spadafora malagò

I GRILLINI FANNO A SPORT-ELLATE - SPADAFORA È STATO INFINOCCHIATO DA MALAGÒ E LUI MINACCIA DI DIMETTERSI - IL PRESIDENTE DEL CONI, A CACCIA DEL SUO TERZO MANDATO, È ACCUSATO DALL'ALA DI BATTISTA DI ESSERE TROPPO VICINO AI “SALOTTI BUONI” DELLA POLITICA (DA GIANNI LETTA IN GIU') – OGGI ALL'ASSEMBLEA DEI DEPUTATI LA RESA DEI CONTI - IL CASINO È CHE IL CIO NON TOLLERA INTROMISSIONI DELLA POLITICA NEL CONI...

malagò giorgetti valente

1 – LE INCERTEZZE DELLA POLITICA SU UN PROGETTO CONTROVERSO

Daniele Dallera per il “Corriere della Sera”

 

Spiace dirlo ma quando la politica si interessa di sport spesso fa autogol. Una riforma nata male un anno fa, quella di Giorgetti & Valente, per colpire al cuore il Coni, spolparlo vivo, e portare cassaforte e competenze a Sport e Salute.

 

Cade Giorgetti, cade anche Rocco Sabelli, amministratore delegato di Sport e Salute, manager forte, fin troppo nei suoi attacchi al Coni e a Malagò, ma debole perché di nomina politica, difatti è stato sostituito da Vito Cozzoli, più portato al dialogo col Coni.

 

VINCENZO SPADAFORA GIOVANNI MALAGO'

Quella riforma è stata pesantemente rivista da Spadafora con i decreti delegati che hanno portato alla creazione del Dipartimento dello Sport, organismo diventato centrale, che ha tolto valore a Sport e Salute, diventata una succursale dello stesso Dipartimento. Comprensibile lo smarrimento e l'irritazione di Cozzoli, sentimenti non accompagnati dalla voglia di dimettersi, anche se la voce gira, ma non è credibile.

 

E lo sport che fa? Non entra in polemica con Spadafora, ma non sta a guardare. Lavora, e molto. Prima diviso, ora ricompattato attorno a Malagò: la guerra intestina al governo ha portato unità, per quanto possa durare, tra federazioni e Coni. Il ministro dello Sport voleva mettere dei paletti, per esempio massimo due mandati al Coni, ma ha già rivisto l'intervento allungando a tre le presidenze, così Malagò potrà giustamente ricandidarsi.

GIANCARLO GIORGETTI ROCCO SABELLI

 

E anche i dirigenti federali si stanno sistemando, forti di pareri legali che rassicurano le loro rielezioni e del loro potere costruito negli anni. Ma non c'è dubbio che un limite lo si debba mettere, con buon senso, rispettando storie e competenze. Soprattutto lo sport.

 

Il Comitato olimpico internazionale (Cio), in nome della carta olimpica, non tollera intromissioni della politica. Prima Giorgetti e poi Spadafora avevano promesso al Cio, al suo presidente Bach, che avrebbero tutelato l'autonomia del Coni. Se non si sta attenti, se non si dovesse mantenere parola e impegno, potrebbe applicare l'articolo 27 della Carta olimpica e la sospensione del Paese: che tristezza vedere a Tokyo 2021 i nostri atleti senza tricolore e con la bandiera neutrale del Cio.

 

Thomas Bach

2 – SPORT, IL M5S BOCCIA LA RIFORMA "TROPPO POTERE A MALAGÒ" E SPADAFORA MINACCIA L'ADDIO

Federico Capurso per “la Stampa”

 

Nessuno, nel Movimento 5 stelle, vuole le dimissioni del ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora. Le minaccia lui, però, dopo la lettera ricevuta dal direttivo pentastellato in cui gli si chiede - e si ottiene - di rinviare la riunione di maggioranza che avrebbe dovuto far partire la riforma dello sport.

 

Vincenzo Spadafora Pietro Dettori Alfonso Bonafede Riccardo Fraccaro

«Quella mail è stata solo scritta male, tanto da farla sembrare una lettera di sfiducia», fanno mea culpa dai piani alti del movimento. Resta intatta, però, la volontà di rivedere il testo del decreto insieme al capo politico Vito Crimi e al capodelegazione Alfonso Bonafede, così da superare le troppe criticità. I primi malumori sono nati per l'assenza di un confronto con Spadafora nelle ultime decisive settimane.

 

Deflagrati, poi, quando è emersa la volontà del ministro di riportare una fetta di potere nelle mani del presidente del Coni Giovanni Malagò, a discapito del nuovo dipartimento Sport e Salute. In altre parole, si vorrebbe tornare al vecchio disegno di riforma studiato, ai tempi del governo gialloverde, con il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, e non rimanere, invece, schiacciati sulle posizioni di Italia Viva.

EMANUELE DESSI E DOMENICO SPADA

 

La richiesta è partita dai parlamentari M5S che si occupano di sport: i deputati Felice Mariani, Nicola Provenza, Manuel Tuzi, Simone Valente e il senatore Emanuele Dessì. «Sentiamo solo la necessità di discutere tutti insieme di alcune modifiche dell'ultima ora, che non rispecchiano completamente gli indirizzi prefissati e comunicati», scrivono in una nota, allontanando le voci di una «frattura».

 

Certo, l'annuncio di Spadafora delle dimissioni già pronte non è piaciuto a nessuno. Anche perché - fanno notare dal Movimento - non è la prima volta che di fronte a un ostacolo il ministro minaccia il passo indietro: «Sarà il terzo o quarto episodio, abbiamo perso il conto». Ma la vera guerra grillina si muove lontano dai palazzi della politica, con un unico uomo davvero nel mirino: Malagò.

 

vincenzo spadafora con la mascherina foto di bacco

Al presidente il Movimento vuole accordare la gestione di una sede centrale, la presidenza del comitato organizzativo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, 120 dipendenti e i tre centri sportivi di specializzazione di Formia, Tirrenia e Acqua Cetosa.

 

Ma qui - tuonano dal Movimento - stop con le concessioni. La trincea più profonda viene scavata intorno alla possibilità di assicurare a Malagò la possibilità di un terzo mandato, come previsto dall'ultimo testo: «Due mandati sono più che sufficienti», fanno sapere deputati e senatori M5S.

 

spadafora malagò

Un altro paletto viene fissato intorno al numero di dipendenti, che non possono aumentare da 120 (come inizialmente previsto) per arrivare a 200. Stop anche alla concessione di altri immobili, alla gestione della Scuola dello sport e al registro del Coni.

 

Poi, i Cinque stelle vorrebbero ridurre il numero di federazioni, eliminandone alcune come Squash o Badminton, che oltre a ricevere fondi pubblici si trasformerebbero - è l'accusa - in un bacino di voti per l'elezione alla presidenza del Coni. La guerra, dunque, è contro Malagò. Accusato dai grillini di una gestione spesso manchevole, troppo legata ai salotti buoni della politica. Soprattutto, a quei salotti non frequentati dal Movimento.

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…