joe biden

“BIDEN PERDERÀ CONTRO TRUMP” – I LEADER OCCIDENTALI “TIFANO” PER IL CAMBIO DI CAVALLO MA LA BASE DEM È CON IL PRESIDENTE USCENTE - PER RESTARE IN SELLA IL "RIMBA-BIDEN" SI AGGRAPPA ALLE MINORANZE E INCASSA IL SOSTEGNO DI OCASIO-CORTEZ, LEADER DELL’ALA RADICALE DEL PARTITO, DEGLI AFROAMERICANI E DEGLI ISPANICI -  AL VERTICE NATO IL NUOVO PREMIER POLACCO DONALD TUSK È STATO IL PIÙ ESPLICITO: “GLI AMERICANI HANNO CERTAMENTE UN PROBLEMA” - UN MINISTRO BRITANNICO HA CHIESTO APERTAMENTE AI FINANZIATORI DEL PARTITO DEMOCRATICO DI “AGIRE PER FARLO RITIRARE”. MA...

Massimo Basile per la Repubblica - Estratti

 

joe biden

La base del Partito democratico è con Joe Biden, senza distinzione di età. Afroamericani, ispanici, rappresentanti della classe operaia. Mentre l’”elite” gli sta voltando le spalle.

 

Dopo la settimana più difficile della sua campagna elettorale, seguita alla deludente prova nel duello tv con Donald Trump e le richieste di ritirarsi dalla corsa, il presidente ha incassato la solidarietà di una parte non scontata del partito.

 

A cominciare da Alexandria Ocasio- Cortez, 34 anni, l’ex barista di origine portoricana eletta a New York, leader dell’ala radicale e contestatrice del partito, star sui social, spesso critica verso Biden. Ma non stavolta.

 

«Ho parlato con il presidente - ha dichiarato scendendo le scale del Campidoglio - gli ho parlato con grande intensità e lui mi ha confermato che non si ritirerà. La questione è chiusa. Joe Biden è il nostro candidato e io lo sostengo».

 

Poche ore dopo, parlando a un evento elettorale, una delle rappresentanti afroamericane più anziane dei Democratici alla Camera, Maxine Waters, 85 anni, ha scatenato l’ovazione della platea, liquidando la vicenda del declino mentale di Biden con queste parole: «Joe non è vecchio, io lo sono più di lui, quindi chiudiamola qui».

 

alexandria ocasio cortez

Una radicale del partito di 34 anni e una veterana di 85 rappresentano le due ancore di salvezza del presidente, contro il quale si sono schierati altri esponenti progressisti. Almeno sei Democratici hanno chiesto un passo indietro.

 

Lo stesso hanno fatto l’ex consigliere di Barack Obama, David Axelrod, e il regista icona dei Democratici Michael Moore. I grandi giornali Usa da giorni hanno messo in secondo piano Trump, e attaccato Biden. New York Times , Washington Post e Wall Street Journal, mai così allineati, hanno inondato i siti di articoli in cui demoliscono lo stato psicofisico del presidente, puntano il dito sul suo cerchio magico parlando di trucchi e manipolazioni per nasconderne il declino mentale.

joe biden

 

(...) Una dimensione nuova per i Dem che potrebbe spingere parte degli elettori a riavvicinarsi al vecchio Biden. Negli Usa i giornalisti godono ancora di considerazione, ma anche qui l’idea del fuoco congiunto su un solo bersaglio, per giunta anziano e un po’ malandato, può generare inattese solidarietà.

 

Lunedì Biden ha incassato il sostegno dei leader del Congressional Black Caucus, il gruppo dei rappresentanti afroamericani della Camera, molto influente all’interno del partito. «Biden - ha commentato Frederica Wilson, rappresentante della Florida - ha mostrato dedizione al servizio del nostro Paese e si è sempre impegnato per migliorare la condizione dei neri».

 

Gabe Amo, giovane eletto del Rhode Island, ha confermato il sostegno a Biden «per la sua storia di combattente a favore della classe operaia». Lo stesso hanno detto i leader del caucus dei rappresentanti ispanici, Nanette Barragán, eletta in California, e Adriano Espaillat, New York. Adesso spetta a Biden lanciare segnali rassicuranti, a cominciare dalla conferenza che chiuderà il vertice Nato. Quello sarà un altro momento di svolta.

 

“PERDERÀ CONTRO TRUMP”

Paolo Mastrolilli per la Repubblica - Estratti

 

Anche ammesso che Biden sopravviva alla fronda interna del Partito democratico per restare candidato alla Casa Bianca, cosa garantisce che la sua salute non peggiori nei prossimi quattro mesi, rendendo indispensabile la sostituzione?

joe biden

 

E allora che possibilità realistiche resterebbero di cambiare cavallo all’ultimo minuto e fermare Donald Trump, per evitare i danni che minaccia di procurare alle relazioni transatlantiche? Per non parlare poi dei fondati dubbi che il capo della Casa Bianca, anche in caso di successo, riesca a garantire la sua leadership globale per altri quattro anni.

 

Queste considerazioni non vengono fatte ad alta voce, perché non sarebbe educato e non aiuterebbe a risolvere la crisi esplosa dopo il disastroso dibattito di Atlanta. Però dietro le quinte ne parlano tutti, al vertice Nato che si è aperto ieri a Washington. Con un senso di urgenza, perché il tempo stringe allo scopo di trovare le soluzioni, ma anche con un forte timore per cosa potrebbe accadere, se non venissero identificate in fretta.

 

JOE BIDEN E DONALD TRUMP

Qualche giorno fa l’agenzia Bloomberg ha scritto esplicitamente che gli alleati di Bruxelles vorrebbero il cambio, e su questo punto la capitale belga va intesa insieme come centro nevralgico della Nato e dell’Unione europea, dove interessi e personaggi coincidono e spesso combaciano, nella speranza che il rilancio delle relazioni transatlantiche prosegua anche durante la prossima amministrazione.

 

Il sito Politico, ora di proprietà dei tedeschi di Axel Springer, ha scritto di aver sondato una ventina di leader collegati a vario titolo con il vertice di Washington, per un articolo titolato senza pietà: “ American allies fear Biden is finished and can’t beat Trump”, ossia gli alleati degli americani temono che Biden sia finito e non possa battere Trump.

joe biden

 

Il nuovo premier polacco Donald Tusk è stato il più esplicito: «Hanno certamente un problema. Le reazioni sono state inequivocabili». Un ministro britannico ha chiesto apertamente ai finanziatori del Partito democratico di «agire per farlo ritirare, in modo da avere una candidato credibile per gli elettori». Mark Gitenstein, ambasciatore americano alla Ue, ha risposto di «non aver mai sentito alcun leader esprimermi direttamente o indirettamente preoccupazioni sulla sua età. Temono tutti per le elezioni, perché le distanze sono ravvicinate e per alcune cose dette da Trump».

 

joe biden donald tusk

Queste preoccupazioni sono aumentate negli ultimi giorni, per il dramma esploso all’interno del Partito democratico. Non mancano autorevoli fonti che guardano con timore non solo a cosa accadrebbe all’Alleanza nel lungo termine in caso di sconfitta di Biden, ma anche nel breve termine alla strategia elettorale.

 

Può darsi infatti che il presidente sopravviva alla fronda e vada avanti, ma alla sua età, e nelle sue condizioni, nessuno può garantire che fra qualche mese non avvenga un peggioramento improvviso che gli impedisca di proseguire la campagna. A quel punto potrebbe essere troppo tardi per rimpiazzarlo con un’alternativa credibile e la stessa vice Kamala Harris avrebbe difficoltà a costruire la sua sfida contro Trump.

 

(…)

 

joe biden

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...