bonisoli

IUS BONISOLI – IL MINISTRO DELLA CULTURA NEL BEL MEZZO DELLA CRISI DI GOVERNO HA FIRMATO, IL 13 AGOSTO, IL DECRETO CHE ACCORPA I MUSEI E FA SPARIRE ALCUNI DIRETTORI: È BASTATA QUELLA FIRMA PER CANCELLARE IL MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA, IL POLO MUSEALE DEL VENETO E FAR DIVENTARE DISOCCUPATA CECILIE HOLLBERG, ORMAI EX DIRETTRICE DELLA GALLERIA DELL’ACCADEMIA DI FIRENZE – VIDEO: QUANDO BONISOLI DICEVA "ABOLIREI LA STORIA DELL'ARTE"

 

Emanuela Minucci per www.lastampa.it

 

TRENTA COSTA BONISOLI TONINELLI LEZZI GRILLO

Sembra un gioco di prestigio. Il governo ha tirato fuori dal cilindro una riforma dei Beni culturali che accorpa alcuni grandi musei e fa sparire alcuni direttori. E poi è sparito pure lui. Tant’è che ieri, riguardo alle polemiche scatenate dalla sua riforma, il ministro Alberto Bonisoli si è limitato a un «no comment» in quanto tenuto, in questa fase, a occuparsi solo di affari correnti.

 

il ministro alberto bonisoli

Intanto però il decreto che prevede super musei e siti archeologici dall’autonomia ridottissima è stato da lui firmato, in sordina, il 13 agosto, in piena crisi dell’esecutivo, e ciò è bastato per cancellare la poltrona di Cecilie Hollberg, che dopo quattro anni è stata sollevata dal ruolo di direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, in quanto verrà accorpata agli Uffizi. Hollberg, 52 anni, tedesca della bassa Sassonia, ha reagito al «licenziamento» con un’incredulità proporzionale ai grandi numeri che, grazie alla sua direzione, la Galleria ha raggiunto.

 

CECILIE HOLLBERG GALLERIA DELL'ACCADEMIA FIRENZE

È bastata quella firma, poi, per cancellare il Polo museale del Veneto, accorpandolo a quello della Lombardia. Ma gli altri casi sono decine: a Roma il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia è diventato parte di una rete di musei etruschi e il Parco dell’Appia Antica è stato riaffidato alla Soprintendenza speciale di Roma, mentre il Museo di Miramare a Trieste ha preso in gestione i musei dell’ex polo regionale del Friuli-Venezia Giulia e le gallerie delle Marche e dell’Umbria i relativi musei regionali. Una rivoluzione, insomma, che secondo molti ha dato vita a un macro contesto centralizzato, burocraticizzato e totalmente sconnesso da quei territori che invece si dovrebbe curare e valorizzare. Considerato il polverone sollevato dal caso Hollberg, che accusa l’ormai ex governo «di voler trasformare la cultura in un outlet», oggi il Mibac ha ribadito gli obiettivi del decreto: «I cda dei musei sono stati aboliti per semplificare, visto che i loro pareri venivano comunque già approvati dalla direzione centrale. Si punta a rendere più snella la gestione dei siti, ma non chiudendo all’autonomia dei medesimi». Secondo chiarimento: «I musei resteranno sotto la gestione diretta dello Stato, ma in chiave più moderna ed efficiente, con una distribuzione più equa delle risorse: lo stesso Bonisoli ha affermato la volontà di istituirne di nuovi, a costo zero, come nel caso del Vittoriano». Conclude il Mibac, «Tutto ciò rientra nel progetto più complessivo di migliorare l’efficienza dei musei che sono e rimarranno all’interno della gestione statale».

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum 3

MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA

 

il ministro alberto bonisoli foto di bacco (2)

Ma intanto la bomba è stata lanciata, seminando discordia in alcuni casi anche tra alcuni direttori. Agli Uffizi guidati da Eike Schmidt (la cui nomina scadrà a fine ottobre e a cui non dispiacerebbe per nulla una riconferma pur avendo pronta un’altra direzione, al Kunst di Vienna) spiegano che prima della riforma Franceschini per ben 136 anni Uffizi e Accademia erano uniti in un solo polo museale. «Certo che ragionano così», controbatte, polemica, Cecilie Hollberg, «Schmidt ha già messo gli occhi sulle nostre collezioni».

 

 

il ministro bonisoli a pompei 3

eike schmidt

Comunque lo si guardi, per gli addetti ai lavori quello che è entrato in vigore ieri è un decreto-terremoto che riporta il centro di tutti i processi decisionali a Roma. D’altronde, però, già mesi fa Bonisoli non aveva fatto mistero di voler depotenziare la figura dei direttori dei musei: «Basta con i direttori padroni», aveva spiegato all’inizio dell’estate, «d’ora in poi sarà il Mibac a decidere se gli Uffizi presteranno o meno i dipinti di Leonardo al Louvre». Ora quei direttori di musei che con la precedente riforma erano autonomi, come Eike Shmidt per gli Uffizi o Paola D’Agostino per il Bargello, potranno sì predisporre una previsione e un consultivo di entrate e uscite, ma sarà la Direzione generale Bilancio a dover approvare i documenti. In passato il ministro aveva anche attaccato i direttori stranieri nominati da Franceschini, ma poi la loro posizione si era consolidata: al momento le quotazioni di Schmidt e Bradburne (Brera) sembrano in rialzo, mentre per Zuchtriegel (Paestum) è già arrivata la riconferma. Quindi al momento ci ha rimesso la poltrona solo la Hollberg.

videoconferenza con il ministro alberto bonisoli

 

il ministro dei beni culturali alberto bonisoli (4)

Tra gli altri punti critici del decreto, la creazione di fondazioni pubbliche e private che andranno a gestire i nuovi poli museali e finirebbero col penalizzare economicamente i musei più piccoli. Per esempio il Cenacolo Vinciano, che passerà dal Polo Museale della Lombardia (28 musei) a Brera: in questo modo gli introiti del Cenacolo non verranno più redistribuiti tra i musei «minori», ma saranno sommati a Brera, con un danno economico rilevante per i «piccoli».

 

Tomaso Montanari

Secondo lo storico dell’arte Tomaso Montanari «l’errore più sconcertante riguarda uno dei complessi monumentali più importanti del mondo, la Via Appia, che perde l’autonomia per essere messa a bando da Invitalia come una specie di luna park dell’antichità: un disastro». Anche i sindacati sono sul piede di guerra, come spiega Valentina Di Stefano, rappresentante Cisl nel Consiglio Superiore dei Beni culturali: «Il ministro ha colpito alcune regioni con la mannaia. Ha indebolito una regione che si sta rialzando dopo il dramma del terremoto, come le Marche, che perdono la sede del Segretariato, l’ufficio che in questi anni ha svolto un lavoro straordinario, coordinando tutti gli appalti, i cantieri e le attività legate al sisma. E altrettanto vale per il Molise».

 

alberto bonisoli

Vittorio Emiliani, presidente del Comitato per la Bellezza, rimpiange il passato: «Dov’è finito il ministero per i Beni culturali di Spadolini, di Biasini, di Ronchey? Oggi beni di una rarità assoluta vengono trattati alla stregua di una partita di carciofi, e i loro reggitori liquidati come pedine da spostare qua e là, o da estromettere, come accade al neo direttore del Parco dell’Appia Antica, Simone Quilici, scelto due mesi fa e ora, senza formalità di sorta, cancellato da quel sito preziosissimo».

 

Parole dure anche da Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera (indipendente di centro-destra) che ha scritto a Bonisoli: «Ho accolto con amarezza la cancellazione del Polo museale lucano, con sede a Matera, per l’avvenuta istituzione della Direzione territoriale apulo-lucana delle reti museali. Si priva così di un presidio culturale la Capitale Europea della Cultura». Infine, il sito Facebook del comitato «Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali» sostiene in un post: «Ci sono pezzi di ministero che non vedono l’ora di regalare i nostri musei statali a fondazioni private. Il che significa meno incassi per lo Stato, meno diritti per i lavoratori, biglietti più cari, meno controllo su nomine e bilanci».

 

CECILIE HOLLBERGil ministro alberto bonisoli intervistato (4)

Ultimi Dagoreport

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”