maria elisabetta alberti casellati roberto fico raffaele volpi giorgia meloni matteo salvini adolfo urso

“CI ASPETTIAMO UN INTERVENTO DI MATTARELLA” - “FRATELLI D’ITALIA” TORNA ALL’ATTACCO SULLA VICENDA COPASIR, DOPO L’INTERVENTO DEI PRESIDENTI DELLE CAMERE, CHE IN SOSTANZA SE NE SONO LAVATI LE MANI RIMANDANDO LA PALLA AI PARTITI - FICO E CASELLATI HANNO FATTO CAPIRE CHE LA PRESIDENZA PUÒ ANCHE RIMANERE ALLA LEGA E CHE VALE IL PRECEDENTE DI D'ALEMA. L'IMPORTANTE È CHE IL COMITATO TORNI A LAVORARE, VISTI I MOLTI DOSSIER SENSIBILI DI CUI SI DEVE OCCUPARE

elisabetta casellati roberto fico

1 – IL COMITATO DEI FATTI VOSTRI - LA CASELLATI E FICO HANNO PARTORITO UN COMUNICATO MOLTO VAGO SULLA GUERRA LEGA-FDI PER LA PRESIDENZA DEL COPASIR: LA QUESTIONE DEVE ESSERE RISOLTA CON UN ACCORDO FRA I PARTITI. MA A LEGGERE TRA LE RIGHE FANNO CAPIRE CHE IL PRECEDENTE DI D'ALEMA È VALIDO E LA COMPOSIZIONE NON SI TOCCA. E NEMMENO LA PRESIDENZA , ANCHE SE NON È IN MANO ALL'OPPOSIZIONE - L'IMPORTANTE È CHE SI SBLOCCHI LO STALLO, VISTO CHE IL COMITATO È FERMO DA DUE MESI E, TRA SPIE RUSSE E CASINI VARI, I DOSSIER APERTI SONO TANTI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/comitato-fatti-vostri-casellati-fico-hanno-partorito-266142.htm

matteo salvini raffaele volpi simone di stefano

 

2 – STALLO SUL COPASIR "TOCCA AI PARTITI TROVARE L'ACCORDO"

Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

Niente intervento dell'"arbitro", i presidenti delle Camere spiegano che non è compito loro risolvere il pasticcio della presidenza Copasir, e adesso è scontro aperto tra Lega e Fdi. Gli alleati che si contendono la leadership del centrodestra sono ormai ai ferri corti anche per la guida del comitato parlamentare incaricato di controllare l'attività dei servizi segreti del Paese e il partito di Giorgia Meloni se la prende anche con Elisabetta Casellati e Roberto Fico che, appunto, in una lettera rimandano la palla ai partiti, dicendo che tocca a loro trovare una soluzione al corto circuito che si è creato.

 

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

Fdi chiama in causa addirittura il Quirinale: «Ci aspettiamo un intervento di moral suasion del presidente della Repubblica». Tutto comincia con la nascita del governo Draghi e l'ingresso della Lega in maggioranza. La legge prevede che il presidente del Copasir venga eletto in commissione scegliendo tra i parlamentari della minoranza e nel 2019 toccò a Raffaele Volpi, Lega, sostituire il Pd Lorenzo Guerini, che nel frattempo era entrato in maggioranza e diventato ministro con il governo Conte-bis.

 

elisabetta casellati roberto fico

Adesso Fdi chiede che Volpi - con la Lega nel governo Draghi - lasci la poltrona da presidente. Giorgia Meloni vorrebbe che al suo posto venisse eletto Adolfo Urso, attualmente vice-presidente del Copasir. Volpi, subito dopo l'insediamento del nuovo governo, si era rimesso alle valutazioni dei presidenti delle Camere, dando l'impressione di essere pronto a un passo indietro.

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

Di fatto, però, da oltre un mese il Copasir è bloccato e Matteo Salvini ha fatto capire di non avere intenzione di far dimettere il proprio uomo. Fdi chiedeva un'intervento dall'alto ai presidenti delle Camere che però non è arrivato. Fico e Casellati, ora, spiegano appunto che non spetta a loro fare qualcosa.

 

salvini saluta volpi

Anzi, i due presidenti - in una lettera - ricordano il precedente del 2011, quando nacque il governo Monti sostenuto anche dal Pd e il Copasir era guidato da Massimo D'Alema, che all'inizio della legislatura era all'opposizione. Per Fico e Casellati «non sussistono i presupposti giuridici per un intervento di tipo autoritativo da parte delle presidenze delle Camere» e dunque un cambio al vertice del Copasir «potrà dunque essere realizzato esclusivamente attraverso accordi generali tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione».

MASSIMO DALEMA MARIO MONTI

 

Nel frattempo, aggiungono, «il Comitato può operare nella pienezza delle sue funzioni». Furiosa la reazione di Fdi. «Lascia francamente scandalizzati la decisione dei presidenti di Camera e Senato di rimandare ad "accordi politici" ciò che entrambi sanno essere previsto dalla legge», scrivono in una nota congiunta i capigruppo Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, dopo aver sentito Giorgia Meloni.

 

Quindi, l'appello al Colle: «Ci aspettiamo un intervento di moral suasion del Presidente della Repubblica Mattarella». Intervento che difficilmente ci sarà, perché il capo dello Stato ha sempre teorizzato il rispetto delle prerogative dei singoli organi costituzionali. Il Pd Enrico Borghi è certo che non tocchi a Mattarella entrare in questa storia: «Il presidente della Repubblica impropriamente viene tirato in ballo. I partiti si prendano le loro responsabilità».

enrico borghi sergio mattarella

 

Enrico Letta, giorni fa, aveva detto di sostenere la richiesta di Fdi, ma i democratici non intendono infilarsi in una rissa. Continua Borghi: «È bene evitare di prendersi a sportellate. Il presidente del Copasir spetta alla minoranza, ma deve essere eletto in commissione. Si lavori a creare convergenze su soluzioni condivise. Se il tema è la leadership del centrodestra, allora a un certo punto diciamo: regolatevela da soli».

Luca Ciriani Giorgia Meloni e Tommaso Foti di Fratelli d'Italia al quirinale

 

Oggi ci sarà una capigruppo alla Camera per provare a trovare una via d'uscita, ma le premesse appunto non affatto buone. La Lega per ora si è limitata a incassare il risultato: «Prendiamo atto della decisione dei presidenti delle Camere e in particolare del riferimento alle analogie con quanto successo nel 2011». In quell'occasione alla presidenza rimase D'Alema, nonostante il Pd fosse passato in maggioranza.

enrico borghi volpi salvini e pomarici

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...