silvio berlusconi marta fascina gino sorbillo

LA MEZZA RETROMARCIA DI SILVIO NON CONVINCE NESSUNO – BERLUSCONI IERI È APPARSO AFFATICATO DALLE TENSIONI DEGLI ULTIMI GIORNI E HA PROVATO A CORREGGERE IL TIRO SULLA RUSSIA, PUR STANDO BEN ATTENTO A NON NOMINARE NÉ ATTACCARE L'AMICO PUTIN. NON A CASO SALVINI L’HA CHIAMATO PER RIBADIRE LA SINTONIA CON LE SUE POSIZIONI – SOLO LA GELMINI HA AVUTO IL CORAGGIO DI PRENDERE POSIZIONE, MA LA SUA NON È AFFATTO UNA POSIZIONE ISOLATA, COME SINTETIZZA BENE IL TWEET DEL DEPUTATO “ERETICO” ELIO VITO: “BERLUSCONI HA ROTTO IL CAZZO” - VIDEO

SILVIO BERLUSCONI CANTA L'INNO DI FORZA ITALIA ALLA CONVENTION DI NAPOLI

 

1 - BERLUSCONI CORREGGE IL TIRO

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

silvio berlusconi convention di forza italia

Era prevedibile la retromarcia di Silvio Berlusconi rispetto alle aperture dell'altro giorno alle ragioni dei russi («La Ue deve convincere l'Ucraina ad accettare le domande di Putin»). E dunque nel discorso finale alla kermesse forzista il Cavaliere cambia un'altra volta spartito: «L'Ucraina è il Paese aggredito e noi dobbiamo aiutarlo a difendersi. Forza Italia è, e rimarrà sempre, dalla parte dell'Alleanza atlantica, dalla parte dell'Occidente, dalla parte degli Stati Uniti».

 

SILVIO BERLUSCONI A NAPOLI

L'ennesima svolta del Cavaliere serve a rassicurare non solo la Gelmini (che in mattinata gli ha chiesto di correggersi) e l'ala governista del suo partito, ma soprattutto le cancellerie europee, il Ppe, Draghi e la Casa Bianca.

 

Berlusconi non vuole passare per il filo-putiniano ma di fatto si è messo, tra detti e contraddetti, in una posizione sua particolarissima derivante non tanto dall'amicizia con Putin (ormai trascorsa e il comportamento dell'amico Vlad che in tutta questa vicenda non lo ha consultato continua ad offendere l'ex premier) ma dal fatto di aver fiutato che gli italiani se ne infischiano di Putin e di Zelensky e vogliono la pace, al netto di chi ha ragione e di chi ha torto, che significa evitare crisi alimentari e aumenti dei prezzi di tutto a cominciare dall'energia.

 

MARTA FASCINA E SILVIO BERLUSCONI DA SORBILLO A NAPOLI

Il vecchio Cav arcitaliano resta sempre in gran spolvero, nonostante che ieri sia apparso affaticato - per l'età - lungo l'ora e mezza di discorso alla Mostra d'Oltremare.

Forse il vero Berlusconi è quello dell'altro giorno e non quello di ieri. Quello che critica le sanzioni e paventa il rischio del taglio gas per cui «dovremo andare in giro in inverno con il cappotto dentro casa e una candela in mano», piuttosto che quello di ieri che si è riallineato al dogma europeista e draghiano.

 

mara carfagna maria stella gelmini

Ma evitando di citare Putin, stando attento a non attaccarlo (e magari anche per questo Salvini lo ha chiamato e la telefonata con il Cav è stata affettuosa). Semmai, Silvio se la prende con l'Europa: «Non conta niente nel mondo». E a proposito degli Usa: «Io apprezzo molto lo zelo atlantista di queste settimane del Pd, vorrei solo ricordare che la storia della sinistra italiana non è sempre stata questa».

 

SILVIO BERLUSCONI RONN MOSS

E giù a parlare del 48 italiano («Attaccavo i manifesti per la Dc»), del 56 quando i carri armati sovietici invasero l'Ungheria, del 94 quando perfino Mamma Rosa non lo voleva in campo ma lui ci è sceso lo stesso e ha stravinto. Discorsi classici, e iper-ripetuti, del Cavaliere anti-comunista (con solita spruzzata anti toghe rosse).

 

«Il pericolo più grave - incalza Silvio di cui molti fan dicono: «Ormai fisicamente somiglia a Mao» - arriva dalla Cina. Il comunismo è la filosofia più disumana e perversa che ci sia mai stata lungo la storia».

 

Arcitaliano e StraSilvio: ecco il format, continuamente riproposto del Cavaliere. Che a una cosa non è abituato. A farsi attaccare e per di più a farsi attaccare da una donna.

 

MARIA STELLA GELMINI

 

Ebbene, Maria Stella Gelmini - in guerra contro Licia Ronzulli che gli ha scippato per ordine del Cavaliere il ruolo di padrona in Lombardia, il che significa che le liste per le regionali del 2023 non le farà come sempre l'attuale ministra - in mattinata ha sferrato un attacco diretto come mai s' è visto nel mondo berlusconiano.

IL TWEET DI ELIO VITO CONTRO BERLUSCONI

 

LA STILETTATA

Questo l'affondo: «L'Italia non può essere il ventre molle dell'Occidente e soprattutto non può diventarlo per responsabilità di Forza Italia. Le parole di Berlusconi dell'altro giorno purtroppo non smentiscono le nostre ambiguità. Spero che nel discorso conclusivo dal palco di Napoli emerga una netta presa di posizione a favore di Ucraina, Unione Europea, Nato e Occidente.

silvio berlusconi convention di forza italia 2

 

Oggi più che ascoltare le parole di Putin, occorre ascoltare il grido di dolore dell'Ucraina, violentata e oppressa dall'invasore». Berlusconi poi correggerà il tiro ma per tanti motivi e non certo per dare soddisfazione a Gelmini. E dei tre ministri forzisti il Cavaliere cita soltanto la Carfagna per elogiarla («Se oggi il Pnrr prevede una destinazione vincolata al Sud è grazie al lavoro di Mara») e per dividerla dalla Gelmini. Nessun accenno ai livori forzisti, e grande sostegno a Draghi. Fino alla prossima svolta o contro-svolta. M.A.

 

2 - IL LEADER COSTRETTO A VIRARE PER NON DIVIDERE IL PARTITO

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

silvio berlusconi convention di forza italia

 

I malumori, i timori, gli scontri frontali e le rivalità restano per un giorno sospesi, in un partito che si aggrappa al suo leader ancora una volta, e che attorno a lui - assieme trascinante e stremato - si compatta.

 

Alla fine di una due giorni difficile, in un clima più pesante rispetto a quello festoso della prima kermesse di un mese fa a Roma che aveva visto il ritorno in presenza del Cavaliere, Silvio Berlusconi per tranquillizzare gli animi è costretto a correggere sé stesso e le sue dichiarazioni sull'Ucraina, parlando con disinvoltura ai giornalisti di poca opportunità di fornire armi e di necessità di «convincere» gli ucraini ad accettare in qualche modo le richieste di Putin.

Carfagna Draghi a Sorrento

 

Salvo poi, in serata, prima di godersi due pizze (una battezzata «Silvio» e l'altra «Marta» sul lungomare con la compagna Fascina), sentirsi al telefono con Matteo Salvini che gli ha sottolineato come «a sinistra parlano di guerra e armi mentre noi lavoriamo per il cessate il fuoco». Una sintonia che non si incrina, insomma.

 

Però le sue parole avevano messo in grande imbarazzo il partito, compreso quell'Antonio Tajani che - come un direttore d'orchestra - ha gestito e accompagnato ogni passaggio della Convention facendo alternare sul palco ospiti di peso ai vertici del Ppe, compresa la presidente del Parlamento europeo Metzola. Tutto per dare a FI la veste tradizionale - europeista, atlantista, liberale, anche governativa visto il peso dato ai tre ministri - ma che Berlusconi rischiava di oscurare con parole a briglia sciolta.

 

VLADIMIR PUTIN E SILVIO BERLUSCONI IN SARDEGNA NELL APRILE 2008

Il leader ha quindi accettato di far diramare prima, venerdì sera, una nota chiarificatrice, poi ieri ha ribadito anticomunismo e vicinanza all'Ucraina, anche militare se in chiave difensiva. È bastato almeno per evitare nuove polemiche, limitate all'uscita mattutina della ministra Gelmini che chiedeva chiarezza e che, al termine dell'intervento, non ha commentato proprio per evitare di tornare sull'argomento ed evitare di ripetere tutte le sue critiche. Che comunque restano: quelle di una Forza Italia troppo schiacciata sulla Lega, che non aiuta il governo, che sta perdendo la sua ispirazione liberale e che al vertice ha una linea di comando che condiziona le mosse del Cavaliere.

 

antonio tajani silvio berlusconi convention di forza italia

Critiche che solo lei ha mosso in pubblico. Gli altri due ministri, Carfagna (lodata da Berlusconi dal palco) e Brunetta, tacciono e si muovono agilmente al governo fedeli alla linea Draghi e assieme confermando vicinanza a Berlusconi; in Sicilia il partito si è spaccato su Musumeci ma l'eco non arriva fino a Napoli.

 

Il fermento per la scelta dei nuovi coordinatori è tanto. Il tutto alla vigilia di un turno difficile di Amministrative e con l'angoscia per le ricandidature alla Politiche, che rende difficile esporsi.

 

RENATO BRUNETTA MARA CARFAGNA

Quindi la Gelmini appare forse più isolata di quanto sia. Tajani non si capacita, ci resta male: «Il partito è unito, anche se non è una caserma». Maurizio Gasparri sintetizza e manda un messaggio alla ministra: «C'è un tempo per tutto, pure per le critiche. Ma come si fa nella giornata di Berlusconi, quella in cui parla, si espone, e non lo fa tutti i giorni, ad attaccarlo? Questo è il suo giorno, va rispettato».

 

D'altronde allo stato non sembrano esistere progetti alternativi a FI, e più la lotta per la sopravvivenza si fa dura, più diventa sotterranea. Di visibile c'è un Berlusconi fragile e assieme indispensabile, unico collante di un partito sull'altalena tra antichi fasti e nuove paure.

Articoli correlati

BERLUSCONI INGRANA LA RETROMARCIA: \'L\'UCRAINA E IL PAESE AGGREDITO E NOI DOBBIAMO..

SILVIO IS BACK! - VIDEO: BERLUSCONI CANTA \'MALAFEMMENA\' CON \'CICCIOTTO\' A NAPOLI!

SILVIO BERLUSCONI CONTINUA A PREOCCUPARSI PIU PER IL SUO \'AMICO\' PUTIN CHE PER I DESTINI ...

FLASH! - IL \'CUCU\' DI SEBASTIANO MESSINA:\'PER SILVIO BERLUSCONI PUTIN E\' DIVENTATO DI COLPO...

I TRE TENORES DI PUTIN (SALVINI, BERLUSCONI E GRILLO) DESTABILIZZANO DRAGHI - A PALAZZO CHIGI NON HA

LA POLITICA ITALIANA E UNA SOAP! - ALLA CONVENTION DI \'FORZA ITALIA\' A NAPOLI C'ERA ANCHE RONN MOSS

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…