“IL CAPO DEL SERVIZI AL COLLE? LA NORMA NON LO IMPEDISCE” - ENRICO LETTA E LA FIGURACCIA SULLA CANDIDATURA DI ELISABETTA BELLONI NON SCARTATA SUBITO DAL SEGRETARIO PD - LA RICOSTRUZIONE DI ENRICHETTO: “LEI NON È MAI STATA IN GIOCO DAVVERO PERCHÉ LA CONDIZIONE DEL PD PER DIRE SI' ERA L'UNITÀ DELLA MAGGIORANZA E DEL NO DI RENZI E DI FORZA ITALIA SAPEVANO GIÀ TUTTI...”. MA COME MAI SALVINI, CONTE E GRILLO L'AVEVANO DATA PER FATTA?

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Estratto dell'articolo di Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

 

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enrico letta enrico letta

Ai fedelissimi il leader del Pd ha spiegato: «Mi hanno accusato di aver detto di sì a Belloni. Io ho detto che non mettevo veti preventivi. Ma la verità è che lei non è mai stata in gioco davvero perché la condizione del Pd per dire si era l'unità della maggioranza e del no di Renzi e di Forza Italia sapevano già tutti, come era ovvio il no dei nostri gruppi. Salvini ha tentato il blitz, Conte ha pensato che fosse fatta e quel nome è stato dato in pasto all'opinione pubblica».

belloni belloni

 

Alla Rai, ospite di Lucia Annunziata, Letta su Belloni osserva: «Non esiste una norma che le avrebbe impedito di fare la presidente, ma la discussione non è arrivata fino a questo punto». […]

 

 

 

LETTA

Carlo Bertini per “La Stampa”

 

enrico letta enrico letta

Tardo pomeriggio domenicale, Enrico Letta si collega via Zoom con il suo stato maggiore e, nella cabina di comando del Pd, il leader butta giù la strategia per i prossimi mesi: tenersi distanti dal «congresso» dei 5 stelle, «che devono far presto a chiarirsi», stringere il dialogo con Renzi, da cui ha avuto una sponda cruciale in vari passaggi e formare un asse anche con Forza Italia in Parlamento.

 

renzi belloni renzi belloni

Non per farla entrare nel campo largo, dove neanche l'ex segretario dem intende affacciarsi, ma in vista di una eventuale «maggioranza Ursula» a futura memoria. Per questo va fatta una legge elettorale che consenta ai centristi di sganciarsi dalla destra. Mezzo Parlamento spinge infatti per il proporzionale.

 

La scelta di campo dei 5s

La prima preoccupazione sono i 5 stelle: anche se si spaccassero in due tronconi, è la convinzione del vertice Pd, starebbero entrambi, Di Maio e Conte, nel perimetro della sinistra. Ma ciò porterebbe tensioni.

 

 «Ora devono chiarirsi presto», taglia corto Letta. «Conte alla stretta finale ha rispettato le scelte dei progressisti e l'unità della maggioranza di governo, ma non dobbiamo farci tirar dentro nella guerra dei Roses dei 5 stelle tra lui e Di Maio», ragiona nel day after di quella che considera una vittoria.

Grillo tweet sulla Belloni Grillo tweet sulla Belloni

 

Terza di una serie (dopo il successo alle amministrative nelle grandi città, dopo la conquista a pieni voti del suo seggio a Siena), che suggerirebbe di convocare lui un congresso anticipato per fare il pieno dei consensi e mettere tutti a tacere prima della tornata elettorale: questo gli chiedono i suoi fedelissimi, ma lui frena. Il congresso ha la sua scadenza naturale a inizio 2023, a ridosso delle elezioni politiche, ma il segretario non intende anticiparlo (per ora) ritenendolo un appuntamento divisivo. Mentre adesso il partito «è unito come non mai».

 

Il colosso Fiano fa la guardia

simona malpezzi enrico letta debora serracchiani simona malpezzi enrico letta debora serracchiani

La cosa più divertente del day after è stato il ringraziamento che Enrico Letta ha tributato al colosso Emanuele Fiano, per essersi eretto con la sua mole in difesa degli ordini di scuderia in aula: controllando fisicamente accanto ai banchi della presidenza che tutti i grandi elettori dem urlassero «Presente!» senza ritirare la scheda, senza fare scherzi e giochini tipici dei franchi tiratori. Il gioco di squadra ha portato anche a una ricucitura dei rapporti con i ministri del governo Draghi: i capicorrente Andrea Orlando, Lorenzo Guerini e Dario Franceschini si sono spesi per Mattarella nella fase finale e anche per questo il leader adesso si sente più forte.

enrico letta. enrico letta.

 

Basta cambi di casacca

E ora spinge su un tasto: «No ai cambi di casacca perché rendono più lontana la politica dai cittadini. Che devono poter scegliere gli eletti, quindi va cambiata la legge elettorale, perché quella attuale è la peggiore». E se in tivù da Lucia Annunziata fa notare che rispetto a quando Renzi fece eleggere Mattarella, lui ha portato a casa una partita ben più difficile («nel 2015 avevamo il 45% dei grandi elettori, oggi il 15%»), è con l'ex nemico giurato che intende siglare una tregua: mano tesa ad un nuovo sistema anche proporzionale che tutti i centristi anelano come ciambella di salvataggio.

 

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E comunque, la polemica sulla candidatura di Elisabetta Belloni, non scartata subito dal segretario del Pd sono ancora accese. «Il capo del Dis al Colle? La norma non lo impedisce», risponde Letta. «Era uno dei nomi ma tutto si è fermato dopo dieci minuti quando Salvini ha prodotto il cortocircuito mediatico

conte salvini conte salvini

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