Estratto dell’articolo di Nicola Borzi per “il Fatto quotidiano”
“Poi c’è il problema Etruria dove in Banca d’italia dicono che c’è attivismo perché la banca va salvata perché il vicepresidente è il babbo del ministro”. Così Marco Carrai il 13 gennaio 2015 scriveva al premier Matteo Renzi.
L’email di Carrai getta una nuova luce sul tentativo di salvare Etruria (prima che le pressioni diventassero di pubblico dominio e scatenassero polemiche sui media) “dalla quale si evince il ruolo di consigliere del presidente del Consiglio”, scrivono le Fiamme Gialle.
Il riferimento era a Pierluigi Boschi, all’epoca vicepresidente della Popolare di Arezzo, nonché padre di Maria Elena, allora ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento del governo Renzi.
Quello stesso 13 gennaio 2015, Carrai si era già prodigato per Banca Etruria ai più alti livelli del sistema bancario nazionale, mandando un’altra email a Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit: “Solo per dirti che su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti per una risposta nel rispetto dei ruoli”.
maria elena boschi banca etruria
Ghizzoni rispose che “il nostro canale di comunicazione sarebbe stato direttamente con l’etruria, avremmo risposto a loro una volta finita la valutazione”. L’email di Carrai arrivava dopo altri interventi ancor più rilevanti: il 20 dicembre 2017 Ghizzoni ha rivelato alla Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche che “in un incontro il 12 dicembre 2014 il ministro Boschi mi chiese se era pensabile per Unicredit un intervento su Banca Etruria. Risposi che per acquisizioni non ero grado di dare risposta positiva o negativa ma che avevamo già avuto contatto con la banca e avremmo dato risposta. Cosa su cui il ministro convenne. Non avverti pressioni dal ministro”.
Lo stesso governatore di Banca d’italia Ignazio Visco, nell’audizione alla Commissione parlamentare, il 10 dicembre 2017 affermò che per due volte in differenti incontri Renzi gli chiese di Banca Etruria “ma non risposi” […]
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 11
Ma nonostante gli interventi e solo quattro settimane dopo le email di Carrai, il 10 febbraio 2015, Bankitalia commissariò Etruria a causa delle maxi-perdite rilevate dagli ispettori della Vigilanza, che avevano portato i crediti deteriorati a 2,8 miliardi e mandato il patrimonio sotto i minimi richiesti.
Il 22 novembre successivo Etruria fu poi mandata in risoluzione da Banca d’italia insieme a Banca Marche, Cariferrara e Carichieti, azzerando oltre 62 mila soci e migliaia di detentori di nove bond subordinati, con il suicidio del pensionato di Civitavecchia Luigino D’angelo che aveva perso 100 mila euro, i risparmi di una vita.
Dalla crisi la “nuova” Etruria emerse solo per essere acquisita il 10 maggio 2017 dal gruppo Ubi, poi insieme a quella finì a Intesa Sanpaolo. A Pierluigi Boschi il 22 marzo 2019 la Cassazione confermò la multa da 144 mila euro comminata da Bankitalia per violazioni nella governance di Etruria, mentre sono state archiviate le accuse a suo carico di bancarotta e il 16 giugno 2022 è stato assolto […] con altri 13 imputati dall’accusa di bancarotta nel filone “consulenze d’oro” perché il fatto non sussiste.
LA LETTERA DI IGNAZIO VISCO A BANCA ETRURIA maria elena boschi banca etruria protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 4 LA VISURA DI PIERLUIGI BOSCHI boschi col fratello pier francesco 1 marco carrai agnese landini renzi carrai cybersecurity renzi carrai renzi cybersecurity 3