matteo renzi schock

“BONOMI TIFAVA PER IL CONTE TER” – RENZI RINFRESCA LA MEMORIA AL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA E LO RIMETTE A POSTO: “GIUDICO STUCCHEVOLE L’ATTACCO ALLA POLITICA. È NATURALE CHE I PARTITI SI DIVIDANO PER LE AMMINISTRATIVE O PER IL QUIRINALE. NON PRENDO LEZIONI DA LUI” – “DRAGHI? PUÒ FARE TUTTO. SALIRE AL COLLE O RESTARE A PALAZZO CHIGI. CONTE? ENIGMA INDECIFRABILE. DICE TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO. SALVINI? MAI STATO COSÌ LONTANO” – E SUL VOTO AL QUIRINALE…

matteo renzi alla versiliana

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

Matteo Renzi, cosa ha pensato di fronte all'ovazione di Confindustria per Draghi?

«Sono stato felice: c'è grande entusiasmo degli imprenditori. E ciò è positivo. Più fiducia significa più Pil e posti di lavoro. Poi ammiro le conversioni sulla via di Damasco: Confindustria a gennaio chiedeva continuità sulla linea economica Conte-Gualtieri e molti bollavano come irresponsabile aprire la crisi. Meno male che abbiamo ascoltato il nostro cuore e non i loro suggerimenti. Oggi c'è Draghi, l'Italia è più forte».

 

Sempre Bonomi ha chiesto ai partiti di lasciare perdere con le beghe interne e le tensioni per le comunali e il Colle. Condivide?

carlo bonomi 6

«Ho apprezzato la relazione, ma giudico stucchevole l'attacco alla politica. È naturale che i partiti si dividano per le amministrative o per il Quirinale: si chiama democrazia. Non conosco il dottor Bonomi e non dubito della sua passione civica, ma non prendo lezioni di politica da lui. Del resto ricordo il suo appello televisivo a sostenere il Conte ter, con tanto di esplicita indicazione del ministro dell'Economia mentre io lottavo per la "svolta Draghi". Al milanese Bonomi ricordo il detto milanese: Ofelè fa el to mest è. Ognuno faccia il suo mestiere, senza invadere il campo altrui. Bonomi rispetti la politica quanto noi rispettiamo l'impresa. Attaccare i partiti per un applauso è roba da populisti».

matteo renzi a in onda 2

 

Davanti a Confindustria Draghi ha lanciato il "patto per l'Italia". L'embrione di un'area politica?

«Non sono nella testa di Draghi, ma non credo. Se il premier pensa di mettersi alla testa di un'area politica è il benvenuto, ma conoscendolo non credo punti a questo. Draghi non è Monti: la sua conoscenza dei palazzi è più profonda, la sua abilità politica più raffinata. Penso che proponendo un patto per l'Italia abbia davvero chiesto uno sforzo comune da qui alla fine della legislatura».

 

Draghi resta fino al 2023?

mario draghi

«Draghi può fare tutto. Può fare il Presidente della Repubblica con autorevolezza e prestigio. Può rimanere a Chigi gestendo la partita del patto di stabilità in Europa. Può guidare le istituzioni politiche europee dopo aver governato quelle finanziarie. Lui può. Inutile tirarlo per la giacchetta adesso, ne parleremo a febbraio».

 

È possibile una convergenza tra Iv e il centrodestra sul Quirinale?

assemblea di confindustria con mario draghi 3

«Non solo è possibile, ma probabile. Il Presidente lo eleggeremo insieme al centrodestra, certo, e insieme al centrosinistra, come prevede la filosofia del ruolo. Lavoro per un accordo di tutti, o comunque di tanti. Non serve una contrapposizione, ma dialogo con tutti. È politica».

 

Spera nel bis di Mattarella?

«Vale lo stesso ragionamento. Aver indicato Mattarella come candidato al Colle mi è costato molto, a cominciare dalla rottura con Berlusconi. Ma è stata una scelta preziosa per il Paese. Oggi Mattarella ha già detto che non avanza una sua candidatura: lasciamogli completare il mandato senza inserirlo nel tritacarne dei nomi. Ogni ragionamento ora è prematuro e fuorviante».

MATTEO RENZI PRESENTA CONTROCORRENTE

 

 Lei ha manovrato più di tutti per far cadere Conte e portare Draghi a Palazzo Chigi. Pensa che l'esperienza del premier possa continuare oltre il 2023?

«Io ho combattuto a viso aperto contro Conte non per esigenze personali, ma per l'Italia. Quanto a Draghi: per ora il futuro della politica è pieno di nebbia. Quando sarà eletto il Capo dello Stato e si capirà se e come cambierà la legge elettorale, tutti tireranno giù le carte».

 

Renzi, non è in ombra e poco determinante, nonostante sia stato tra i primi registi dell'operazione?

selfie di matteo renzi

«Io sono in ombra, i nostri temi no. Se si parla di cambiare quota 100, reddito di cittadinanza, sbloccare i cantieri, finanziare il Family Act, abolire l'Irap, si fa riferimento a temi messi sul tavolo da Italia Viva. È vero tuttavia che io personalmente sono molto in ombra. Ma per quello che devo fare nei prossimi mesi è meglio così. Non sono più il centravanti, gioco davanti alla difesa. Costruisco in silenzio, senza visibilità. Arriveremo a fari spenti, come dopo il Papeete contro Salvini e prima di Draghi contro Conte».

 

 Dicono che sia sempre più vicino a Salvini. Cosa c'è di vero?

 «Nulla. Mai stato così lontano da Salvini. La sua posizione sul green pass - molto più vicina ai sindacati e a certi filosofi di sinistra - è assurda. E non a caso Salvini ha preso due parlamentari dal nostro gruppo: non è un atteggiamento amichevole. Su immigrazione, quota 100, Green Pass, Europa siamo lontanissimi».

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI BY DE MARCO

 

E Conte? Ha mai riparlato con lui?

 «Sul Colle parleremo con tutte le varie anime del Movimento: anche quelle ufficiali, certo. Conte è un enigma indecifrabile: cambia le proprie idee a seconda dell'interlocutore che ha davanti, dicendo tutto e il contrario di tutto. Sta ridefinendo il concetto filosofico di ipocrisia. Quanto ai 5S, sono in un cul de sac: se si istituzionalizzano, perdono i voti. Se si movimentizzano, perdono i posti. Se stanno fermi, perdono tutto. Situazione interessante».

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME LUKAKU E IBRA

 

Che succede dopo le amministrative? Vacilla la leadership di Salvini? E ci saranno conseguenze sul governo?

«Il centrodestra perde. Anche perché ha fatto di tutto per perdere: guardi i candidati a Roma e Milano. Il dottor Bernardo ha detto che gira armato: il pediatra con la pistola, ma come gli è venuto in mente? Davvero un modo geniale per rassicurare i moderati. Spero che Sala vinca al primo turno. Non credo che Salvini vacilli. Non vedo golpe nella Lega: ma se anche vi fossero i numeri, ci sarebbero a prescindere da Salvini. La leadership di Draghi è salda e indifferente rispetto alle tensioni padane».

salvini renzi

 

Come va fatta la riforma fiscale?

«Abbassando le tasse sul lavoro. Dobbiamo aumentare i salari senza pesare ancora sulle imprese. La filosofia è quella degli 80 euro: l'abbassamento delle tasse deve vedersi subito in busta paga. Aumentare i salari: questa è la nostra priorità. E dovremmo rilanciare sulla redistribuzione degli utili aziendali, favorendo fiscalmente gli imprenditori che condividono parte degli utili coi lavoratori. Questo è il campo di gioco su cui definire un patto tra governo, imprese e sindacati. Servono più soldi ai lavoratori, subito».

 

salvini renzi meloni Berlusconi

Draghi difende la filosofia del reddito di cittadinanza, ma lo ritoccherà. Lei è per l'abolizione?

«Per mesi ci hanno detto che era intoccabile. Poi Italia Viva ha proposto un referendum per abolirlo e improvvisamente tutti sono diventati più possibilisti sulle modifiche. Cancelleremo navigator e furbetti, tornando al Rei: è solo una questione di tempo».

 

Letta propone il salario minimo. Iv è favorevole?

«Ovviamente sì. È una proposta del Pd dal 2018, certo che ci stiamo. Ma spero che il Pd colga la nostra priorità: aumentiamo i salari, subito. In Italia è successo solo con gli 80 euro. Facciamo ancora, insieme».

matteo renzi a belvesalvini renziMATTEO RENZI TRUST THE PLANcarlo bonomi 5MATTEO RENZI TRUST THE PLAN, BISCHEROassemblea di confindustria con mario draghi 25assemblea di confindustria con mario draghi 23assemblea di confindustria con mario draghi 18assemblea di confindustria con mario draghi 19assemblea di confindustria con mario draghi 2mario draghi con la mogliedraghi malagò atleti olimpici e paralimpiciMATTEO RENZIreport l'inchiesta su matteo renzi 3matteo renzi

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?