ITA MISSA EST - LUFTHANSA E CERTARES SI STANNO TIRANDO INDIETRO E LA PRIVATIZZAZIONE DIVENTA UN MALEDETTO ROMPICAPO PER IL GOVERNO MELONI. E IL MINISTRO DELL’ECONOMIA GIORGETTI, FAUTORE DEL RIENTRO IN GIOCO DELLA COMPAGNIA TEDESCA, È IN DIFFICOLTÀ: PIÙ PASSA IL TEMPO, PIÙ IL VALORE DELL’EX ALITALIA SI DEPREZZA – APONTE HA MOLLATO LUFTHANSA NON SOLO PERCHÉ ALTAVILLA È FUORI MA PREFERISCE FARSI UNA PROPRIA COMPAGNIA DI CARGO-AIRLINES, DOVE OGGI IL GUADAGNO È BEN MAGGIORE RISPETTO AI VOLI PASSEGGERI

-

Condividi questo articolo


1 - DAGOREPORT

giancarlo giorgetti 1 giancarlo giorgetti 1

Lufthansa e Certares si stanno tirando indietro e la privatizzazione è diventata un maledetto rompicapo per il governo Meloni. E il ministro dell’Economia Giorgetti, fautore del rientro in gioco della compagnia tedesca, è in difficoltà.

 

Un passo indietro. L’idea del governo Draghi era una semi privatizzazione: maggioranza fuori ma il 40% del capitale in mano dello Stato che esprimeva il presidente per evitare così che l’ex compagnia di bandiera fosse cannibalizzata e preservare un po’ di orgoglio nazionale.

 

fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 8 fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 8

Poi negli ultimi giorni del governo Draghi si mette in mezzo Giorgetti, all’epoca ministro dello Sviluppo, nonché amico del presidente di Ita Altavilla, e i favori del governo dal fondo Certares volano sui rivali Aponte-Lufthansa, anche perché il patron di Mcs aveva promesso ad Altavilla che sarebbe rimasto al comando di Ita.

 

A questo punto l’ad di Ita Lazzerini si precipita a via XX Settembre per avvertire il Tesoro che Altavilla non forniva informazioni per la trattativa al fondo Certares-Air France ma solo a Mcs-Lufthansa e il Mef attraverso il Cda sfiducia Altavilla.

 

gianluigi aponte gianluigi aponte

Con lo sbarco del governo Meloni, Giorgetti a capo del Mef incontra il suo omologo tedesco: siamo ancora interessati a una trattativa con Lufthansa e si riprende il discorso. Ma ora è Aponte che si sfila da Ita: Altavilla non c’è più e non può nemmeno rientrare per aver fatto causa al Mef e, fatti due conti, l’imprenditore partenopeo e parte svizzero preferisce farsi una propria compagnia di Cargo-airlines, dove oggi il guadagno è ben maggiore rispetto ai voli passeggeri.

 

ita airways ita airways

Per recuperare il bandolo della ingarbugliata matassa, nei prossimi giorni ci sarà una riunione di ministri e tecnici capitanata da Giorgia Meloni, un premier che non si fida di nessuno (a parte Fazzolari) ma accentrando tutto alla sua persona corre il serio rischio del deprezzamento di Ita.

 

2 - ITA SENZA PRETENDENTI SI BLOCCA LA TRATTATIVA TRA CERTARES E TESORO

Giuliano Balestreri per “La Stampa”

 

ALESSANDRO RIVERA ALESSANDRO RIVERA

Fuori Msc, fuori Certares, mai pervenuta Indigo. Lo scenario sulla privatizzazione di Ita Airways per il governo Meloni è sempre più complicato. Mentre le vie d'uscita per il futuro dell'ex compagnia di bandiera sono sempre meno. Con una sola certezza: più passa il tempo, più il valore del vettore si deprezza.

 

Se a inizio anno Msc e Lufthansa valutavano Ita 1,3-1,4 miliardi di euro, oggi quella cifra è scesa sotto il miliardo di euro. Situazione identica in casa Certares: il fondo di private equity americano, in un'alleanza commerciale con Delta e Air France-Klm, valutava la compagnia 1,2 miliardi; scaduta l'esclusiva alla fine di ottobre è difficile pensare che - se mai la trattativa si riaprisse - il prezzo possa essere lo stesso.

 

ITA AIRWAYS ITA AIRWAYS

Certares ufficialmente non parla, ma il fondo che si è sempre mosso a fari spenti senza mai rilasciare dichiarazioni - ad eccezione di quella del 31 agosto con cui accoglieva «con favore» l'esclusiva per l'operazione - è stato di fatto messo alla porta dal ministero dell'Economia.

 

Con l'arrivo di Giorgetti al Tesoro si sono interrotti gli expert meeting, i vertici tra dirigenti del fondo e della compagnia per mettere a punto la privatizzazione, e i contatti con il ministero: Giorgetti non ha mai cercato il consorzio e viceversa. A conferma della diffidenza reciproca delle parti. E d'altra parte fonti vicine all'operazione fanno notare che «non c'è alcuna trattativa» in corso: dopo l'esclusiva di due mesi Certares ha cercato di chiudere un deal senza riuscirci.

 

air france 7 air france 7

Difficilmente gli americani emetteranno un comunicato per chiamarsi fuori dalla partita, ma altrettanto difficilmente faranno la prima mossa per riavvicinarsi al Tesoro. Air France-Klm «conferma il suo interesse nel promuovere rapporti più stretti con Ita, come parte del consorzio guidato da Certares e insieme al suo partner di joint venture Delta», ma toccherà all'azionista decidere come indirizzare la privatizzazione.

 

msc 1 msc 1

Anche perché lunedì a chiamarsi fuori è stata Msc, il colosso della famiglia Aponte, che puntava a creare sinergie industriali con Ita sia sul fronte del trasporto merci che su quello passeggeri. Il gruppo era pronto a investire quasi 650 milioni di euro per il 60% del capitale, mentre Lufthansa ne avrebbe messi poco più di 200 per il 20%. I tedeschi non commentano la decisione degli ex compagni di viaggio e restano interessanti a investire in Ita «con una vera privatizzazione», ma non sborserebbero 800 milioni.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti

Motivo per cui restano alla finestra, ma il tempo stringe. E a meno che non rientri in corsa Indigo, il fondo americano che controlla Wizz Air ed è specializzato nella ristrutturazione di compagnie aeree, i petali della margherita da sfogliare sono quasi finiti.

 

Il Tesoro ha appena versato nelle casse di Ita 400 milioni e nel 2023 potrà metterne altri 250: liquidità a sufficienza per arrivare solo a marzo, mentre le perdite aumenteranno. A quel punto, per un nuovo prestito ponte, servirebbe l'ok dell'Ue. Certificando il fallimento della privatizzazione. Uno scenario che Palazzo Chigi vuole evitare a ogni costo.

lufthansa lufthansa msc msc gianluigi aponte msc gianluigi aponte msc

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH - FUNERALI DI NAPOLITANO. LA PRESENZA DEL PRESIDENTE FRANCESE MACRON E DEL PRESIDENTE TEDESCO STEINMEIER, OSSEQUIO ALL’EUROPEISMO INDISCUSSO E IRREMOVIBILE DI “RE GIORGIO”, NON È CASUALE: C’È LO ZAMPINO DIPLOMATICO DEL QUIRINALE. ALL’EPOCA, INFATTI, AL PATTO ITALIA-FRANCIA DOVEVA POI ASSOCIARSI LA GERMANIA, INIZIATIVA CHE SALTÒ A CAUSA DELLA CADUTA DEL GOVERNO DRAGHI. CON IL DIPLOMATICO INVITO AL CAPO DI STATO TEDESCO, MATTARELLA HA VOLUTO RINSALDARE IL PATTO ITALIA-FRANCIA APRENDO LE PORTE ALLA GERMANIA…

DAGOREPORT – FU ENRICO LETTA A CONSIGLIARE GIORGIO NAPOLITANO DI NOMINARE MARIO MONTI A CAPO DEL GOVERNO, METTENDO ALLA PORTA SILVIO BERLUSCONI. QUANDO LA SITUAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA DEL PAESE PRECIPITÒ, IL COLLE AVREBBE PREFERITO UN PASSO INDIETRO DEL SATRAPO DI ARCORE A FAVORE DEL SUO MINISTRO DEL TESORO, GIULIO TREMONTI - MA IL DECISIONISMO DI RE GIORGIO NON AVEVA FATTO I CONTI CON L’EGO ESPANSO DI RE SILVIO, INCAPACE DI CEDERE LA SCENA - “BRUCIATA” L’IPOTESI TREMONTI PREMIER, CHE FARE? SCIOGLIERE LE CAMERE E ANDARE AL VOTO, SAREBBERO PASSATI ALMENO SEI MESI E CON LO SPREAD ARRIVATO A 550, L’ITALIA RISCHIAVA LA BANCAROTTA. A QUEL PUNTO…

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO" SI FACEVA SESSO SENZA REMORE, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA I GENERI SESSUALI: ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA IN UNO SPETTACOLO AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLA: “AO' SPEGNETELE!”. E IO: “MA SEI MATTO, C'È PINA BAUSCH...”. E LEI: “MA IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”