Giulia Mietta per il “Corriere della Sera” - Estratti
Giorgia Meloni l’ha chiamata per dirle che, come lei, «è madre», e come donna prima che come presidente del Consiglio, le ha espresso vicinanza e stima per il coraggio dimostrato, ma la risposta a quella telefonata di 20 minuti da parte di Francesca Ghio, 31 anni, la consigliera comunale genovese che martedì ha raccontato pubblicamente di essere stata vittima da ragazzina di una violenza sessuale, è stata tutt’altro che istituzionale, con toni che nessuno si sarebbe aspettato, non solo in ambiente politico.
La consigliera comunale rossoverde, attivista femminista, già portavoce dei Fridays for future, con un post sui social ha riportato alcune delle parole che lei stessa ha rivolto a Meloni. «Cara presidente, ti ringrazio per la vicinanza ma se ho parlato non è per avere supporto morale, dire che vi dispiace serve solo a voi stessi per sentirvi meglio con quello che avete o non avete fatto».
Prima, con una story, ha fatto sarcasmo sulla richiesta di contatto da parte della segreteria della premier, postando lo screenshot di un messaggio, poi in un «carosello» su Instagram ha lanciato una serie di bordate a scoppio ritardato a Meloni e al centrodestra:
«Se davvero le sono arrivata presidente Meloni, allora lo dimostri con la potente azione politica che ha nelle mani» e ancora — il messaggio più duro — «se sono morta a 12 anni è anche per colpa di persone come lei, che pur avendo il potere e gli strumenti per cambiare, scelgono di guardare da un’altra parte». Una richiesta sola, al governo, dalla consigliera genovese: «L’educazione sessuo-affettiva alle emozioni e al consenso in tutte le scuole».
Proposta che, tuttavia, affonda tra le altre frasi di attacco.
Quella alla premier non è stata l’unica frecciata di Ghio ad altri esponenti politici che le hanno espresso solidarietà.
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