghi ministri delle Finanze.

 

Se cioè dovesse prevalere la tesi del tedesco Olaf Scholz, che contempla una valutazione del rating delle banche legato ai titoli di Stato penalizzante per l' Italia. A Gualtieri non è mai piaciuta la proposta della Germania. È un tema sul quale si trova in sintonia con Conte e che oggi, al vertice di maggioranza convocato a Palazzo Chigi, entrambi potrebbero usare per placare la possibile rivolta del M5S e spuntare qualsivoglia piano bellicoso abbia in mente Luigi Di Maio.

DI MAIO SALVINI CONTE

 

Per il governo italiano, il completamento dell' Unione bancaria è un passaggio vitale, in particolare con un' assicurazione europea che protegga i depositi fino a 100 mila euro.

A detta di Conte è la base di ogni negoziato ulteriore e sarà l' arma che sventolerà in faccia a Matteo Salvini nel discorso che sta preparando per domani in Senato con l' obiettivo di smontare «punto per punto la becera propaganda» leghista.

 

Senza queste garanzie, la firma alle modifiche del fondo salva-Stati non ci sarà, fanno sapere da Palazzo Chigi. La scommessa del premier però è di coinvolgere al massimo il M5S. Il che vuol dire per Di Maio farsi bastare la mediazione offerta da Gualtieri e convincere i parlamentari grillini più riottosi che le modifiche sull' Unione bancaria erano proprio l' obiettivo del «pacchetto» di riforme chiesto dall' Italia.

 

MERKEL E SCHOLZ ANNUNCIANO IL PACCHETTO CLIMA

Tra Conte e Di Maio, fanno sapere gli entourage, c' è un' intesa che non si vedeva da tempo. Il premier ha fatto telefonate, anche con gli europarlamentari e i deputati dell' ala più moderata e ha presente lo schianto che rischia se i 5S dovessero esplodere su un tema che tira in ballo i rapporti europei. La fronda sovranista si potrebbe staccare e cedere alle sirene della Lega. Allo stesso modo sta correndo un rischio il capo politico, da sempre nel mirino del corpaccione governista del M5S che di far cadere Conte e di andare a casa, o di tornare con Salvini, non ha proprio voglia.

 

La misura di queste tensioni è dentro un patto che di fatto in queste ore stanno stringendo il premier e il suo ministro degli Esteri: provarci fino alla fine, ottenere quante più modifiche possibili, e solo in caso di un muro invalicabile in Europa chiedere il rinvio. Il calendario è chiaro: Gualtieri andrà all' Eurogruppo con un mandato. Se non dovesse cavare nulla, Conte si preparerà a chiedere lo slittamento al Consiglio europeo dove è previsto l' accordo politico sul testo che è preparatorio della firma al trattato (a febbraio) e della successiva ratifica nei parlamenti nazionali.

 

il candidato pd roberto gualtieri apre la campagna con gentiloni e moscovici

Il punto però resta quale sarà il mandato del ministro del Tesoro. Se saranno i grillini ad accettare la sua mediazione o lui a dover inghiottire le modifiche che oggi Di Maio metterà sul tavolo. Per Gualtieri il cuore del Mes è intoccabile, non ci sono margini per rivedere le soluzioni politiche alternative, e al massimo si potrà lavorare per rifinire i dettagli sugli annessi. Il ministro considera una favola il racconto del meccanismo automatico di ristrutturazione del debito, che sarebbe fatale per l' Italia e che invece i grillini considerano una conseguenza implicita nel fondo salva-Stati.

 

Sarà compito di Di Maio provare a spiegarlo con in mano un documento. Contiene le modifiche richieste dal M5S, al quale hanno lavorato Raphael Raduzzi e Alvise Maniero, i due deputati più contrari alla riforma. Non la migliore premessa per un accor

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”